martedì 2 settembre 2003

autismo e genio

(citato al seminario del lunedì)
Repubblica 1.9.03
Gli scienziati americani: un cervello di grandi dimensioni aumenta la predisposizione a questo tipo di sindrome
Autismo, non solo una malattia C' è del genio in quei bambini
le frontiere della scienza Chi ne soffre sembra avere una marcia in più nelle operazioni che richiedono ordine e applicazione più che intuizione e fantasia Lo scetticismo di un neuropsichiatra 'Sì, certe capacità possono essere potenziate ma definirle un dono è eccessivo'

ELENA DUSI
ROMA - L' autismo può essere una risorsa? Tra il ventaglio di disturbi che ricadono sotto questo nome c' è anche la sindrome di Asperger, associata a un quoziente intellettivo superiore alla norma. Il più recente fra gli studi su questa malattia tanto elusiva afferma che un cervello di grandi dimensioni sembra aumentare la predisposizione all' autismo. La moltiplicazione tumultuosa dei neuroni durante la gestazione e i primi anni dell' infanzia determinerebbe un aumento sregolato delle connessioni nervose, suggerisce Eric Courchesne, ricercatore dell' università della California. «Le sinapsi - spiega in un articolo apparso recentemente su New Scientist - si sviluppano così rapidamente che l' esperienza non fa in tempo a selezionare quelle più valide, distruggendo le altre». L' ipotesi ha suscitato nella comunità scientifica reazioni oscillanti fra l' entusiasmo e lo scetticismo. Resta il fatto che la sindrome di Asperger sembra dare una marcia in più nelle operazioni che richiedono applicazione più che intuizione e sistematicità più che fantasia. Alcuni esempi: abilità nei videogiochi e nell' uso del computer in genere, capacità di calcolo stupefacenti, destrezza nello smontare e rimontare gli oggetti. Di autismo come risorsa parlano l' ultimo numero di Newsweek, che dedica all' argomento il servizio di copertina, e un' inchiesta apparsa sulla Bbc lo scorso luglio. A parlare dal network britannico è Luke Jackson, un ragazzo di 14 anni autore già di diversi libri fra cui "Freaks, geeks and Asperger syndrome", cioè "Frizzi, lazzi e la sindrome di Asperger". In apertura si legge: «Una cosa particolare che mi riguarda e che molte persone chiamerebbero un handicap, ma secondo me è un dono, è che sono malato di una particolare forma di autismo». Simon Baron-Cohen, lo psicologo dell' università di Cambridge intervistato da Newsweek, ne fa una questione di sessi. Nel suo libro "The essential difference" (La differenza essenziale) distingue tra la capacità di capire le persone e le loro emozioni (tipica delle donne) e l' abilità nel sistematizzare i concetti, punto forte degli uomini. L' autismo, secondo questo studioso, non sarebbe altro che un attaccamento morboso a regole e schemi rigidi, accompagnato da incapacità di percepire le emozioni altrui e comunicare le proprie. Motivo per cui, sostiene Baron-Cohen, a essere colpiti dalla sindrome nell' 80 per cento dei casi sono i maschi. Definire la sindrome di Asperger un "dono" è «francamente un' esagerazione» secondo Ernesto Caffo, che insegna neuropsichiatria infantile all' università di Modena e Reggio Emilia. «Anche quando alcune capacità intellettive sono potenziate - spiega - ci troviamo di fronte a bambini con difficoltà di socializzazione. Se diagnosticati in tempo e curati possono fare grandi passi avanti, andare a scuola e vivere una vita piuttosto normale. Ma occorre ricordare che da questa sindrome non si guarisce definitivamente. Nel momento in cui si cresce e arriva il momento di trovare un lavoro, le disarmonie possono riemergere». La terapia in Italia coinvolge solo la sfera comportamentale e affettiva. In genere si preferisce evitare i farmaci. «L' importante - prosegue Caffo - è studiare una risposta valida a livello individuale. L' autismo si manifesta con infinite sfumature diverse e purtroppo dalla mia esperienza posso vedere che sono pochi i casi cosiddetti ad alto funzionamento, in cui delle capacità spiccate permettono l' inserimento nella vita produttiva. La varietà dei sintomi, le mille situazioni familiari e sociali in cui un bambino può trovarsi ci invitano alla prudenza: meglio usare le categorie il meno possibile quando si ha a che fare con l' autismo e affidarsi a una terapia personalizzata». Per quanto "ad alto funzionamento", i bambini affetti di autismo tenderanno sempre a ritirarsi nei loro spazi, ripetere compulsivamente dei comportamenti senza senso, come ad esempio picchiettare un tavolo o una bottiglia e soprattutto tagliare le comunicazioni con il mondo esterno. «In passato - spiega il neuropsichiatra - i casi di autismo venivano classificati sotto le più varie forme di malattia mentale. Oggi almeno abbiamo imparato a diagnosticare questa sindrome, e possiamo evitare ai bambini che ne vengono colpiti di finire in una struttura di assistenza». Non mancano poi le forme leggere del disturbo, che vengono classificate come semplici stranezze del carattere. «Durante i nostri incontri scientifici - ammette in conclusione Caffo - capita spesso di notare dei personaggi di successo dell' attualità e cogliere in loro una sottile vena di autismo».