mercoledì 3 settembre 2003

Boncinelli e Damasio

Corriere della Sera 3.9.03
ELZEVIRO Il nuovo saggio di Damasio
Viaggio all’origine delle emozioni
di EDOARDO BONCINELLI

Gioia e dolore, esaltazione e abbattimento: con il pensiero e l'immaginazione l'uomo è capace di elevarsi al di sopra delle acque agitate del mondo della vita, ma tutto il suo essere affonda le radici nelle emozioni, nei sentimenti e negli stati d'animo, che lo mettono in diretto contatto con l'ordito stesso della vita. Alcuni di noi sono portati a disprezzare la propria vita emotiva, mentre altri la esaltano, considerando invece con sufficienza la ragione e la sua freddezza. Né gli uni né gli altri possono sottrarsi tuttavia alla realtà dei fatti. Noi siamo, inevitabilmente, un fascio di emozioni, di sentimenti e di stati d'animo - piacevoli, impercettibili o fastidiosi - come lo siamo di pensieri, di sogni e di ricordi. Alle emozioni e ai sentimenti ci riconduce ogni attimo della nostra giornata. A questi dobbiamo letteralmente la vita. Ma di questi sappiamo ben poco, nonostante il gran parlare che se ne fa. Una domanda prima di tutto: vengono dal corpo e la mente li percepisce, quando li percepisce, solo in un secondo tempo; oppure nascono nella nostra mente e interessano solo secondariamente il corpo? Quasi tutti, penso, propenderebbero per la seconda soluzione. Il grande William James, fratello di Henry James, affacciò cento anni fa l'ipotesi inversa, che le emozioni stessero cioè prima nel corpo e poi nell'anima, ma nessuno gli diede retta. C'è una grande, e per me incomprensibile, resistenza a riconoscere il primato del corpo nell'orchestrazione della nostra vita emotiva. Mi colpì molto perciò leggere, qualche anno fa, alcune affermazioni di Antonio Damasio, un noto studioso di neuropsicologia umana, che suggeriva un ruolo primario delle reazioni emotive somatiche, dalle più contenute alle più viscerali, anche nella retta e «razionale» valutazione di linee di condotta e di comportamenti nella vita di tutti i giorni.
Sul tema delle emozioni e dei sentimenti ritorna oggi Damasio in un libro in uscita da Adelphi, Alla ricerca di Spinoza . Dico subito che si tratta di un libro molto bello e coinvolgente; un libro coraggioso, scritto da uno spirito illuminista che muove alla ricerca delle ragioni del cuore, quelle che la ragione, secondo Pascal, non può comprendere.
La sua vocazione illuminista si vede nella scelta dell'argomento, il tentativo di comprendere appunto le basi neurobiologiche del sentimento, e nella ferma e appassionata denuncia di tutte le passate persecuzioni contro chi pensa con la propria testa: Spinoza ad esempio, ma non lui solo. È veramente incredibile quello che riesce a fare l'essere umano quando ritiene di agire a fin di bene. Ed è altrettanto incredibile che qualcuno, più d'uno in verità, possa oggi esaltare e rimpiangere quei tempi passati.
Dopo aver confessato che per potersi mettere a studiare seriamente la biologia dei sentimenti umani aveva dovuto liberarsi di tutto quanto aveva appreso fino ad allora sull'argomento - che i sentimenti fossero impossibili da definire, destinati a restare per sempre misteriosi, impalpabili entità aleggianti a mezz'aria nei paraggi dell'anima -, Damasio passa a illustrare alcune cose che i suoi studi gli hanno fatto intravedere sulle emozioni e sui sentimenti. Prima le emozioni, per dir la verità, e poi i sentimenti, perché quelle vengono da lontano, da un passato di animali dotati di un corpo e di un sistema nervoso anche appena accennato; e poi i sentimenti, che richiedono invece un'organizzazione delle funzioni cerebrali superiori che le metta in condizione di rappresentarsi i diversi stati del corpo. Le emozioni quindi nascono nel corpo e dal corpo, e guai a un animale che non le avesse, e i sentimenti non sono altro che la percezione sufficientemente dettagliata dei diversi stati d'agitazione (affectiones direbbe Spinoza) del corpo stesso. Damasio ha raggiunto le sue conclusioni studiando il comportamento, a volte incredibilmente rivelatore, di individui portatori di vari tipi di lesioni cerebrali, ma le sue riflessioni aspirano a raggiungere una validità generale. E ci riservano comunque una grande lezione.
Un libro illuminista, abbiamo detto, per il coraggio di guardare dentro un argomento così sfuggente e di farlo contro la cultura oggi dominante, tutta impregnata di sentimentalismi da feuilleton e traboccante di pseudospiegazioni psicologistiche. Neanche i neuroscienziati amano per lo più l'argomento, preferendo altre indagini più promettenti e meno coinvolgenti. Ma da qualche anno le cose sono un po’ cambiate, grazie anche a gente come i Damasio, marito e moglie. Mi aspetterei che uno studio serio e documentato sulla nostra emotività come è questo giungesse a tutti gradito e lasciasse qualche traccia. Ma non mi faccio illusioni. La nostra cultura ingloba, neutralizza e incista tutto, per poter impunemente ritornare al suo rassicurante sonno dogmatico.