domenica 14 dicembre 2003

Marco Bellocchio festeggiato ieri sera a Piacenza

Libertà 14.12.03
MULTISALA IRIS
Il regista, presente con la famiglia, omaggiato dalla Provincia con un riuscito gala
Bellocchio: il grazie di Piacenza
Video di Dassoni, parole, emozioni e premi: una vera festa
di Oliviero Marchesi


Dicono che sia stata proprio un'improvvisata, come quando si prepara una festa a un amico senza dirgli nulla in anticipo e attirandolo sul posto con vaghi pretesti. Se così è, il regalo che una Provincia di Piacenza improvvisatasi Santa Lucia ha fatto ieri pomeriggio a Marco Bellocchio è riuscito decisamente bene, a giudicare dalla sorpresa vera (e anche dalla contentezza) che si leggeva in faccia al festeggiato. Soprattutto perché il regalo era bello davvero: un incontro fra il regista e il pubblico della sua Piacenza alla Multisala Iris (in una gremita Sala Europa) per la proiezione di "Buongiorno, Marco": un video su di lui commissionato dalla Provincia e girato dal giovane regista concittadino Marco Dassoni col montaggio di Davide Signaroldi (il titolo cita quello di "Buongiorno notte", l'ultimo, fortunatissimo film di Bellocchio sul caso Moro). "Buongiorno, Marco" non è solo un bel film, ma è un lavoro che tutti gli studiosi di cinema interessati alla figura di Bellocchio dovrebbero vedere. Questo perché riesce a parlare del grande cineasta in modo realmente inedito: e lo fa esplorando i luoghi della sua infanzia e adolescenza (non tanto la Piacenza degli inverni in collegio, quando la Bobbio delle vacanze estive e degli anni avventurosi) per contestualizzare la sua opera, giustapponendo frammenti dei suoi film (in un'emozionante, vertiginosa carrellata ci sono praticamente tutti i lungometraggi da "I pugni in tasca" a "Buongiorno, notte", col domestico "Vacanze in Valtrebbia" a fare da filo conduttore) alle facce e ai ricordi di chi lo conosce bene. Ci sono i fratelli (Piergiorgio, Alberto, Violetta e Letizia), l'attore-feticcio Gianni Schicchi (in gran forma), gli amici Beppe Ciavatta, Sandro Ballerini, Anna Bianchi, Giancarlo e Tilde Cella, Gilda Levi Minzi, Aldo Galleti, ciascuno con le sue memorie. Ci sono i bei versi di Lucia Cerri (elogiati da Bellocchio) e la voce narrante di Rita Nigrelli. C'è la meravigliosa, struggente musica appenninica e partigiana degli Enerbia. Luce in sala, applausi. «Gli avevo detto solo che lo avremmo invitato per una bicchierata» ammicca il presidente della Provincia Dario Squeri, maestro di cerimonie della serata, che invita accanto a sé quattro critici cinematografici, ciascuno dei quali rende omaggio a Bellocchio con rapide notazioni estetiche e soprattutto con aneddoti: Tullio Masoni, Enrico Nosei, Emanuela Martini e Lorenzo Pellizzari (che pronuncia un'autocritica deliziosa: «Lo ammetto: stroncai "I pugni in tasca". Ma c'era un motivo profondo: il film è un incitamento al matricidio e io, all'epoca, nutrivo una forte propensione per quel delitto»). E poi parla lui, l'Omaggiato, lieto e davvero senza parole: «Ringrazio tutti - riesce a dire - e faccio i complimenti all'autore di questo video. Su di me era già stato realizzato un documentario, a ridosso della presentazione a Venezia di "Buongiorno, notte", ma era troppo serio: questo, per la strada che ha scelto, è più bello». Il finale della cerimonia, mentre i presenti fanno ressa al buffet, è un tenero tourbillon di festeggiamenti, come accade nelle rimpatriate ben riuscite. C'è la consegna al regista, da parte del vicesindaco di Bobbio Sergio Bellocchio (parenti? «Sì, alla lontana»), di una targa da parte dell'associazione disabili Lusai per il film collettivo "Tutti o nessuno (meglio noto come "Matti da slegare") girato con Rulli e Petraglia nel 1975. C'è la “foto di famiglia” di Marco coi fratelli. E ci sono le evasive confidenze che il maestro fa su due progetti registici in corso. Il primo è il "Rigoletto" che, in una produzione della Fondazione Toscanini, andrà in scena a marzo al nostro Municipale (e che sembra sia stato già “venduto” a teatri stranieri, interessati a metterlo in scena). «Presto - dice - dovrò affrontare in modo definitivo il problema della messa in scena di questo "Rigoletto". Posso comunque confermare che sarà una regia senza stravolgimenti». Il secondo è "Il regista di matrimoni", il nuovo film: «Ho lavorato molto al soggetto - dice il regista - ma per ora non posso anticipare nulla, se non che si è fatta più concreta la mia speranza di avere come protagonista Sergio Castellitto: sarebbe bellissimo tornare a girare insieme dopo "L'ora di religione"».

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