sabato 31 gennaio 2004

l'evoluzionismo di Stephen J. Gould

Repubblica 31.1.04
SE GOULD DIALOGA CON DARWIN

Tradotto l'ultimo saggio
Una maestosa cattedrale del pensiero scientifico, un vero libro-museo
Quell'avventura imprevedibile che modifica e seleziona gli organismi
"La struttura della teoria dell'evoluzione" del grande paleontologo e zoologo è uscita negli Stati Uniti poco prima della prematura scomparsa dello scienziato
di UMBERTO GALIMBERTI


«La teoria dell´evoluzione è come il Duomo di Milano». La metafora risale al fondatore della teoria evoluzionistica Charles Darwin, che ne discusse in un carteggio del 1862 con il paleontologo scozzese Hugh Falconer. Quest´ultimo, piuttosto dubbioso circa la selezione naturale, dava merito al collega di aver gettato le basi di una teoria potente per spiegare la storia naturale, ma lo avvertiva di tenersi pronto a rimaneggiamenti anche radicali poiché «la struttura sovrastante verrà alterata dai suoi successori, come il Duomo di Milano, dove si passa dal romanico a uno stile architettonico diverso». Darwin, sicuro della solidità dell´impianto complessivo della sua opera, rispose che la sua teoria o sarebbe stata rifiutata in blocco dai creazionisti che l´avrebbero considerata pura spazzatura, robaccia (rubbish), oppure, da chi fosse accettata, sarebbe stata sottoposta soltanto a ritocchi marginali.
Tutt´altro che marginali sono invece i «ritocchi» apportati alla teoria di Darwin ne La struttura della teoria dell´evoluzione, l´ultima grande opera del noto paleontologo e zoologo di Harvard Stephen J. Gould, pubblicata negli Stati Uniti poche settimane prima della sua prematura scomparsa, avvenuta nel maggio 2002.
Gould, ben conosciuto anche in Italia per i suoi saggi di storia naturale editi da Feltrinelli, lavorava a questa enorme architettura teorica (più di 1700 pagine) da almeno vent´anni. Era, come lui stesso dichiarò, «il progetto di una vita», costruito con pazienza e tenacia.
Mentre si faceva apprezzare per le doti di divulgatore e di storico della scienza, un filo teorico ininterrotto di snodava e prendeva forma in questa proposta conclusiva, che oggi, grazie al lavoro di un´équipe di traduttori e di esperti di teoria dell´evoluzione appare in edizione italiana come primo volume di una nuova casa editrice, Codice edizioni, fondata da Vittorio Bo. L´opera, che nell´edizione italiana conta 1732 pagine e costa il prezzo promozionale di 58 euro, è stata curata da Telmo Pievani, docente all´università di Milano di epistemologia evolutiva, che ringrazio perché mi ha molto aiutato nella compilazione di questa recensione.
L´opera di Gould può essere considerata una maestosa cattedrale del pensiero scientifico, un libro-museo della storia dell´evoluzionismo e delle sue controversie. E, come ogni cattedrale che si rispetti, l´opera può essere visitata da ingressi diversi. Alcuni lettori potranno seguire la dotta ricostruzione delle principali tappe del pensiero evoluzionista moderno, affrontata nella prima parte del volume. Altri non mancheranno di apprezzare il serrato e avvincente dialogo che l´autore instaura proprio con Darwin, nel tentativo di esplorare linee teoriche che possano riformulare le prospettive originali della teoria, esaltandone al contempo la vitalità attuale. Estimatori e avversari troveranno dunque in questo libro un compendio delle teorie con le quali Gould ha agitato per decenni le acque delle scienze evoluzioniste.
Gould è ben lontano dal voler negare i fondamenti della teoria darwiniana, a dispetto di talune strumentalizzazioni di marca creazionista del suo pensiero, ma neppure ritiene sufficienti i piccoli «ritocchi» in cui sperava Darwin. La seconda parte del volume vuole essere infatti una «revisione ed estensione» della teoria, non certo una confutazione. Semmai, la scommessa di Gould è quella di introdurre, nella teoria dell´evoluzione, un pluralismo esplicativo, rispetto al riduzionismo darwiniano a un´unica causa del processo evolutivo, che ancora si ritrova, ad esempio, nella sociobiologia e nella psicologia evoluzionista.
Il principio che è alla base della teoria evoluzionista di Darwin potrebbe essere sintetizzato dalla formula: «L´ambiente propone e la selezione dispone». Ciò significa che l´ambiente (che comprende tanto l´ambiente fisico quanto gli altri organismi) agisce sull´organismo che, per conseguire il successo riproduttivo, si adatta a cambiamenti evolutivi o, in caso di insuccesso, si estingue. Per Darwin c´è dunque «un´unica causa» dell´evoluzione, il cui meccanismo è quello del carnefice o del boia che rimuove gli individui inadatti una volta emersi quelli adatti, seguendo processi ancora da identificare.
Per Gould, la storia dell´evoluzione è qualcosa di ben diverso da una lotta fra «geni egoisti» che controllano gli organismi come loro veicoli passivi, al fine di produrre adattamenti progressivamente più perfetti. L´evoluzione è, piuttosto, un´avventura contingente, influenzata da una pletora di fattori eterogenei, non priva di regolarità e di vincoli interni agli organismi, ma pur sempre imprevedibile. Un´avventura che procede a ritmi alterni, nella quale la ridondanza, la flessibilità e la capacità di arrangiarsi hanno generato organismi spesso un po´ imperfetti, ma proprio per questo creativi.
Basti pensare, come ci ricorda Arnold Gehlen, alla plasticità e creatività dell´uomo che, privo di istinti, proprio per questa sua carenza biologica, ha potuto svincolarsi dal suo mondo-ambiente (Um-Welt), a cui è inesorabilmente legato l´animale, e creare un mondo proprio (Welt), perché privo di una codificazione istintuale. Queste cose Gehlen le scrive nella sua opera maggiore L´uomo, edita a suo tempo da Feltrinelli, e oggi, come capita a molti libri fondamentali della nostra cultura, non più in circolazione.
Ma torniamo a Gould che, pur conservando il nucleo della teoria evoluzionista darwiniana, rifiuta il riduzionismo che spiega l´evoluzione col ricorso a una sola causa, per introdurre una pluricausalità gerarchicamente ordinata che, grazie alle recenti scoperte della genetica, va dal gene, alla cellula, all´organismo e alla specie, senza dimenticare i grandi eventi della storia terrestre che producono estinzioni e speciazioni, le alterazioni degli habitat e del clima, le competizioni e cooperazioni fra specie, le variazioni nei ghiacci e negli oceani, i continenti alla deriva e, di tanto in tanto, gli impatti di asteroidi.
In questa trama estesa dell´evoluzione, contrapposta alla nuda semplicità del riduzionismo darwiniano, si nasconde l´ultimo messaggio di Gould. Un messaggio, per chi lo voglia intendere, rivolto anche alle modalità con le quali la specie umana concepisce oggi il proprio ruolo nella biodiversità terrestre e la propria relazione con questo pianeta che, pazientemente, per il momento la ospita. Diciamo «per il momento», perché se la biodiversità è stato il motivo di successo del processo evolutivo, l´uniformità, l´integrazione, l´assimilazione a cui tendono i processi di globalizzazione e di pensiero unico oggi in atto, vanno esattamente nella direzione opposta