domenica 1 giugno 2003

ancora sui delitti in famiglia

Il Messaggero 1.6.03
Rapporto Eurispes/
Una strage "a sesso unico": 30 assassini maschi contro 4 donne. Il degrado e il disagio mentale tra le cause principali
L’inferno domestico: un omicidio ogni due giorni
I primi drammatici dati del 2003: otto delitti su dieci maturano all’interno della coppia
di Anna Maria Sersale

ROMA - «Ti amo, ti ammazzo». E’ la sintesi estrema di molte tragedie familiari, che sfociano nella morte del partner, quasi sempre lei, colpita dalla mano di lui che l’aveva amata. Nella coppia e in famiglia si verifica «un omicidio ogni due giorni». In dieci anni, dal gennaio del ’94 all’aprile del 2003, si contano oltre 850 decessi. Lo rivela un’indagine dell’Osservatorio Eurispes, fatta in collaborazione con “Ex", un’associazione nata nel ’98 per iniziativa di un gruppo di separati. Nei primi 4 mesi di quest’anno sono stati classificati 49 omicidi che hanno causato 62 vittime tra sposati, conviventi, fidanzati, amanti, nonché tra parenti di vario genere. Di questi ben 34 sono avvenuti nella coppia. «Il matrimonio - sostengono i ricercatori - è il tipo di relazione più esposta al delitto: 18 omicidi sono tra sposati e 6 tra conviventi». Delitti «a sesso unico», poichè degli autori 30 sono maschi e 4 femmine.
La cronaca ci sta abituando agli “sterminatori" delle parentele, un fenomeno che lascia annichiliti. Morire in famiglia è più inquietante, eppure accade sempre più frequentemente, mentre gli esperti della psiche si affannano a decifrare le patologie che generano violenza dentro le mura domestiche.
Colpa anzitutto della «sofferenza mentale», che è al primo posto tra le cause che spingono ad uccidere il partner o il familiare. Sofferenza mentale che ha radici non solo fisiologiche. «Talvolta - sottolinea l’Eurispes, la sofferenza mentale non nasce solo nei meandri della mente, ma ha come concausa il degrado ambientale, la povertà, l'abbandono sociale. Su 54 delitti ben 15 sono causati da condizioni border-line, tra malattia mentale vera, che se individuata agli esordi non sarebbe esplosa, e malessere di chi percepisce la vita “indegna" di essere vissuta». Nella scala delle motivazioni segue «l’alta conflittualità della coppia», con otto episodi delittuosi.
Se i due “scoppiati" diventano nemici che si fronteggiano, gli odi, i rancori, le vendette trasversali come saette impazzite cadono sui due contendenti e, quel che è peggio, sui figli, vittime degli scontri e dei ricatti. Una guerra assurda, che non si ferma finché non c’è un “vincitore" e un "perdente". «La preponderanza dei delitti maturati nell’ambito delle relazioni di coppia - scrive l’Eurispes nell’indagine presentata ieri - conferma il profondo disagio socio-culturale tra uomo e donna, conseguenza dello stravolgimento di gran parte dei ruoli».
Il disagio socio-culturale, dunque, è l’altro grande imputato. Lui e lei ancora non sono riusciti a metabolizzare i cambiamenti di cui sono protagonisti. Tutto ciò «diventa patologia, in parte sociale, in parte individuale», «Il fatto è che - osservano i ricercatori - il rapporto tra i sessi oggi spazia da un eccesso all’altro. O si presenta fin troppo facile, stile “mordi e fuggi", oppure è troppo difficile, aggravato com’è da continui ed estenuanti negoziati».
Gli schemi familiari sono saltati, la divisione dei compiti è da inventare giorno per giorno, la complessità della sfera affettivo-sessuale, nell’era della trasgressione, è un altro terreno su cui si consumano i conflitti più aspri. Se il taglio è netto, se lei dice basta e sbatte la porta (nel 90% dei casi sono le donne a troncare quando il rapporto non funziona più), i conflitti possono anche non debordare. Soffermandosi sulle cause e le motivazioni dei delitti maturati nel rapporto di coppia o in ambito familiare, Eurispes sottolinea che esse rientrano, praticamente, in due categorie, quella del delitto per raptus o per gelosia. Da qui deriva il cosiddetto «omicidio per amore», cioè «un amore molesto che spinge più gli uomini che le donne ad uccidere, ma che pur sempre è la spia delle difficoltà di capirsi».
L’equilibrio è difficile. Le donne e gli uomini hanno perduto i vecchi modelli. E ancora non poggiano stabilmente sui nuovi. All’origine di tanti disagi, per l’associazione “Ex", c’è anche una gestione fallimentare delle separazioni. Padri e madri rivendicano i figli per sè dopo dolorose divisioni, e anche questo arroventa il clima. Secondo l’Istat nel 2000 sono state oltre 72 mila le separazioni e 37 mila i divorzi, con un aumento rispetto al ’95 del 37,5 e del 39%. In pratica si registra una separazione ogni quattro matrimoni e un divorzio ogni 9.