lunedì 15 settembre 2003

il processo Franzoni

Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione 15.9.03
«Processate la Franzoni»
Domani l'ora della verità


TORINO — Domani ad Aosta, a un anno e otto mesi dall'omicidio del piccolo Samuele Lorenzi, il delitto di Cogne approderà in tribunale per l'udienza preliminare. Il gup Eugenio Gramola dovrà stabilire se rinviare a giudizio Anna Maria Franzoni, la madre del bimbo ucciso, indagata per omicidio volontario aggravato. Sarà un'udienza tecnica: la Franzoni non dovrebbe essere presente, mentre in aula si affronteranno il suo legale, l'avvocato Carlo Taormina, e l'accusa, rappresentata dal pm Pasquale Longarini.
Accusa e difesa
Il caso di Cogne comincia la mattina del 30 gennaio 2002, quando in una villetta del paesino valdostano viene ucciso il piccolo Samuele, 3 anni, figlio di un consigliere comunale di Cogne, Stefano Lorenzi, e di Anna Maria Franzoni. Il bimbo viene trovato in camera dei genitori, steso sul letto, ferito alla testa con 17 colpi. A dare l'allarme è la madre, rientrata in casa dopo aver accompagnato l'altro figlio, Davide, alla fermata dello scuolabus. Annamaria Franzoni chiama il 118 e chiede subito aiuto a una vicina di casa, Daniela Ferrod, e al medico del paese, la psichiatra Ada Satragni, che presta i primi soccorsi a Samuele.
I carabinieri e il pm Stefania Cugge, con il procuratore capo di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo, cominciano a sentire parenti e vicini. Dopo qualche giorno la procura incarica il Ris di Parma di compiere i rilievi scientifici sul luogo del delitto. La famiglia Lorenzi nomina come legale l'ex vicepresidente del Csm, il torinese Carlo Federico Grosso. Sarà lui il primo difensore della Franzoni che, il 14 marzo, su ordine del gip di Aosta, Fabrizio Gandini, viene arrestata per l'omicidio e portata nel carcere di Torino. La difesa fa ricorso al tribunale del riesame che, il 30 marzo, annulla l'ordinanza del gip, non ritenendo sussistenti i gravi indizi e ordina di scarcerare la donna.
Ma la procura di Aosta ricorre in Cassazione e il 10 giugno la prima sezione della Suprema Corte annulla la decisione del riesame di Torino, rimandando il caso a un altro collegio giudicante che, il 4 ottobre, legittima l'arresto. La Franzoni resta però libera, in attesa che la Cassazione si pronunci sul ricorso presentato dalla difesa assunta, intanto, dall'avvocato Taormina. Nel frattempo, voci poi confermate in una trasmissione tv parlano di una nuova gravidanza della Franzoni che, il 26 gennaio scorso,partorisce il terzo figlio, Gioele.
«Capace d'intendere»
Pochi giorni dopo, il 10 febbraio, il gip Gandini revoca l'ordinanza di custodia ritenendo superate le esigenze cautelari e il 3 luglio arriva dalla procura la richiesta di rinvio a giudizio per la Franzoni che, nel corso dell'inchiesta, è stata sottoposta a perizia psichiatrica e giudicata capace di intendere e di volere.
In questi mesi la battaglia, anche mediatica, fra accusa e difesa non si è mai fermata. Da un lato le tesi dei carabinieri del Ris, usate dalla procura come elemento d'accusa; dall'altro quelle della difesa, affidate all'Istituto europeo di Medicina legale e Scienze forensi, che avrebbero raggiunto risultati opposti. I punti su cui le due parti si scontrano sono l'orario del delitto, il pigiama e gli zoccoli della Franzoni, la posizione dell'assassino e il numero di colpi inferti con un'arma che non è mai stata trovata.
r. i.