Yahoo! Salute mercoledì 30 marzo 2005
Psichiatria, Psicologia e Neurologia
L'autismo legato ai neuroni specchio
Il Pensiero Scientifico Editore
Emanuela Grasso
Il malfunzionamento dei neuroni specchio potebbe essere un elemento importante nel determinare l’autismo. Questo quanto emerge da uno studio condotto alla University of California di San Diego che sarà pubblicato sul numero in uscita del Journal of Cognitive Brain Research.
I neuroni specchio si trovano nella corteccia premotoria. Sono stati identificati per la prima volta nelle scimmie agli inizi degli anni novanta; gli scienziati scoprirono che questi animali erano in grado di apprendere una serie di movimenti e soprattutto di riconoscerli, non solo dalla loro esperienza diretta ma anche dal confronto con altre scimmie o con gli stessi esseri umani. Vale per questi neuroni la regola del “guardare è un po’ come fare”: i neuroni specchio sono infatti in grado di registrare informazioni riguardanti eventi motori anche senza la necessità che il soggetto abbia un’esperienza riconducibile a quell’apprendimento. Questo tipo di neuroni sono stati individuati, attraverso prove indirette, anche nel genere homo sapiens.
L’attività delle cellule specchio, quindi, può essere attivata dalla visione dell’azione compiuta da un altro individuo, come anche da un’immagine statica o persino dal suono collegato ad un'azione. Le cellule specchio svolgono un ruolo molto importante nella comprensione dei comportamenti altrui, fornendo le basi per poter interagire con gli altri. La domanda chiave che si sono posti i ricercatori è se queste cellule siano coinvolte solamente nel riconoscimento delle azioni, o anche, in modo più profondo, nella comprensione degli intenti che vi sono dietro. Infatti l’azione implica di per sé il concetto di un agente e di un oggetto, quindi un intento e un obiettivo.
Negli uomini, infatti, il sistema dei neuroni specchio sembra sia coinvolto non solo nell’osservazione e nell’esecuzione di movimenti ma anche in processi cognitivi più integrati come il linguaggio, per esempio, o una parte dell’emotività. Proprio perché nei casi di autismo si riscontrano, tra le altre manifestazioni, anche deficit di comunicazione e di comprensione, i ricercatori hanno ipotizzato che un cattivo funzionamento di questo tipo di neuroni potesse essere in parte responsabile del disturbo.
I ricercatori californiani hanno condotto il loro studio su 10 soggetti autistici. Dall’analisi dell’elettroencefalogramma di questi pazienti è stato chiarito come i loro neuroni specchio avessero un’attività elettrica (segno di funzionalità) solo quando era il soggetto a svolgere l’azione. Se la stessa azione veniva svolta da un’altra persona i neuroni dei pazienti non erano in grado, come normalmente avviene, di ritrovare in quei gesti movimenti speculari a quelli fatti da loro poco tempo prima.
“Questa nuova intuzione ci dà la prova che i soggetti autistici hanno disfunzioni nel sistema di neuroni specchio e che le loro difficoltà di comprensione o apprendimento hanno una forte base fisiologica”, ha affermato Lindsay Oberman, autrice dello studio.
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