giovedì 12 febbraio 2004

depressione

La Nuova Ecologia Febbraio 2004-02-11
DEPRESSIONE DA VINCERE
di Pino Di Maula


Ogni 40 secondi, un suicidio. In un anno, nel mondo, sono 800 mila le persone che si uccidono.
È l’allarme più volte lanciato dall’Oms che avverte:.
Un pericolo che preoccupa anche l’esperto Francesco Bruno secondo cui “le patologie mentali vengono spesso sottovalutate” per lo psichiatra è grave “che la nostra società moderna e democratica faccia finta che non esistano e che siano superabili facilmente con interventi di natura sociale”. Bruno si riferisce a malattie diagnosticate da esperti psicoterapeuti e non certo a quelle “depressioni” che rappresentano solo crisi evolutive da tener al riparo sia da elettroshock e prozac, sia dai nostalgici del lettino di freudiana memoria.
Guarire dal mal di vivere dovrebbe essere comunque possibile senza ricorrere agli psicofarmaci come imporrebbero psichiatri organicisti e, in un certo senso, anche gli stessi “antipsichiatri”, che sul tema risultano di fatto paradossalmente – secondo gli psichiatri dell’Analisi collettiva – alleati dei primi. La strada verso la cura e la guarigione si fa ogni giorno più impervia anche per le “mine” disseminate qua e là da improbabili guaritori .
Come Guarire, un libro dove David Servan – Schreiber propone terapie che vanno dal profondo respiro che regola i battiti del cuore all’integrazione neuro.emotiva attraverso i movimenti oculari fino alle diete alimentari.
Per uscire “dall’aria di vetro” per dirla alla Montale, secondo Schreiber, non basta più dunque qualche pallina omeopatica di Gelsenium, Ignatia o Argentum nitricum. E non serve più, come lui stesso suggeriva fino a poco tempo fa, mettersi in casa un cagnolino, un gatto o magari anche un uccello.
Se vuoi vincere la depressione, oggi, devi affidarti agli omega-3, gli acidi grassi presenti nel pesce e nelle verdure . la terapia si completa con tutta una serie di discipline new Age. “Dire che la malattia mentale è malattia del corpo – chiosa dall’ospedale di Siena la dottoressa Elena Pappagallo – significa chiudere ogni possibilità di ricerca sulla realtà umana”. E sulla qualità dei nostri rapporti.