Il peccato originale, l'alleato
Caro Parlato, ho partecipato con grande interesse all'incontro del 15 settembre, presso Liberafesta «Informazione a Sinistra. Prospettive», e quando tu hai accennato quasi per inciso, al peccato originale, ovviamente alludendo a una cultura basata sul peccato originale, mi sono detta: «Ci siamo...». Poi invece è seguita una confusione davvero imbarazzante. Perché perdere il filo? Va bene l'interesse per l'acqua, benissimo quello per la casa. Ma perché mettere sempre dopo l'essere umano, il pensiero dell'essere umano? Ecco, le prospettive per una nuova identità della sinistra si basano, devono basarsi su una nuova concezione dell'uomo. Un essere umano che, liberatosi dai lacci della ragione e della religione, cerchi e trovi in sé, nella sua «nascita sana», la gioia di dare senso alla sua vita e a quella degli altri. Se l'oppressione capitalistica continuerà ad alimentarsi dell'alleanza con i sensi di colpa, allora l'ideologia della destra e il pensiero postcomunista della sinistra verranno drammaticamente a coincidere.
Roberta Pugno
Cara Roberta, sulla questione del peccato originale (forse ne straparlerà anche il papa) c'è una differenza tra di noi. Tu e con molte ragioni - rifiuti una cultura, non solo cattolica, che ha a fondamento il peccato originale, la colpa. Diversamente da te il mio riferimento al «peccato originale» è assai discutibile e decisamente paradossale. Certo c'è da polemizzare contro «una cultura basata sul peccato originale», tanto più che non sono un credente. Ma il mio riferimento a quel peccato voleva essere polemico contro il buonismo e dire che viviamo in una società che ci incattivisce, quasi a dire che il peccato originale è il prodotto della nostra società. Neppure la nascita è sana. Ma forse sbaglio. Ciao e scusami.
v.p.
(una segnalazione di Antonella Pozzi)