sabato 21 maggio 2005

staminali e referendum

Corriere della Sera 21.5.05
Embrioni clonati da cellule umane adulte
Dopo la Corea, l’annuncio dalla Gran Bretagna.

L’ira di Bush: mai negli Usa, pronto a usare il veto

Mario Pappagallo

Non si tratterebbe di veri embrioni e nemmeno di ovuli femminili fecondati, ma la distinzione è sottile. A 24 ore dall’annuncio coreano arriva la notizia della clonazione a fini terapeutici realizzata da ricercatori di Newcastle. E subito si sono riaccese le polemiche: guai alla clonazione umana. In realtà, né a Seul né a Newcastle sarebbero stati clonati embrioni umani. E’ stata usata una tecnica che riporta «indietro» una normale cellula adulta di un malato fino al suo stadio iniziale, cioè di agglomerato di cellule staminali «tabula rasa»: in grado di diventare tutto a seconda della via verso cui vengono indirizzate. Queste cellule vanno poi «coltivate», aumentate di numero fino a poterle iniettare (trapiantare) nel malato stesso da cui è stata prelevata la cellula adulta iniziale. Qui, secondo quanto già visto nei topi dopo 30 anni di studi, riparano il danno causa della malattia: i topi sono guariti. Per l’uomo è tutto da vedere.
L’ESPERIMENTO - I fatti: un’équipe dell’università di Newcastle upon Tyne , guidata da Alison Murdoch e Miodrag Stojkovic, è riuscita a riportare allo stato iniziale di embrione umano cellule adulte di malati, nell’ambito di una ricerca finalizzata a trovare una cura per malattie degenerative come il morbo di Parkinson e l’Alzheimer. Ricerca di «clonazione a fini terapeutici» autorizzata lo scorso anno dall’autorità britannica competente: la Human Fertilitisation and Embryology Authority. Gli scienziati di Newcastle sono riusciti a creare per il momento tre blastocisti, cioè l’equivalente del primo stadio di un embrione, un ammasso di cellule più piccolo della punta di uno spillo. L’annuncio è arrivato meno di 24 ore dopo quello fatto da un gruppo di scienziati sudcoreani che hanno prodotto le prime linee di cellule staminali tratte sempre da cloni di cellule adulte.
I TRE BLASTOCISTI - Quello inglese però è stato un semi-successo perché i tre blastocisti ottenuti sono durati solo 5 giorni, troppo poco. Che cosa hanno fatto gli inglesi? Da 36 ovuli non fecondati, donati da 11 donne che si erano sottoposte a un trattamento di fertilizzazione in vitro (come è noto sia gli ovuli sia gli spermatozoi possono essere congelati) è stato tolto il nucleo (quello con il patrimonio genetico della donna) ed è stato sostituito con il nucleo della cellula adulta prelevata, come nel caso coreano, da un malato. Gli ovuli sono stati quindi trattati con fattori di crescita e stimolati con una piccola scossa elettrica per avviare il processo di suddivisione cellulare: il clone. Da 10 ovuli i ricercatori sono stati in grado di creare tre blastocisti, cioè gli pseudo-embrioni. «L’esperimento - hanno spiegato gli inglesi - serviva a provare che da ovuli non fecondati si possono produrre cloni». Al contrario i ricercatori sudcoreani, guidati da Hwang Woo Suk, sono riusciti a realizzare (secondo Science) le prime linee di cellule staminali embrionali «su misura» a partire da cellule adulte di 11 pazienti colpiti da diabete giovanile, lesioni del midollo spinale e immunodeficienza.
LA CASA BIANCA - Dagli Stati Uniti arriva la condanna della Casa Bianca. «Il presidente George W. Bush - ha fatto presente il portavoce Trent Duffy - porrebbe certamente il veto a qualsiasi proposta di legge che tentasse in qualche modo di allentare le restrizioni federali sulla sperimentazione su cellule staminali embrionali».
«Non abbiamo violato alcuna legge del nostro Paese - replica alle polemiche il sudcoreano Hwang Woo Suk -. Abbiamo anzi ritardato di molto l’annuncio per essere sicuri di essere nella piena legalità». Hwang ha anche messo in guardia dai facili entusiasmi: «Ci sono ancora ostacoli formidabili da superare». I progressi però sono stati più rapidi del previsto: in appena 7 anni si è passati dalla scoperta delle cellule staminali embrionali umane alla possibilità di ottenere linee di queste cellule per studiare gravi malattie. Le cellule staminali embrionali dell’uomo sono state infatti isolate per la prima volta nel 1998 dal genetista britannico Martin Bobrow e la prima clonazione a fini terapeutici è stata annunciata nel febbraio 2004 dallo stesso gruppo di Woo Suk Hwang.
LE APERTURE - Spagna e Germania hanno invece accolto positivamente gli annunci di Seul e Newcastle. Il ministro della sanità spagnolo, Elena Salgado, ritiene che ci sia appoggio sociale sufficiente nel Paese per giungere ad una legislazione che consenta la clonazione delle cellule, ma solo a fini terapeutici. E oggi il titolo di prima pagina del tedesco Sueddeutsche Zeitung sarà: «Dopo i successi in Inghilterra e in Corea del Sud il cancelliere Schroeder vuole facilitare la ricerca sulla clonazione».

