domenica 5 giugno 2005

il pubblico ufficiale, il ministro di culto...
che inducano gli elettori ad astenersi
violano la Legge

La Stampa 2 Giugno 2005
Ecco il testo contenuto nel Dpr 30 marzo 1957, numero 361 e successive modifiche


Titolo VII, relativo alle elezioni alla Camera e al Senato

Articolo 98

«Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000».

Nella legge del 25.5.1970 numero 352 si estendono ai referendum le norme del 1957.
Questo il testo del Titolo V della legge, le Disposizioni finali:
«Le disposizioni penali, contenute nel Titolo VII del testo unico delle leggi per la elezione della Camera dei deputati, si applicano con riferimento alle disposizioni della presente legge. Le sanzioni previste dagli articoli 96, 97 e 98 del testo unico si applicano anche quando i fatti negli articoli stessi contemplati riguardino le firme per richiesta di referendum o per proposte di leggi, o voti o astensioni di voto relativamente ai referendum disciplinati nei Titolo I, II e III della presente legge. Le sanzioni previste dall’articolo 103 del suddetto testo unico si applicano anche quando i fatti previsti nell’articolo medesimo riguardino espressioni di voto relative all’oggetto del referendum».

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«Incoraggiare apertamente gli elettori all’astensione è una sorta di ostruzionismo per far mancare il quorum, e dunque non è lecito. In questo caso l’ostruzionismo è ancora più grave perché è organizzato da parlamentari, tra cui addirittura i presidenti delle Camere, che hanno votato la legge 40. Invece di limitarsi a fare propaganda per il “No”, incitano il non voto perché vogliono cavalcare un 35 per cento di astensionismo fisiologico. Così facendo si sottraggono al controllo popolare».

AUGUSTO Barbera, professore di diritto costituzionale all’Università di Bologna ed ex parlamentare con il Pci-Pds

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