domenica 16 novembre 2003

un'altra guerra:
ad esempio, Mirafiori Nord

La Repubblica, ed. di Torino 16.11.03
L'allarme da una ricerca condotta a Mirafiori Nord
Violenze quotidiane tra le mura di casa
di VERA SCHIAVAZZI


Trentotto casi di violenza sessuale da maggio ad oggi contro i 40 in un intero anno del 2002: il dato, allarmante, è stato ricordato ieri dall'assessore Paola Pozzi, in margine alla presentazione di una ricerca sulla violenza a Mirafiori Nord, nel quartiere del progetto "Urban". Su 1.300 interviste, tuttavia, nessuno ha fatto cenno ad episodi di questo genere. Sono emerse invece molestie, ma anche e soprattutto maltrattamenti fisici e violenze psicologiche. Con, ancora una volta, il partner al primo posto tra i colpevoli, seguito dai colleghi e dal datore di lavoro.
Un'inchiesta basata su 1.300 interviste telefoniche e 72 colloqui con gli "addetti ai lavori" (ovvero gli assistenti sociali, i poliziotti, gli addetti al Sert e gli altri operatori del quartiere) nella zona interessata dal programma "Urban", Mirafiori Nord, ha dato per ora questi risultati. Ma il lavoro continuerà con 20 colloqui "in profondità" tra l'équipe diretta dalla sociologa Franca Balsamo: le intervistate, questa volta, sono donne che hanno accettato di raccontare la propria storia di vita dopo aver ammesso, nella prima telefonata, di essere state vittime di maltrattamenti.
"La ricerca - ha spiegato Balsamo - si inserisce all'interno della "Rete nazionale antiviolenza" ed è una ricerca-intervento: l'obiettivo non è soltanto acquisire dati, ma anche migliorare le tecniche di intervento, ad esempio attraverso la formazione degli operatori. Sappiamo che in alcuni ospedali, tra i quali il "Sant'Anna", sono nati centri specializzati che sanno rispondere molto bene alle esigenze delle donne vittime di violenza, mentre altrove, in particolare nelle sedi delle forze dell'ordine, a volte manca il personale esperto".
Le 1.300 telefonate, indirizzate ad un campione di 1.000 donne e 300 uomini, intendevano "misurare" non solo gli episodi avvenuti, ma anche la percezione degli intervistati rispetto al livello di violenza diffuso nel quartiere dove vivono, dalle mura domestiche ai compagni di lavoro. Il risultato: "A Torino gli stereotipi assai diffusi, soprattutto quando si parla di violenza maschile contro le donne, sembrerebbero meno forti che altrove - dice Franca Balsamo - Qui infatti non si sono raccolte risposte del tipo «gli uomini sono violenti per natura» oppure «alzano le mani quando bevono» come altrove, ma si è riscontrato in generale un atteggiamento più critico, capace di distinguere i fenomeni generali dalle responsabilità dei singoli".
Quel 12% di intervistati che ha comunque dichiarato di aver subito negli ultimi due anni un atto violento (maltrattamenti nel 3% dei casi, molestie sessuali nel 2,8%, violenza psicologica nel 6,2%) ha individuato nel coniuge (34%) il principale colpevole tra le mura domestiche, mentre all'esterno i responsabili più frequenti sono i colleghi (7,8%) e i datori di lavoro (5,8%). Si conferma così, anche a Mirafiori Nord, una linea di tendenza diffusa in tutta Europa: la sensazione di insicurezza e il timore di essere vittima di aggressioni fisiche e verbali nasce innanzi tutto da tensioni e soprusi commessi da persone che si conoscono bene e si frequentano ogni giorno. "Torino - ha detto Paola Pozzi, assessore alla Pari Opportunità - è da tempo impegnata sul terreno della lotta alla violenza e sostiene iniziative come il Coordinamento tra tutte le associazioni che se ne occupano. Ma proprio perché il fenomeno della violenza è molto esteso occorre un rinnovamento culturale profondo. Per questo lavoriamo nelle scuole promuovendo la non-violenza".