mercoledì 18 febbraio 2004

Cina: il palazzo dei piaceri celesti

La Gazzetta di Parma 17.2.04
«Il palazzo dei piaceri celesti» di Adam Williams
Dalla Cina con amore
di Carlo Bocchialini


Qualche attempato lettore ormai prossimo alla pensione, potrà trovare similitudini e richiami della memoria in questo corposo libro di Adam Williams («Il palazzo dei piaceri celesti» Longanesi, pagine 752, Euro 19,00). Discendente da una famiglia inglese vissuta in Cina fino agli inizi del Novecento, educato a Oxford, l'autore vive e lavora a Pechino per una società commerciale e questo suo esordio letterario è già stato tradotto in sette lingue.
In realtà, l'ambiente attorno al quale si dipana la contorta e affascinante vicenda ha solo una vaga somiglianza con le nostrane case di tolleranza. Ambientato nella Cina di fine Ottocento, «dove un debole imperatore teneva ancora nelle sue fragili mani il mandato celeste» e le potenze occidentali conquistavano concessioni commerciali e porzioni di territorio sempre maggiori, il racconto ruota intorno al sontuoso bordello di Shishan, a nord di Pechino, il Tian Le Yuan, il Palazzo dei piaceri celesti. Paradiso dei sensi, riservato solo a ricchi e stranieri, brulicava di ragazze bellissime, accuratamente educate all'arte amatoria, al massaggio, al ballo, alla poesia ed alla conversazione. Il raffinato rifugio, annebbiato dall'oppio che circolava generoso tra i clienti, disponeva di terme, bagni turchi, ottima cucina e perfino una biblioteca per i più esigenti.
Mentre fuori cresceva il malcontento e la rivolta serpeggiava nelle campagne, all'interno, protetti dalla discrezione del piacere, fremevano intrighi politici, congiure e affari tra spregiudicati mercanti e mafie locali.
Su questo sfondo, lui, cupo e affascinante ufficiale dal passato tenebroso, schiuderà a lei, giovane formosa appena giunta dall'Inghilterra carica di sogni esotici, i misteri del sesso, del vizio e della trasgressione senza limiti, sconvolgendo le loro esistenze.
La rivolta dei Boxer, inasprita da conflitti ideologici e culturali tra l'idealismo europeo ed il pragmatismo orientale, metterà la comunità inglese in grave pericolo e il bordello di Shishan diventerà per alcuni l'unico rifugio per non essere uccisi, la prima tappa di una lunga ed avventurosa fuga verso la salvezza. La figura del medico missionario dottor Airton, attorno al quale si raccoglie la legazione britannica, è ispirata a vicende familiari dell'autore il cui nonno David Muir svolse la sua attività in Manciuria proprio in quel periodo.
Pennellata su un mondo misterioso ed intrigante, l'autore confessa che la realtà storica ha superato la sua immaginazione: dietro al fascino esotico questi santuari del piacere erano veri e propri luoghi di tortura e crudeltà verso le donne, vendute giovanissime dai genitori (consuetudine divenuta illegale solo nel 1929), la loro vita valeva poco più di niente e le brutalità nei loro confronti superavano quelle descritte nel romanzo.
Chiuse nel '47, quando la Cina entrò a far parte dell'Onu, queste «case» vantavano tradizioni secolari: già Marco Polo parlava estasiato delle donne cinesi («gli stranieri che le hanno sperimentate una volta rimangono come stregati e non riescono più a togliersele dalla testa»), mentre durante la colonizzazione inglese furoreggiavano i «battelli fioriti», bordelli galleggianti situati nei porti marittimi e fluviali.
Un libro interessante, giocato sul dinamismo dell'azione, tra tempeste di polvere, alcove e atmosfere pittoriche, che mantengono vivo l'interesse fino all'ultima pagina