mercoledì 31 dicembre 2003

ancora su Soleri:
«un effetto urbano generato dalla gente»

una segnalazione di Riccardo Cantini

da www.architettura.it
una intervista al Construction Manager di Arcosanti, italiano anch'egli, ANTONIO FRAGIACOMO
«"Parametro", 1974: un numero su Arcosanti, definita 'superstar', foto avvincenti, e Soleri che parla di come sconfiggere "l'istinto di morte". Interessante, no?»


Costruendo Arcosanti
di Marco Felici


In Arizona da Paolo Soleri, un viaggio per capire l'attualità dell'unica utopia in costruzione. Un visionario? No, questa non è una definizione adatta; basta parlarci pochi minuti per capire che Soleri è prima di tutto un filosofo, e che le sue intuizioni possono essere rigettate solo da chi teme la loro potenza. Tanti credono nell'Arcologia, un'alternativa che risolve, radicalmente, il problematico rapporto tra l'ambiente antropico e quello naturale: Arcosanti non è ancora una città, ma già ha i suoi cittadini; dei cinquemila volontari che hanno lavorato alla costruzione, molti si sono fermati, ed una sessantina sono ormai definitivamente residenti. Il legante è nell'effetto urbano che si crea in queste strutture iperconnesse e plurifunzionali: un condensato pensato per miniaturizzare la massa dell'habitat salvando il territorio dalla città-diffusa. Partecipare alle attività quotidiane di Arcosanti significa però accorgersi che questo effetto urbano è generato dalla gente; il progettista ha dato lo strumento, ma la musica è liberamente interpretabile. Così tra i terrazzamenti si incontrano i "dannati" della fonderia ed i "mistici" del laboratorio ceramiche; le radioline si sfidano tra rock ed ethnic… Lo "zoo delle persone" (così si scherniscono gli Arcosantiani durante le migliaia di visite turistiche) potrebbe essere completo, ma l'avventura non è finita. Il cantiere va avanti, non si è mai fermato in trent'anni ed ora sembra voler accelerare. È il momento di preparare il salto verso il compimento di una Arcologia, la città che si sviluppa in verticale. C'è fermento nell'aria. Nel parlarne con Antonio Fragiacomo, un altro italiano in un ruolo chiave per la costruzione, emergono alcuni elementi. [MF]

MARCO FELICI: Un architetto romano "alla corte di Paolo Soleri"; come nasce il suo ruolo di Construction Manager di Arcosanti?

ANTONIO FRAGIACOMO: 1974, Parametro. Un numero su Arcosanti, definita 'superstar', foto avvincenti, e Soleri che parla di come sconfiggere "l'istinto di morte"; interessante no? E poi i viaggi per i deserti americani e lo spirito pionieristico che ti comunicano; la tensione straordinaria che questo posto esprime, anche quando si è qui per una breve visita. La partecipazione ad un workshop entusiasmante, con architetti e studenti da tutto il mondo, ed eccomi a costruire questo laboratorio urbano, fisicamente… e capisci che tutto il resto è subalterno.

Consiglierebbe questa sua scelta anche ad altri architetti italiani?

Certo, la scintilla, che per me fu quel numero di Parametro, oggi potrebbe essere il bel libro su Soleri di Iolanda Lima, appena pubblicato, o l'itinerario di Domus [febbraio 1999]. Cominciare con una visita al nostro sito internet, [wwww.arcosanti.org] e, naturalmente, partire per il workshop di cinque settimane. Un viaggio nel deserto di alta quota, siamo a 1200 m. come Cortina d'Ampezzo, non lontani dalla Monument Valley e dal Grand Canyon. Attenti però… questa esperienza può davvero cambiare… la vostra dimensione interna; non coinvolge solo il rapporto con l'architettura e le belle forme.

Cos'è oggi Arcosanti, trent'anni dopo la sua fondazione?

Torno a "Parametro": io credo che Arcosanti sia ancora 'superstar', con in più la forza che gli deriva da questi trenta anni di caparbia crescita, di resistenza. Migliaia di persone hanno contribuito, e contribuiscono anche oggi, alla realizzazione di questo laboratorio urbano. Abbiamo periodi con punte di circa novanta residenti, persone che vogliono dimostrare che il vivere senza sovraconsumo è un-di-più. Saper ridurre la dipendenza dai beni materiali esalta l'enorme carica di creatività ed umanità che nelle megastrutture dello spreco, le città attuali, ogni giorno perdiamo. La metropoli vera, anche se piccola, è qui! …e la puoi fabbricare.

…e quali le prospettive?

Tornando in Italia mi sono accorto del grande interesse che esiste nel nostro paese per Soleri e la sua attualità. Alla Biennale di Venezia [Soleri ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera] Fuksas ha riconosciuto che i temi della mostra erano quelli che Paolo 'inesorabilmente' ci mette sotto il naso da anni, e che qui, ad Arcosanti, costituiscono la base per il nostro lavoro quotidiano. Fino ad allora vestivo solo i panni del Construction Manager; ma poi, quando ti accorgi che investitori ed imprese a volte si fanno sedurre dalle idee, e te li puoi trovare accanto, allora cominci a guardare oltre. Una intraprendente facoltà di architettura italiana, in cerca di sempre migliori strumenti didattici, ha avviato un dialogo serrato con noi per una collaborazione che, non si scappa, ci aiuterà a preparare nuovi 'getti'. Così puntiamo ad avere 600 abitanti nei prossimi cinque anni; le grandi absidi progettate, simboliche della costruzione densa e verticale di un'Arcologia… vorremmo vederle sorgere al più presto, per dimostrare le potenzialità del 'miniaturizzare'. Ora contiamo su collaborazioni di prestigio; ci muoviamo con un passo 'minimalista' [incrementale], ma abbiamo deciso che "le cose che desideriamo devono guidarci più di quelle che possiamo fare". Così ora non sono più solo un Construction Manager, ma anche un Project Manager… concretamente ottimista. Grazie per il vostro interesse.