domenica 18 gennaio 2004

la Cina di oggi e il mercato

Corriere della Sera 18.1.04
Invitato dai comunisti indiani, Mr. Chuing offre una singolare ricetta di sviluppo
Lezione cinese a Bombay «Il mercato? È socialista»
Il delegato di Pechino «gela» il World Social Forum
di D. Ta.


DAL NOSTRO INVIATO BOMBAY (India) - Quando ha preso la parola, i «compagni», come li ha chiamati, erano distratti. Sono però bastate poche battute perché drizzassero le orecchie: Nic Chuing, rappresentante dei cinesi al World Social Forum, non era venuto per lisciare il pelo al movimento. Così, ieri, nella prima giornata di discussioni vere, e non solo di danze e canti, alla kermesse dei no global e dei new global che si tiene a Bombay dal 16 al 21 gennaio, l'evento più significativo è stato che i comunisti indiani (due partiti diversi, all'opposizione) hanno invitato i comunisti cinesi (un partito solo, al potere). E che da Pechino hanno risposto di sì e mandato un loro uomo: non un rappresentante, un ufficiale del Pcc, per carità, ma il capo di un'associazione cultural-sociale.
Il fatto è che i comunisti cinesi hanno poco o nulla da spartire con il movimento che si oppone alla globalizzazione. Nel sistema di mercato internazionale, sono entrati a vele spiegate e oggi sono molto più in sintonia con un banchiere di Wall Street che con un contadino indiano. Alla loro prima apparizione ufficiale a un Social Forum, dunque, hanno rivendicato fino in fondo le loro scelte di sviluppo. Nel tempo - ha spiegato Nic - la Cina comunista ha introdotto elementi di mercato nell'economia di Stato, poi è passata a metterle sullo stesso piano di parità e oggi non fa più differenze del genere.
«La vecchia ideologia che si opponeva al mercato era una camicia di forza - ha detto Nic -. Abbiamo realizzato un nuovo passo in avanti di grande portata nell'elaborazione socialista sul rapporto tra piano e mercato». Il rappresentante cinese, poi, si è soffermato su un punto dolente per i comunisti di tutto il mondo, la questione dell'allocazione delle risorse, sulla quale l'economia di piano ha mostrato la sua inferiorità rispetto al capitalismo. Nella concezione di Pechino, ha detto Nic, «il mercato ha un ruolo fondamentale nell'allocazione delle risorse: questa è l'essenza dell'avere il mercato nel socialismo».
Al Social Forum, la parola mercato è tradotta automaticamente come multinazionali, sfruttamento e imperialismo: figuratevi la freddezza alle parole del «compagno» cinese. I rappresentanti dei partiti comunisti che lo avevano preceduto - da quello cubano al potere da più di 40 anni a quello degli Stati Uniti senza speranze, da quello brasiliano al governo con Lula a Fausto Bertinotti oggi all'opposizione - avevano sviluppato le loro argomentazioni in direzione esattamente contraria. Bertinotti, in particolare, aveva detto che «guadagnare spazi geopolitici» contro l'imperialismo americano si può, e l'America Latina è una speranza a cui guardare. «Vediamo un lungo filo - ha detto il segretario di Rifondazione Comunista - che parte da Lula in Brasile, passa per l'Argentina, per Chavez in Venezuela, per gli zapatisti in Messico e per la lunga storia di Cuba». E, più in generale, ha sostenuto che l'ondata «neoliberista» e imperialista è in crisi, che il movimento è il fatto nuovo e che il mercato non è la soluzione ai problemi del mondo, anzi.
Ieri, però, il Social Forum in corso in un quartiere fieristico nel cuore di uno slum di Bombay, ha discusso anche di molto altro. Si è parlato di commercio giusto, di cibo (con un'iniziativa della Regione Toscana), di agricoltura, di donne contro la guerra, di sistema delle caste in India e di intoccabili, di movimenti politici e di opposizione alle guerre.
E da oggi, si parlerà dell'Iraq e dell'occupazione americana. Del patriarcato che in molti paesi ancora inchioda le donne a destini senza speranza. Di organismi geneticamente modificati. Del network «globale» che si sta organizzando per sconfiggere George Bush alle prossime elezioni. Di economia e sviluppo. Dei diritti dei bambini che terranno il loro incontro mondiale in Italia, in maggio, e via dicendo. Se c'è qualcosa che al mondo non va, insomma, a Bombay lo trovate.