Il Corriere della Sera questa mattina conferma in pieno - più di due settimane dopo - la notizia anticipata da LEFT fino da venerdì 2 giugno con l'articolo: FREUD SI RITIRA DALLE LIBRERIE Freud, il Santo. La casa editrice Bollati Boringhieri ritira dal mercato la nuova edizione delle opere del padre della psicanalisi. Tradotto da Michele Ranchetti. La motivazione ufficiale: «Correggere i refusi» di Cecilia Iannaco e Simona Maggiorelli. E commentata negli articoli di Massimo Fagioli sul medesimo settimanale:
Corriere della Sera 19 giugno 2006
Battaglia editoriale su Freud
La casa editrice Bollati Boringhieri lancia una nuova traduzione di opere del padre della psicanalisi, che in parte si rifà a quella storica curata da Renata Colorni sotto la direzione di Musatti e in parte ne rivoluziona la terminologia. La Colorni si è rivolta agli avvocati contestando un doppio plagio e la traduzione viene ritirata. IL CASO
Ritirate dal commercio le copie di un'opera pubblicata da Bollati Boringhieri che rivoluziona la versione di Musatti
Freud I contro Freud II: battaglia in tribunale
di PAOLO DI STEFANO
Ormai possiamo davvero parlare di un caso Freud. Breve riassunto delle puntate precedenti. All’inizio dell’anno la casa editrice Bollati Boringhieri ha mandato in libreria due volumi di una grande opera di Testi e contesti freudiani, a cura di Michele Ranchetti: Scritti di metapsicologia e Sulla storia della psicoanalisi. Ne è nato un gran polverone. In una recensione sulla Repubblica Umberto Galimberti l’ha definita un’operazione «caratterizzata da un’assoluta incuria che sconfina nel dilettantismo» e ha messo in evidenza «macroscopici errori» rispetto alla traduzione storica, quella curata da Renata Colorni, sempre per Boringhieri, sotto la direzione di Cesare Musatti. Ne seguì un botta e risposta con lo stesso Ranchetti. Un’ampia disamina di Luigi Reitani, apparsa sulla Rivista dei libri, faceva il resto, riconoscendo l’intento rivoluzionario dell’impresa di Ranchetti, ma rilevandone lacune ed errori, e soprattutto criticandone nella sostanza i criteri e il metodo: e cioè il proposito di allargare al contesto l’opera di Freud inserendo pagine dell’epistolario, verbali di riunioni, recensioni, documenti del movimento psicoanalitico, atti di convegni e contributi di altri autori. Anche Reitani evidenziava una serie di «fraintendimenti madornali» della traduzione e l’adozione di una terminologia diversa da quella consacrata dall’edizione Musatti. Concludendo che «complessivamente non si può che restare sconcertati dalla leggerezza con cui è stata condotta questa operazione». Si è poi aggiunto un saggio di Antonio Alberto Semi apparso sulla Rivista della società psicoanalitica italiana, depositaria del verbo freudiano, in cui si parla di «un’occasione mancata». Fin qui, tutto appare come una legittima discussione culturale e in parte editoriale su un’opera che si propone di rinnovare, con scelte magari discutibili, l’approccio a un monumento della nostra cultura. Ora però le cose si sono complicate. E dalle pagine dei giornali la questione ha imboccato vie legali. Così l’edizione Ranchetti è stata ritirata dal commercio. Perché? Perché Renata Colorni ha avviato un’azione legale per far valere il proprio copyright sulla traduzione. Infatti, i due volumi per una buona parte proponevano una traduzione del tutto nuova, mentre per il resto riproducevano la precedente. Poco importa che a pubblicarla sia stato lo stesso editore (quindi paradossalmente la causa è tutta interna alla Bollati Boringhieri), che rischia così di subire un danno economico non indifferente (dai 350 ai 500 mila euro, si dice) dopo il ritiro delle copie.
