Le Scienze 11.01.2004
Ecco come dimentichiamo
Scoperta una base neurobiologica per la repressione della memoria
Alcuni ricercatori dell'Università dell'Oregon e dell'Università di Stanford hanno individuato un meccanismo nel cervello umano che blocca i ricordi non desiderati. Si tratta della prima volta che viene trovata una base neurobiologica per la repressione della memoria. La scoperta, opera degli psicologi Michael Anderson, John D.E. Gabrieli e colleghi, è stata pubblicata sul numero del 9 gennaio 2004 della rivista "Science".
La ricerca fornisce prove a sostegno delle teorie di Sigmund Freud, che circa cento anni fa ipotizzava l'esistenza di un meccanismo di repressione volontaria che espelle dalla consapevolezza i ricordi non desiderati. Da allora il concetto di repressione della memoria è rimasto molto vago e controverso, anche perché era difficile immaginare come potesse verificarsi un processo simile nel cervello. Eppure il processo potrebbe essere applicato più spesso e facilmente di quanto previsto.
Secondo Anderson, non si tratta di qualcosa limitato alle esperienze traumatiche: il processo di dimenticanza attiva è applicato diffusamente, ogni volta che siamo distratti da ricordi piacevoli o spiacevoli. "Si tratta di un meccanismo di base - spiega il ricercatore - che il cervello sfrutta per escludere ogni tipo di memoria che ci può distrarre, in modo da concentrarci sul compito che stiamo eseguendo".
Per mimare il processo in laboratorio, Anderson e Gabrieli hanno sottoposto alcuni soggetti a una procedura sviluppata per l'occasione. I partecipanti dovevano innanzitutto imparare alcune coppie di parole. Veniva poi sottoposta loro la prima parola e gli si chiedeva di pensare alla seconda parola o di sopprimerne la consapevolezza. Durante questo compito, i soggetti sono stati esaminati con tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI) che producevano immagini dei tessuti cerebrali al lavoro.
Dopo questa fase, Anderson ha messo alla prova la memoria dei soggetti per tutte le coppie di parole, confermando così che la soppressione della consapevolezza delle memorie non desiderate risultava nell'inibizione della memoria. Lo studio ha rivelato che i ricordi possono essere eliminati grazie ad aree del cervello simili a quelle usate quando si cerca di bloccare azioni fisiche spontanee.
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