martedì 3 febbraio 2004

dinamismo fotografico

una segnalazione di Filippo Trojano

Il Messaggero 3.2.04
E’ ANTON Giulio Bragaglia il padre del “fotodinamismo fotografico”
di MARIA TIZIANA LEMME


E’ Anton Giulio Bragaglia il padre del “fotodinamismo fotografico”. L’ha stabilito, dopo un processo durato nove anni, la prima sezione del Tribunale Civile di Roma condannando il Comune di Roma, le Edizioni Joyce, gli eredi di Carlo Ludovico Bragaglia, fratello minore di Anton Giulio, a pagare 25.000 euro alla figlia di quest’ultimo, Antonella. Questa causa si riferisce a una mostra organizzata nel 1994 a Roma sull’attività artistica di Carlo Ludovico. In quell’occasione fu stampato un catalogo, Omaggio a Carlo Ludovico Bragaglia , nel quale quest’ultimo veniva indicato come fondatore del “fotodinamismo”. Non è la prima volta che Anton Giulio viene spogliato dei suoi meriti. Tra sviste dei critici e liti giudiziarie, la questione va avanti da trent’anni.
Era il 1911 quando Anton Giulio, primo di tre fratelli, pubblica con Nalati, un editore romano, Fotodinamismo Futurista . Ha ventun anni, entusiasmo, inventiva e soprattutto nausea «per la vecchia forma e il colore». Respira l’aria di rinnovamento di Marinetti, la mette in pratica con la “nuova” arte che agli inizi del secolo si impone, la fotografia. Con l’aiuto tecnico del fratello Arturo realizza delle immagini che definisce “dinamiche” perché riporta, sulle lastre e poi al positivo, il movimento. Diciassette le pubblica in quel libro del 1911: è ancora ristampato, oggi, da Einaudi.
Dopo il fotodinamismo farà molte altre cose (teatro, cinema: l’Enciclopedia Treccani dedica a lui tredici colonne di testo). Morirà nel 1960, il fratello Arturo due anni dopo. Fino ad allora, nessuno rivendica la “paternità” del “dinamismo fotografico”. Poi Carlo Ludovico, unico superstite dei fratelli, cambia versione. Che cosa accade? Secondo Giovanni Lista in Cinema e fotografia futurista (Skira): «Carlo Ludovico, sorpreso dal successo di una mostra di fotografia futurista a Parigi, comincia a dichiarare di aver partecipato per gioco, anche lui, poco più che quattordicenne, alle prime esperienze del fotodinamismo. Partendo da queste prime affermazioni arriverà, in fase senile, a scrivere addirittura di aver inventato lui la fotodinamica». Già dal 1973 era cominciata la campagna denigratoria nei confronti di Anton Giulio con una serie di articoli apparsi su Il secolo d’Italia e Il giornale di Bergamo . Sia in primo grado (sentenza 30/12/74) che in appello (26/11/82) il Tribunale Penale di Roma condanna i detrattori. Quest’ultima sentenza di condanna dovrebbe mettere un punto definitivo alla questione.