Tre vocaboli discussi: Affekt: «affetto» (nella traduzione Musatti) diventa «emozione» (trad. Ranchetti); Besetzung: «investimento» diventa «caricamento»; Befriedigung: «soddisfacimento» diventa «appagamento»stessa paginaIL CURATORERanchetti: ma i testi non sono intoccabili«Sul piano tecnico - riconosce Michele Ranchetti - l’iniziativa legale è comprensibile, l’editore pensava che le correzioni e le varianti che avevamo apportato ci permettessero di firmare senza problemi. Ma il discorso è un altro...». Ranchetti parla del 20 per cento. Renata Colorni, invece, sostiene che la percentuale riprodotta dalla vecchia traduzione è ben più ampia. L’editore, comunque, promette che in autunno, quando la traduzione sarà rinnovata del tutto, i due volumi saranno rimessi in commercio. Ranchetti, milanese di 80 anni, ha lavorato come consulente per Feltrinelli, Adelphi e Boringhieri, è stato docente di Storia della chiesa, è poeta e traduttore, tra l’altro, di Wittgenstein e Celan, e vanta un’ampia bibliografia di studi psicoanalitici. Secondo lui, la questione, appena affrontata dagli avvocati, ritorna prepotentemente nell’alveo culturale: «Non avevamo nessuna intenzione eversiva rispetto alla precedente traduzione - dice Ranchetti - il nostro scopo era quello di introdurre delle varianti terminologiche perché alcune parole entrate nel gergo freudiano ci parevano poco pertinenti o invecchiate. Da qui la nostra proposta sostitutiva». Dunque? «La nostra operazione è stata percepita come una distruzione del tempio, come quando di fronte alle nuove proposte di traduzione la Chiesa cattolica fece valere la sacralità della vulgata: così la lettura della Bibbia fu sottratta per duecento anni a chi non la conosceva. Freud è diventato un’immagine sacra, intoccabile. È come se il traduttore si fosse sostituito all’autore... Ma una nuova versione non è mai sostitutiva delle precedenti e non si può considerare un atto di lesa maestà: è solo la proposta di una lettura diversa». Che cosa significa leggere Freud nel suo contesto? «Significa istituire una interpretazione storicizzata all’interno di un processo culturale. Il nostro tentativo è stato quello di tener conto del movimento in cui Freud agiva, per questo abbiamo affiancato ai testi canonici una serie di materiali di collaboratori, allievi, alleati, nemici, amici diventati avversari, eccetera. Ciò significa ripristinare il contesto. Purtroppo tutto questo lavoro non è stato visto e si è voluto insistere su alcune sviste o sui refusi, così come viene ignorato il fatto che la nostra edizione contiene anche importanti inediti». Ma la vecchia edizione di Musatti si può tranquillamente considerare superata? «No, non è superata. Bisogna però precisare che il vero merito fu di Paolo Boringhieri più che di Musatti. Io tra gli altri collaborai a quell’operazione, che si avvaleva di diversi traduttori, e fui io a proporre Renata Colorni per la redazione: fece un lavoro di grande acume, unificando le varie traduzioni. Fachinelli fu il traduttore più grande tra tutti, fu lui a formare il lessico freudiano italiano. Non è certo una traduzione superata, anche se non è priva di sviste e di incongruenze. La nostra iniziativa vuole affiancarsi a quella: Freud non è il genio che ha capito tutto una volta per sempre, va riletto e rimesso in discussione, situato nel suo contesto». Con che vantaggi? «I testi di Freud, presentati isolatamente, non danno conto di questa esperienza collettiva fatta di critiche, di discussioni, di confronti e di scambi continui». Nella nuova edizione ci sono però errori materiali indiscutibili, come l’età del piccolo Hans (5 anni e non 15): «Ben venga la segnalazione dei refusi, ma non basta fissarsi su questi, senza segnalare, per esempio, che abbiamo pubblicato materiali inediti molto importanti». E qui Ranchetti insinua il sospetto che si tratti di critiche pretestuose: «La psicoanalisi italiana è un ambiente sordo. Si vuol mettere sull’altare Freud, rifiutando ogni nuovo invito alla lettura, magari senza averlo neanche letto attentamente. L’Inghilterra ha prodotto l’edizione critica più autorevole delle opere freudiane, quella di James Stracey: un’edizione unica e completa che fu la base per Musatti. Eppure, è stata a sua volta rivista completamente e presto uscirà una nuova edizione senza scatenare nessuno scandalo. In altri climi culturali il progetto di ridiscutere un monumento culturale come Freud è lecito... In Italia non è così, specie se la revisione di Freud, come nel mio caso, non nasce all’interno della Società psicoanalitica italiana, che oggi si sente proprietaria morale dell’edizione Musatti».
stessa paginaRENATA COLORNI«Un doppio plagio che distorce il mio lavoro»Renata Colorni, che dal 1973 al ’79 ha lavorato per Boringhieri all’edizione italiana degli scritti di Freud, non si dà pace. Si sente tradita dal suo vecchio editore, che con l’edizione Ranchetti «apertamente sconfessa il lavoro di traduzione e annotazione che Boringhieri e Musatti hanno promosso a suo tempo». Parla della nuova iniziativa editoriale come di un’impresa incoerente sul piano della terminologia («perché si rinnovano alcuni vocaboli freudiani ma non sempre») e «non motivata sul piano metodologico». E aggiunge di sentirsi offesa. Ha consegnato la pratica al suo avvocato, per verificare se ci fossero gli elementi per ravvisare un plagio e conclude: «Il plagio è stato individuato in maniera inequivoca: per metà la mia traduzione è stata copiata, per metà è stata storpiata». L’azione legale ha portato a una transazione, con un accordo che prevede un risarcimento economico a favore di Renata Colorni e la decisione da parte dell’editore di ritirare l’opera dal commercio. Certo, può sembrare assurdo che un editore si trovi a essere accusato di plagio per aver pubblicato una vecchia traduzione di cui detiene la proprietà. Ma per Renata Colorni il danno è morale: «La mia traduzione è stata elogiata in tutto il mondo, Elisabeth Roudinesco la considera in assoluto la migliore, e ora lo stesso editore mette in commercio un’altra traduzione che peggiora una terminologia ormai entrata nel patrimonio professionale oltre che teorico, e che non spiega i criteri adottati: ogni traduzione è prima di tutto un lavoro di approfondimento ermeneutico e un tentativo di resa stilistica. Non dimentichiamo che Freud è anche un grande scrittore». (P.D.)
(una segnalazione di Annalina Ferrante, Noemi Ghetti, Tonino Scrimenti e Giorgio Valentini. Vedi anche le informazioni e i riferimenti pubblicati da "segnalazioni" e da "spogli", qui sotto alla data del 2 giugno e alle date successive)
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