domenica 27 febbraio 2005

sinistra
l'Unione e i Radicali

L'Unità 27 Febbraio 2005
Bertinotti: sì all’ospitalità elettorale ai Radicali
Ieri fuori dal Brancaccio c’erano Emma Bonino e Capezzone. «Siamo tutti Luca Coscioni»
g.v.

ROMA Romano Prodi arriva mentre sul marciapiede davanti il teatro Brancaccio c'è Emma Bonino e Daniele Capezzone che esibiscono manifesti «Siamo tutti Luca Coscioni»; ma il leader dell'Unione fa come se non ci fossero e si infila rapido in sala. D'altronde, come si sa da venerdì, gli accordi erano questi: i Radicali avrebbero manifestato compostamente fuori dal Brancaccio, senza rovinare la festa all'Ulivo. Avrebbero dunque evitato di entrare in sala, così come di distribuire volantini all'interno per non disturbare la cerimonia.
Ma il dialogo, se pur a distanza, non si può dire non vi sia stato: dietro le quinte della manifestazione, prima dell'inizio dei discorsi dal palco, non sono certo mancati commenti e battute di leader e dirigenti dell'Ulivo, sul tema del giorno dopo, cioè i Radicali, incrociati poco prima di entrare con i loro volantini e i loro capannelli. E c'è perfino chi racconta di aver ascoltato Walter Veltroni chiedere a Massimo D'Alema, in un breve colloquio sotto il palco gomito a gomito in mezzo alla ressa di dirigenti ulivisti: «Con i radicali è finita qua?». D'Alema gli avrebbe risposto di no, anche perché loro, i radicali, come si vede continuano a premere. I radicali comunque sia, sono stati tenuti rigorosamente fuori dalla scena del Brancaccio, anche nelle dichiarazioni pubbliche e ufficiali, tanto che Francesco Rutelli, interpellato dai cronisti, ha risposto: «Oggi è la nascita dell'Ulivo».
«Noi siamo d'accordo nell'offrire ai Radicali quella ospitalità elettorale nel nostro schieramento che è ovviamente e dichiaratamente cosa ben diversa da un accordo programmatico e dalla condivisione comune di tesi politiche», ha detto il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, rispondendo ai lettori di Liberazione nel numero in edicola oggi. «Non lo facciamo -dice ancora il leader del Prc- per un pugno di voti in più. In ogni caso ribadisco che accostarsi a questo problema con un'ottica puramente utilitaristica sarebbe una operazione miope e probabilmente inefficace. Che noi non siamo d'accordo con i Radicali è cosa davvero fin troppo evidente. Lo dimostrano inequivocabilmente le battaglie che abbiamo combattuto spesso per obiettivi e su versanti non solo diversi, ma addirittura opposti. Non è tuttavia un caso se questo sia sempre avvenuto entro un rapporto di sostanziale e reciproco rispetto. Né si può chiedere a loro né tantomeno pretendere abiure delle loro posizioni che suonerebbero inevitabilmente false e quindi rappresenterebbero un'offesa alla intelligenza degli elettori». «Naturalmente -dice ancora il segretario di Rifondazione- questa diversità non è assoluta, non è estesa a tutti i campi, non diventa totale incomunicabilità. Non lo è stato nel passato, non lo è neanche oggi. È infatti evidente che attorno alla questione della presenza dei Radicali nelle liste dell'Unione, si annoda il tema del referendum sulla procreazione assistita. La stessa data della sua convocazione è oggetto di un acceso scontro politico».

L'Unità 27 Febbraio 2005
Bondi: con Bertinotti mi sono sentito “fratello”

ROMA «Con Bertinotti mi sono sentito fratello leggendo la sua intervista» sulla ricerca di religiosità «e trovandomi seduto vicino a lui nella Basilica d'Assisi e scambiandoci alcune parole sul significato dell'esistenza e sulla fede».
Lo scrive il coordinatore di Fi, Sandro Bondi, in un articolo che apparirà oggi sul Giornale, dove sottolinea: «La domanda di Bertinotti aveva conquistato anche il grande cuore di Pasolini, dominò in lungo e in largo l'anima gigantesca di Testori, vinse le resistenze dell'economista di scuola rodaniana Claudio Napoleoni, che divenne, alla fine dei suoi giorni, un entusiasta amante dell'Eucarestia.
A questo livello, non contano più gli steccati politici e ideologici, conta solo la persona, la sua libertà che si mette drammaticamente in gioco di fronte al Mistero».
Bondi, dunque, si ritrova e fa l’elogio della pecorella smarrita Fausto, avviato, miracolosamente, sulla strada della conversione religiosa. Finalmente, fratelli.