lunedì 26 maggio 2003

Schopenhauer

La Repubblica 26.5.03 Filosofia
Quando Schopenhauer sbottò: "Hegel è un ciarlatano"
di Franco Volpi

«Prima di deridere l´astronomia di Hegel lo scientista dovrebbe immaginare il sorriso di Hegel se lo sentisse parlare di filosofia». Specialmente oggi, questa è la prima raccomandazione da tenere presente nell´accostarsi alla filosofia hegeliana della natura. Perché la tentazione di cadere nello stesso errore dello scientista è grande. In effetti quest´opera ­ parte centrale dell´Enciclopedia delle scienze filosofiche, preceduta dalla Scienza della logica e seguita dalla Filosofia dello spirito (anch´esse tradotte dalla Utet) ­ è stata considerata la parte più caduca del sistema hegeliano. Essa ha qualcosa di artificioso, non vive delle traboccanti intuizioni di Goethe o degli empiti naturalistici del giovane Schelling. Diciamolo pure: possiede ormai, nei suoi contenuti scientifici, un valore prevalentemente storico, tendenzialmente museale.
Già all´epoca, peraltro, l´ammirazione per il vasto sapere messo in campo da Hegel non aveva impedito di rilevare alcuni veri e propri errori in cui egli inciampa. Il giovane Schopenhauer aveva avuto l´ardire di svergognarlo di fronte ai colleghi. Bruciandosi ovviamente la carriera. Scriverà: «Hegel è un ciarlatano, sofista, oscurantista», «uno sciupatore di carta, di tempo, di cervelli». Eppure il philosophus teutonicus per eccellenza rimane un passaggio inevitabile nella storia della filosofia, un pensatore imprescindibile al quale sempre si è tornati e sempre si tornerà. Certo, dopo le sbornie neohegeliane del passato l´interesse per il suo pensiero è rientrato oggi nel suo alveo naturale: la ristretta cerchia degli specialisti. Ma anche nelle facoltà di filosofia Hegel non è più frequentato come un tempo. Eppure la sua filosofia rimane qualcosa di unico e grande: è il tentativo, l´ultimo, di percorrere le mille vie del reale fino ad elevarsi al punto di vista di Dio e comprendere la Totalità. Di dare un nome all´Intero e interpretare tutto come sua necessaria esplicazione.
La presente edizione, che include anche le importanti «Aggiunte», è l´impresa con cui Valerio Verra, compianto grand seigneur della filosofia italiana, ci ha lasciati. Due anni or sono, mentre si accingeva alla correzione delle bozze di questo libro, un improvviso destino lo strappava al suo lavoro.