domenica 25 gennaio 2004

presentato "Addio del passato" di Marco Bellocchio

Il Tempo 25.1.04
MARCO Bellocchio vira di 360 gradi l'obiettivo della sua cinepresa e ci sorprende piacevolmente con il suo amore per Verdi
di PAOLO CALCAGNO


È un Bellocchio che non ti aspetti, l'autore dell'apologo verdiano "Addio del passato", presentato al Festival internazionale dei programmi-tv di qualità (Fipa), accolto peraltro con un meritatissimo e caloroso applauso.
In gran forma, il regista del recente "Buongiorno notte", premio speciale della Giuria all'ultima Mostra di Venezia, stavolta ha privilegiato il sentimento e la gratitudine, rispetto alla sua nota e urticante visione critica del sociale, emersa fin dai tempi de "I pugni in tasca".
È un'affettuosa ricerca di Verdi, un riconoscente inchino all'impronta di autentica italianità stampata, indelebile, dal grande musicista e un felice abbandono al magico dondolio del bel canto, questo malinconico e appassionato "Addio del passato" (47 minuti), che ci auguriamo di vedere al più presto sulle reti Rai, magari non a tarda notte, dopo le sapide considerazioni marzulliane. Al centro del documentario c'è "La Traviata", la più celebre e apprezzata delle opere di Verdi. Bellocchio, alla fine del 2000 e con l'avvicinarsi del centenario della morte di Giuseppe Verdi, si è lanciato alla ricerca dei legami tra "La Traviata" e Piacenza, città di origine sua e dell'immortale compositore. Il regista, per rintracciare le melodie alle radici della musica verdiana, segue il cammino che lo porta a contatto con gli abitanti di Piacenza. Soprattutto, Bellocchio si sofferma nel ritrovo dove cantanti e coristi hanno l'abitudine di incontrarsi, spinti dalla passione per "La Traviata": "La Cooperativa Infrangibile", dove ogni martedì mattina i coristi si riuniscono per cantare.
Ma anche al Teatro lirico, nella storica cornice di Villanova D'Arda, al Conservatorio e, persino, fra i tavoli dei ristoranti.
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