venerdì 18 novembre 2005

una lettera, dal sito di "Liberazione"

Alla chiesa non resta che inutilmente ribellarsi alla propria lenta agonia

Da sempre il pensiero religioso condanna l’uomo a vivere fuori dalla storia, in un immutabile destino di sofferenza e alienazione; da sempre tenta di annullare il progresso, la scienza, la contraccezione; da sempre, l’esistenza di una sessualità umana diversa da quella animale, (unicamente finalizzata alla procreazione); da sempre, la donna e la libera scelta alla maternità.
Il cardinale Ruini dichiara che ‘La RU-486 sopprime vita umana innocente’. Violenza e dissociazione mi sembra animino queste parole. Ci paiono inconciliabili i termini ‘sopprime’ e ‘vita umana’, in quanto ciò risulterebbe in evidente contrasto col nostro codice penale. Ci paiono inconciliabili i termini ‘vita umana’ e ‘innocente’, non certamente per il nostro ateo codice interpretativo, piuttosto per quello che sottende il pensiero cattolico. Secondo il quale, appunto, l’uomo non nasce affatto ‘innocente’, ma colpevole di un male metastorico, insanabile, esistenziale.
Forse l‘uomo, dopo millenni, si avvia a riappropriarsi della storia e alla chiesa non resta che inutilmente ribellarsi alla propria lenta agonia.
“La storiografia religiosa è il pensiero del processo che narra dell’eterna vittoria della storia sul divino”, E. De Martino.
Paola da Roma