domenica 25 gennaio 2004

Emanuele Severino:
la filosofia come consolazione

Corriere della Sera 25.1.04
INIZIATIVA / Un nuovo ciclo alla Triennale con nove protagonisti, da Natoli a Cacciari
Consolazioni filosofiche
Severino: «Cerchiamo risposte per sopportare ansia e dolore»
di Ida Bozzi


La cultura non fa più paura: basti pensare al recente successo di Sermonti e dei suoi commenti danteschi, a quello delle lezioni di storia dell'arte di Daverio, e al numero crescente di incontri letterari che riempiono le serate di riposo dei teatri, il lunedì. E proprio «I lunedì filosofici» è il titolo di una nuova iniziativa organizzata da Pier Lombardo Culture e dedicata alla filosofia, che prende il via domani sera ma che registra quasi il tutto esaurito già alla vigilia della prima lezione: solo una cinquantina i posti ormai disponibili, anche se gli incontri sono stati spostati in una sede più ampia, alla Triennale. Argomenti? Complessi: si va dalla filosofia della felicità, con Salvatore Natoli, alle «aporie della libertà» con Massimo Cacciari, fino alla «Gloria» di Emanuele Severino, il filosofo che terrà domani la prima lezione (ore 18.30, viale Alemagna 6, prenotaz. tel. 02.59.99.52.18, ogni incontro 8 euro).
«Forse comincia a emergere - spiega Severino, docente di filosofia teoretica a Venezia - che c'è una forma di sapere che si rivolge ai temi che interessano l'uomo, cioè dolore, morte e così via, però con il rigore della ragione. È la filosofia. Insomma, c'è una relazione tra l'incertezza dell'uomo contemporaneo, e questa nuova ricerca di risposte nella cultura, e nella filosofia».
Prosegue Severino: «Soprattutto il mondo latino - meno l'anglosassone - si sente deluso di fronte agli orrori che l'integralismo religioso produce nel mondo, da una parte, e insoddisfatto delle risposte della scienza, che intorno ai grandi problemi dell'uomo, alla sofferenza, dice poco».
Si fa largo così una terza strada, la filosofia. Proprio di questo parlerà domani sera il filosofo, autore di testi come «Destino della necessità», «L'anello del ritorno» e il recente «La Gloria». «Diciamo una frase che è subito equivocata - spiega Severino - e cioè che la terra è destinata alla Gloria e noi siamo destinati alla vita eterna. Però ognuna di queste parole ha un senso diverso da quello che ha nel contesto religioso. Bisogna cioè capire che cosa significa "noi", "destino" ed "eternità". Ecco quello che la filosofia mette in discussione; e concretamente, perché tutti siamo interessati al dolore che patiamo. E la filosofia nasce proprio dal tentativo di rendere sopportabile il dolore, e di capire se il nostro rapporto col dolore, che per noi comincia con i greci 2500 anni fa, sia autentico, oppure no».