martedì 29 luglio 2003

Modigliani

La Gazzetta del Mezzogiorno 29.7.03
Intervista.
A Christian Parisot Modigliani & Jeanne
le loro mani nella tela ritrovata
di Maria Paola Porcelli

Secondo una recente notizia, dei gitani avrebbero collaborato con i carabinieri di Monza e di Roma al ritrovamento del quadro La ragazza con le calze rosse, ritratto di Germaine Escudié, la piccola ballerina di Montmartre, dipinto a due mani da Modigliani e dalla sua compagna Jeanne Hébuterne. La notizia sarebbe piaciuta molto a Modì, che aveva gran rispetto per i vagabondi, padroni del mondo. Meno contento il proprietario francese del quadro che certo non avrà molto gradito questa passeggiata del suo dipinto, valutato alcuni milioni di euro, in un campo nomadi.
Abbiamo intervistato il professor Christian Parisot, massimo esperto sull'opera di Amedeo Modigliani e Jeanne Hébuterne, presidente degli Archives légales Modigliani di Parigi, nonché curatore della mostra «Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne e gli artisti di Montmartre e Montparnasse» in corso nel Castello svevo di Bari sino al 25 agosto.
«Si tratta di un olio su cartone - ci dice Parisot - dipinto tra il 1918 ed il '19 a due mani, quella di Jeanne e quella di Amedeo, in due momenti distinti. Due tecniche in uno stesso quadro».
Una pratica diffusa nella «Scuola di Parigi»?
«Certo. Spesso i 'fondi' erano eseguiti con e da altri artisti. Moise Kisling ne ha preparati molti per Modigliani. Le loro mani si alternavano sulle rispettive tele, di fronte alla stessa modella, nello stesso appartamento della rue Joseph Bara a Montparnasse. Stessa donna, stessi pennelli, stessi colori, come aveva già raccontato lo stesso Kisling».
L'opera ritrovata nei giorni scorsi a Monza in un campo rom è conosciuta da vent'anni, ma come opera «da verificare», in un dossier già catalogato da Jeanne Modigliani, figlia di Amedeo.
«Certo. Oggi anche analisi chimiche ufficiali del supporto hanno confermato che risulta d'epoca, come la firma di Modigliani che risulta perfettamente inserita nella pasta cromatica del fondo».
Questa è la sua perizia sul quadro. Eppure esiste qualcuno che insinua il sospetto che l'opera sia un falso?
«Le voci, le polemiche, le opinioni nelle expertise non sono sufficienti. Come può facilmente immaginare, gli interessi che girano attorno ad un'opera del genere sono tanti. Qualcuno prova a confondere il valore commerciale con quello artistico. Una cosa è certa: nel tempo nessuno ha fornito prove scientifiche sufficienti a provare il contrario delle nostre tesi. Due anni fa, dopo aver analizzato l'opera in una riunione di esperti, abbiamo espresso il nostro parere controfirmato da me e da Jean Kisling. Nel parere ufficiale mi soffermavo anche sul cartone incollato su un supporto ligneo col quale si era voluto in passato 'restaurare' l'opera compromettendone una parte importante. È possibile sbagliarsi, ma è molto, molto difficile».
Oggi conferma le sue valutazioni?
«Certo. Confermo l'autenticità dell'opera La ragazza con le calze rosse eseguita da Amedeo con la partecipazione nel 'fondo' della Hébuterne. Una tesi ancora più inconfutabile oggi, dopo i recentissimi ritrovamenti di molte opere di Jeanne nella cantina parigina del fratello André e ora esposte per la prima volta a Bari».
Ci descriva questi segni di riconoscimento.
«Soprattutto il fondo leggermente sfumato con i tre quadretti appesi al muro ripresi e sottolineati da un contorno nero e legati tra loro da un tratto lineare, una sorta di filo nero presente anche in La ragazza con le calze rosse. Segni che appartengono alla costruzione orizzontale degli interni di Jeanne Hébuterne che dipingeva quasi esclusivamente su cartone. Tutti segni d'autenticità che l'artista-musa ha riproposto puntualmente, come fosse una firma, anche sulle altre sue opere».
E la figura centrale? Cosa hanno rivelato le analisi?
«La figura centrale della ragazza seduta è stata dipinta d'un sol getto da Amedeo, in pochi minuti come dimostrano le analisi. Pochi colori sulla superficie liscia del cartone con un pennello ruvido su un fondo ancora umido. Pochi tratti per dipingere dal basso verso l'alto, dalle scarpe slacciate di questa ballerina, la silhouette con il tutu da ballo, la prospettiva assente, il ritratto frontale, la visione centrale tipicamente toscana, scultorea. Il viso inquadrato da due trecce verticali, gli occhi assenti a ricordare la "paura del vuoto"».
Un volto triste?
«Come tutti quelli che Modigliani cercava di eseguire in fretta dopo una richiesta specifica del committente: colori diluiti con la vernice finale affinché l'olio potesse seccare rapidamente. Jeanne e Amedeo hanno dimostrato che la loro unione poteva esprimersi in un segno pittorico di grande livello legati dal colore su di un supporto comune. Nella mostra di Bari c'è una tela, questa volta un supporto caro ad Amedeo, autore solo di dettagli e su cui ha invece dipinto principalmente Jeanne. Esattamente il contrario di quanto è avvenuto in La ragazza con le calze rosse».

Ecco le prime immagini
del kolossal Modigliani

Le prime immagini del kolossal "Modigliani" interpretato da Andy Garcia con la regia di Mike Davis, saranno proposte in anteprima mondiale da Rai Educational oggi (martedì 29.7.03) su Raitre alle 0.20. Il film uscirà in Usa a dicembre proprio per lanciare verso l'Oscar un travolgente Andy Garcia.