domenica 14 dicembre 2003

libertà sessuale

La Repubblica 14.12.03
L'Associazione celebra 50 anni di attività. Come cambiano costumi e conoscenze sulla sessualità: il fenomeno del lunedì mattina
In coda per la pillola del giorno dopo
L'Aied: "I medici non la prescrivono, sarà la nostra battaglia"
Il profilattico è l'anticoncezionale più diffuso. Gli aborti sono in netto calo
di DONATELLA ALFONSO


GENOVA -Al lunedì mattina, davanti alle porte dei 24 consultori Aied di tutta Italia c'è sempre una piccola folla di donne e ragazze, con un'unica richiesta: la pillola del giorno dopo, visto che sempre più spesso ospedali, medici di base e ginecologi oppongono una sorta di "obiezione strisciante" alla prescrizione di un farmaco che c'è chi ritiene una pratica abortiva: chi ha avuto un rapporto a rischio durante il weekend, di fronte ad una prescrizione rifiutata rischia così di aspettare oltre 48 ore, riducendo di molto l'efficacia del farmaco. Unica chance, allora, rivolgersi al consultorio, anche se in ritardo, perché al sabato e alla domenica i centri sono chiusi: e l'Aied, l'associazione per l'educazione demografica che ieri ha festeggiato a Genova cinquant'anni di battaglie civili, ha deciso di offrire assistenza legale gratuita alle donne che, a causa della mancata prescrizione della pillola del giorno dopo, saranno costrette a ricorrere all'interruzione di gravidanza. «La pillola del giorno dopo e la fecondazione saranno le nuove frontiere della nostra azione - spiega Luigi Laratta, presidente nazionale dell'Aied - Dal '53, quando la contraccezione in Italia era illegale, ad oggi, se in Italia si sono fatti passi avanti importanti per la contraccezione, molto del merito è nostro. E in un clima di mancanza di laicismo, c'è forte preoccupazione che la legge sulla fecondazione assistita metta in discussione diritti acquisiti, come la legge sull'aborto. Cosa faremo? Sicuramente il massimo dell'informazione, pronti a dare battaglia, a promuovere raccolte di firme e in ogni caso ad essere sempre vicini alle donne». Ventiquattro centri, più di 250 medici, oltre 100 mila visite l'anno, occupandosi di salute fisica e psichica di donne (il 95%) ma anche di uomini: un lavoro costante dal '71, quando la contraccezione in Italia diventò legittima, tante attività sul territorio, colmando le troppe assenze delle istituzioni. Parte ad esempio da Pordenone, come spiega il responsabile Mario Puiatta, l'azione di tutela legale alle donne cui viene impedito di assumere la pillola del giorno dopo; e sui profili legali della contraccezione d'emergenza l'Aied ha preparato anche una pubblicazione inviata ad ordini dei medici e aziende sanitarie, per spiegare che non si tratta di un sistema abortivo ma, visto che interviene prima dell'annidamento dell'ovulo: l'obiezione di coscienza è illegale quanto ingiustificata.
E in un'Italia dai comportamenti laici, con la pillola - in crescita costante - utilizzata ormai dal 22% delle donne in età feconda, con una riduzione delle interruzioni di gravidanza pari al 40% rispetto al 1978, quando la pillola la prendeva solo il 3,2%. Il metodo anticoncezionale più usato rimane però il profilattico, seguito appunto dalla pillola e dal coitus interruptus, (18,6%) che trent'anni fa era invece al primo posto. Ma ci sono ancora tante insicurezze, tanta disinformazione sulla sessualità, specialmente tra i giovanissimi: «Bisogna ricominciare l'educazione sessuale ad ogni generazione» spiega Mercedes Bo, presidente di Aied Genova - Non a caso Aied fa molti corsi nelle scuole». E i dubbi viaggiano on line: adolescenti e giovani adulti, avvezzi a interrogare il monitor più che familiari ed amici, meno che mai medici o insegnanti, riempiono la posta elettronica (aied@aied.it), esprimono dubbi e timori, con domande di un tale candore che, se da un lato fanno sorridere, dall'altro segnalano che il computer è diventato una sorta di confessionale, un non-luogo dove porre anche i quesiti più imbarazzanti perché, tanto, nessuno ti vede. E da queste domande è nato anche un libretto («Scusate? avrei una domanda da farvi») che raccoglie le confidenze di questa generazione così pronta per la tecnologia, così insicura nelle cose più intime.