Corriere della Sera 21.5.05
ROMA - «Mi si permetta la rude semplificazione: non si ...
Giovanna Cavalli

ROMA - «Mi si permetta la rude semplificazione: non si possono mettere le mutande alla scienza», osserva Alfredo Biondi , vicepresidente della Camera. «Questa è la prova che Cristoforo Colombo vedeva più lontano dei sapienti di Salamanca». E sottoscrive quanto sostenuto sul Corriere dal professor Edoardo Boncinelli dopo la produzione di cellule staminali da embrioni clonati eseguita dall’equipe coreana. Ha scritto il direttore del Sissa (Scuola internazionale di studi avanzati): «Il mondo va avanti e quando l’applicazione pratica di queste scoperte diverrà realtà sarà difficile non tenerne conto e impedire a chi soffre di andare a farsi curare dove è possibile». E ancora: «Le decisioni prese nel nostro Paese sono destinate ad essere annacquate da quelle degli altri. Con buona pace dei referendum».
La scienza dunque è più veloce della politica. «I fatti si confermano più forti di ragionamenti e pregiudizi, specie se si confonde la scienza con la fede», continua Biondi, schierato per 4 sì. «Il sapere non può essere imbrigliato. Come ho sostenuto il giorno che mi alzai in piedi e nel silenzio dei miei colleghi di Forza Italia dissi che lo Stato non può negare alle donne il diritto di essere madri». Vero che le scoperte scientifiche «bruciano» le leggi. «Ma proprio per questo serve votare sì al referendum sulla fecondazione», obietta Katia Zanotti dei Ds. «Dobbiamo abrogare un divieto che ci tiene fuori dal mondo, fare una legge più leggera, da rivedere ogni 4 o 5 anni. Altrimenti sì che restiamo indietro». Aggiunge la collega Gloria Buffo: «La scienza andrà sempre più veloce di noi. Ma almeno cerchiamo di salvare vite umane visto che in una scala di valori condivisi la salute e la vita sono più importanti dell’etica».
Ne dibatte il fronte del sì. Boncinelli «ha ragione» esulta Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani. «Difatti gli avversari del referendum fanno una battaglia lunare. Come reagiranno di fronte alla prima guarigione clamorosa? Protesteranno? Dobbiamo evitare di scrivere leggi che tra un anno o una settimana verranno superate dalla realtà. Su 180 Paesi, soltanto il Costarica ha norme più restrittive».
Descrive la legge 40 sulla fecondazione come «un ircocervo» Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri. «Mai dubitato che la scienza proceda più velocemente della politica. Siamo di fronte alla più importante scoperta di questa generazione. Ma servono regole. Perciò mi unisco all’appello dei 77 premi Nobel per coniugare la libertà di ricerca con la dignità umana». Propone di affidarci alla scienza il senatore della Margherita Antonio Gaglione, cardiochirurgo, che in controtendenza col partito voterà «quattro bei sì». Spiega: «Il progresso non si può fermare, se queste cellule curano malattie ben venga la sperimentazione. Siamo tutti geneticamente modificati nei secoli. Mica sono uguale all’uomo di duemila anni fa».
La scienza ci supera? «Ecco perché bisogna fermarla, specie quando interviene in maniera invasiva sulla salute umana», argomenta il verde Paolo Cento. «Non si può accettare passivamente ogni scoperta, non quando si parla di clonazione. Il liberismo sulla vita mi fa paura». Condivide Ramon Mantovani di Rifondazione comunista: «La ricerca va regolamentata. Ma qui non c’entra la scienza. Qui c’è la volontà di trasformare uno Stato laico in uno Stato confessionale».

La Stampa 21 Maggio 2005
GERMANIA
Schroeder replica
«Io la liberalizzo»

Il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung ha aperto ieri la prima pagina con la notizia appresa da fonti governative secondo cui Gerhard Schroeder intenderebbe liberalizzare la ricerca sulle cellule staminali in Germania. Secondo il giornale di Amburgo la notizia del successo ottenuto dai ricercatori sudcoreani nella clonazione di cellule staminali su misura ha consolidato la convinzione del Cancelliere di modificare gradatamente le norme restrittive attualmente in vigore in Germania. La «Faz» anticipa che nel discorso che terrà il 14 giugno, in occasione del ricevimento di una laurea honoris a Gottinga, Schroeder si pronuncerà a favore della «clonazione terapeutica» e di una ricerca sulle cellule staminali senza più vincoli. In base alle norme attuali solo nove équipe di ricercatori sono autorizzate a portare avanti questo tipo di ricerca, e solo su cellule staminali importate dall'estero. Le indiscrezioni riportate dalla «Faz» sul problema della ricerca biologica liberalizzata sono state smentite dalle fonti ufficiali interessate.