mercoledì 3 settembre 2003

una ricerca europea, coordinata da Firenze

Gazzetta del Sud 2.9.03
NELLE ZONE PROFONDE DEL CERVELLO
Uno studio europeo coordinato dall'Italia rivela le alterazioni della corteccia
Nella materia bianca la spia della demenza

ROMA – Appaiono come macchie biancastre e rarefatte nelle zone profonde del cervello, i segnali che annunciano la comparsa della disabilità e della demenza negli anziani. Sono alterazioni che avvengono al di sotto della corteccia cerebrale, nella materia bianca, e sono note da oltre 20 anni, ma solo adesso uno studio europeo coordinato dall'Italia riconosce in esse la zona di confine che precede la demenza. «Finora si credeva che le alterazioni della materia bianca fossero tipiche dell'invecchiamento e non si dava loro importanza, ma adesso si è visto per la prima volta chiaramente che è lì che vanno cercati i primi segnali di molti problemi dell'età legati alle demenze, come perdita di memoria, difficoltà nei movimenti e nell'equilibrio, depressione», ha osservato il coordinatore dello studio, Domenico Inzitari, della terza clinica neurologica dell'università di Firenze. È la prima volta che nel cervello vengono riconosciuti i segnali precoci della demenza, presenti in forma estesa in un anziano su tre e in forma lieve su quasi la totalità degli anziani osservati. Si è anche scoperto che le alterazioni progrediscono lentamente e possono impiegare anche 20 anni prima che si manifestino i sintomi della demenza. In altre parole, la loro comparsa potrebbe avvenire già intorno ai 40-50 anni e avere origine in problemi finora collegati alle malattie cardiovascolari, come l'ipertensione e alti livelli di omocisteina. «Le nostre osservazioni – ha rilevato Inzitari – potranno spingere ad essere più attenti alla prevenzione e alla ricerca di nuovi farmaci».
LO STUDIO EUROPEO: promosso nell'ambito del quinto programma quadro della ricerca Ue, coinvolge 12 centri coordinati dall'università di Firenze. La ricerca, che si concluderà fra due anni, è giunta al terzo anno ed ha arruolato 650 anziani sani fra 65 e 84 anni, reclutati in tutti i centri. Di ognuno di essi sono state valutate condizioni fisiche, mentali e psicologiche. Quindi il loro cervello è stato osservato utilizzando una tecnica molto avanzata di Risonanza magnetica, in grado di evidenziare la presenza di alterazioni nella materia bianca.
LA ZONA DI CONFINE: osservate con la Risonanza magnetica, le alterazioni nella zona profonda del cervello associate all'età appaiono come macchie biancastre. Questo fenomeno, chiamato leucoaraiosi, è provocato dalla riduzione della guaina di mielina che riveste le cellule nervose e che rende possibile la trasmissione dei segnali fra di esse. Nello stesso tempo aumentano progressivamente le cellule della glia, che formano l'impalcatura sulla quale si sviluppano le cellule nervose.
L'ORIGINE: l'ipotesi più attendibile è che le alterazioni siano causate dal mancato afflusso di sangue (ischemia) dovuto all'irrigidimento dei piccoli vasi sanguigni. «Per oltre il 60% questo problema si deve all'ipertensione – ha detto Inzitari – ed è il risultato di un processo molto lento, che comincia già dai 40-50 anni. I nostri risultati suggeriscono l'importanza di prevenire l'ipertensione e di trattarla in modo aggressivo».
ALTERAZIONI-SPIA IN 1 ANZIANO SU 3: dai dati raccolti finora è emerso che, tra gli anziani di oltre 65 anni, uno su tre ha le alterazioni della materia bianca che anticipano le demenze. «Considerando le alterazioni più lievi si può arrivare quasi al 100%», ha osservato l'esperto.