sabato 14 febbraio 2004

ancora su Cy Twombly

La Stampa Tuttolibri 14.2.04
Cy Twombly disegna un giardino d’incanti
di Fiorella Minervino


E’ un vero giardino popolato di fiori come di dei che accoglie il visitatore al quarto piano del Beaubourg dove Cy Twombly, l’artista americano che dal 1957 risiede in Italia, presenta mezzo secolo di disegni selezionati da lui stesso. Esperienza cruciale e ricca di suggestione per la sua arte e i dipinti anzi indispensabile perché riassume, riflette e confessa tanti misteri, forme scritte, colori, disegni a matita, cancellatura che affiorano nei suoi dipinti. È Venere, scritta in rosso come il fuoco d’amore che la infiamma, il primo quadro che si presenta di questa vasta e interessante rassegna. La grande scritta in stampatello ritoccato è seguita da fiori, piante, animali legati alla dea sotto ad una forma rossa e il nome di Afrodite con altri miti. Proprio di fronte sta, come per osservarla, Apollo, un grande disegno dipinto di carta con la scritta blu e il nome del dio. Seguono di nuovo fiori, piante, animali a lui dedicati e altri dei come Orfeo e ancora Marte, Adone ravvicinati ora all’artista che diviene lui stesso un fiore blu, loro compagno di miti, simboli, misteri. Filosofi come Platone seguono con scritte dalla grafia veloce, che si tramutano in segni, talora in forme, talora in cerchi, talora divengono memorie, talora scritte come Malevich e Tatlin con forme geometriche appena definite sul fondo candido. Tanti zeri e poi studi per il trattato del volo. Anche forme come grafie giapponesi e poi Bolsena, il lago dove l’artista abita che è tutto di quadri, numeri, forme. Grande è la varietà di tecniche che impiega Twombly: matita, olio, acrilici, collages, carte, tele, segni finissimi, superfici di pittura densa e corposa. Negli anni ‘50 erano graffi candidi su fondi scuri oppure al contrario, appena accennati. Poi sono venuti i fiori. Pan è composto da due cardi da una stampa. Dal 1982 i fiori si intensificano come pastelli colorati, quasi sempre senza titolo, dai colori intensi e variegati: i rossi, gialli, verdi, rosa intensi. Le piante assumono forme che paiono montagne, ed ecco le lacrime di fuoco, come frutto dei suoi sogni: sono macchie rosse e nere che paiono cadere dall’alto e muoversi sulla carta con il simbolo della barca di Caronte. Poi i fiori sempre più rossi a forma di cuore, con steli verdi delle Seichelles, divengono in seguito - forse remota ascendenza da Van Gogh - forme vivide, perfino una grande scultura, colorate viola, bianche, azzurre fino ad arrivare al 2001 in cui divengono gocce o forme che cadono dall’alto.