giovedì 12 febbraio 2004

l'anniversario della nascita di Darwin

L’unione degli atei e degli agnostici lancia, nell’anniversario della nascita dello scienziato, la settimana di contestazione ai Patti lateranensi
L’ultima evoluzione di Darwin: testimonial anti Concordato
A CONFRONTO
di Pierluigi Panza


Si festeggia oggi il Darwin-day, una sorta di «Natale» dei laici che ricorda la nascita, avvenuta il 12 febbraio del 1809, di Charles Darwin, padre dell'Evoluzionismo, la teoria secondo la quale il mondo si è sviluppato a partire da organismi semplici divenuti via via più complessi per selezione. Questa stessa data è stata scelta dall’«Unione degli atei e degli agnostici razionalisti» (Uaar) per lanciare la sua «Settimana anticoncordataria», ovvero sette giorni di iniziative dedicate alla critica dei Patti lateranensi, stipulati tra Mussolini e la Chiesa l’11 febbraio del 1929. Da sempre, la teoria evoluzionistica è una «Bibbia determinista e materialista» che viene sventolata in opposizione al Creazionismo delle religioni. Ma è ancora attuale usare Darwin come «simbolo» anticlericale e anticoncordatario? Darwin come vero padre dell’ateismo? Si potrebbe infatti obiettare che, se l’uomo deriva dalla scimmia o dalla materia, «qualcuno» ha pur creato la prima scimmia o la materia originaria.
«Si sceglie Darwin come "simbolo" della settimana anticoncordataria perché a lui si deve la concezione secondo la quale la vita si è originata a partire da forme semplici verso quelle più complesse senza ricorrere a Dio per alcuna spiegazione», afferma l'astrofisica Margherita Hack, che è anche presidente onorario dell'Uaar. «Ciò non esclude, tuttavia, che un credente possa sostenere che Dio, essendo onnipotente, abbia inventato anche l'evoluzione! Qualsiasi teoria scientifica, per un credente, è compatibile con la religione se si pensa che Dio sia onnipotente! Dio, per un credente, può aver dato luogo alla materia che poi ha generato molecole via via più complesse sino ai batteri. Ma siccome l'antitesi è tra evoluzionisti e creazionisti, specie negli Stati Uniti dove, a volte nelle scuole si rifiuta di insegnare l'Evoluzionismo, Darwin è un corretto simbolo antiteista». Ce ne sarebbero altri? «Giordano Bruno, del quale il 17 febbraio si ricorda la morte. E Galileo? Bruno è morto per le proprie idee, Galileo è stato costretto ad abiurare», conclude la Hack.
«Di tutte le teorie immaginabili, quella evoluzionistica è quella che cozza di più contro le posizioni religiose; e dunque è giusto fare di Darwin un simbolo di questa posizione - afferma il professor Edoardo Boncinelli -. «Non c'è nulla di più contrastante con tutte le confessioni, anche quelle che si definiscono laiche, di Darwin! Anche se lui era molto religioso, ha trovato una posizione scientifica che pone il modo di vedere le cose in una posizione estremamente laica, più che atea, cioè lontana da tutte le confessioni. Il primo organismo si è sviluppato tre miliardi e 600milioni di anni fa. La materia poi, per una serie di eventi unici, si è organizzata sino a noi. Questa è stata la scintilla della vita». E tutto ciò è incompatibile con la fede? «Kant ha dimostrato che non ci si può dire o meno atei; ma la posizione laica è quella che privilegio: tutti gli scienziati devono essere laici e Darwin mi sembra sia il simbolo più laico».
Più perplesso sulla validità di questa equazione è il filosofo Emanuele Severino. «Direi che non è esatto fare di Darwin il simbolo dell’ateismo. Darwin era convinto che la teoria, poi chiamata dell’evoluzione, implicasse la negazione della prospettiva teologica; ma dal punto di vista teologico si è dimostrato che il Creazionismo non è incompatibile con l'Evoluzionismo. Se dovessimo individuare dove c'è stata la negazione più radicale di Dio è in Leopardi, Nietzsche e Giovanni Gentile, non certo in una posizione scientifica che, in quanto ipotetica, è falsificabile! Questa falsificabilità, invece, è assente nella filosofia contemporanea, adeguatamente intesa. Ho sempre sostenuto - conclude Severino - che le posizioni atee e teistiche sono due aspetti della stessa anima: la contrapposizione è di superficie rispetto al comune modo di intendere il divenire delle cose, che identifica le cose al nulla da cui provengono e al nulla in cui vanno. Muovono dallo stesso fondamento».