Un grande evento d’arte è in calendario a Como. Dal 13 marzo al 6 giugno 2004, infatti, a Villa Olmo si terrà la mostra "JOAN MIRÓ. Alchimista del segno", organizzata dal Comune di Como in collaborazione con Successió Miró, Palma de Mallorca; Fondazione Joan Miró", Barcellona; Fondazione Tallers J. Llorens Artigas, Gallifa; Museu de Ceramica, Barcellona; Archivio Català-Roca, Barcellona; “La Caixa”, Barcellona e il contributo della Fondazione Cariplo.
La rassegna – direttore artistico Luigi Fiorletta, curatore scientifico Massimo Bignardi – raccoglierà oltre centoventicinque opere (dipinti, arazzi, sculture, ceramiche e grafiche) che testimoniano gli ultimi decenni del percorso creativo di Miró, individuando quella cifra lirica che, servendosi del segno, l’artista catalano usa per ricostruire un universo vivo dell’immaginario.
La mostra sarà suddivisa in cinque sezioni che saranno in grado di documentare le aree di sperimentazione creativa indagate dall'artista con un linguaggio che guarda al segno, e alla sua capacità di evocare immagini liriche. Il percorso sarà articolato in trenta dipinti, scelti nell'arco di tempo che dai primi anni Sessanta giunge fino al 1978. Saranno esposte opere significative quali Femme III, del 1965, Femme et oiseaux, del 1973, Tête, del 1974, e il ben noto Personnage, oiseaux, étoile, del 1978. Circa quaranta sculture in bronzo, realizzate fra il 1966 e il 1981, dimostreranno la sua esperienza plastica, attraverso lavori come Femme, del 1966, Maternità, del 1969, Constellation silencieuse, del 1970, Personnage, del 1980-81. All’interno di questa sezione si incontreranno anche dieci ceramiche, provenienti dal Museo della Ceramica di Barcellona e dalla Fondazione Artigas. Undici saranno gli arazzi e i sobreteixim – letteralmente, ‘sovratessuti’, ovvero dei pannelli tessili - che troveranno spazio nelle sale di Villa Olmo; alcuni di questi, concessi dalla famiglia dell'artista, saranno esposti in Italia per la prima volta, mentre gli altri proverranno dalla Fondazione Joan Miró di Barcellona.
Le opere su carta saranno rappresentate da un gruppo di tredici incisioni, realizzate tra il 1967 e il 1975, come L'astre du labyrinthe del 1967, Escalade vers la Lune, del 1969. In questa parte della rassegna, verrà esposto anche il Càntic del Sol, un libro composto da 33 acqueforti e acquetinte realizzato nel 1975, dedicato ai celebri versi di San Francesco d'Assisi.
In apertura del percorso, posta all'ingresso della mostra, sarà installata una grande scultura data in prestito alla città di Como da La Caixa de Barcelona, dal titolo Personnage, del 1974. Alta circa quattro metri, si tratta di un’opera appartenente al ciclo di sculture dipinte, realizzate nel corso degli anni Settanta
Orari: martedì mercoledì e giovedì 9.00 – 20.00; venerdì, sabato e domenica 9.00 – 22.00 Lunedì chiuso (La biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: € 8 intero; € 5 ridotto
Catalogo: Edizioni Bianchini
Sito internet: www.mirocomo.it
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Corriere della Sera 10.3.04
EVENTI / Festa con fuochi d’artificio, menù a tema, poster e gadget ovunque
Como, cresce la febbre per Miró
Già ventimila prenotazioni alla mostra che si apre venerdì a Villa Olmo
di Severino Colombo
COMO - Può una mostra cambiare il volto di un'intera città? La risposta è sì. Se poi si tratta, come è il caso di Como, di una città con una vocazione turistica ma poco abituata ad iniziative culturali di ampio respiro, il cambiamento può diventare addirittura una rivoluzione. E tale è stato l'effetto della mostra-evento «Joan Miró, l'alchimista del segno» che viene finalmente inaugurata venerdì (ingresso a inviti). Per l'occasione si è pensato ad una festa con tanto di fuochi d'artificio con i colori amati dall'artista (giallo, rosso, verde e blu). Da sabato, poi, la rassegna sarà aperta al pubblico.
Da almeno un paio di mesi in città non si parla d'altro. Poster, locandine e cartelloni - tutti con lo stesso quadro, «Personaggi, uccelli, stella» (1978) - annunciano l'evento; un box office nei pressi di piazza Duomo dà le informazioni necessarie per raggiungere la sede. E non è tutto. Per l'intera durata della mostra si viaggerà gratis sui bus e con uno sconto del 15% sui mezzi della Navigazione Lago; previsti anche battelli-navetta che collegano direttamente piazza Cavour al molo di Villa Olmo. Mentre sta prendendo piede l'idea di un «menu Miró» che coniughi, con fantasia, pittura e gastronomia, anche i commercianti fanno la loro parte per favorire l'afflusso di visitatori tenendo i negozi aperti il sabato e tutte le prime domeniche del mese.
L'ultimo atto prima dell'apertura ufficiale è stato, qualche giorno fa, l'arrivo sul Lario dei due tir con i 125 capolavori dell'artista catalano, provenienti dalla Fondazione Miró di Barcellona; l'«evento» è stato seguito con interesse e trepidazione e non solo per il valore commerciale delle opere (50 milioni di euro). Ora il patrimonio è al sicuro, controllato 24 ore su 24 da 32 telecamere.
La «Miró-mania» dilagante ha già portato ad un record, quello delle prenotazioni che hanno sfondato quota ventimila e che fanno ben sperare per il successo di un'esposizione che costa un milione e mezzo di euro. Intanto dopo un piccolo restyling Villa Olmo, sede unica della mostra, è pronta per il «trucco»: un laser trasformerà la facciata neoclassica in un maxi schermo su cui danzano figure e segni di Miró. Nel giardino è allestito un tendone riscaldato di 400 metri quadrati che ospita bar, ristorante e uno spazio con giochi, animazioni e laboratori per bambini che propone ogni giorno uno spettacolo diverso.
All'ingresso, nell'atrio della villa è collocata una enorme scultura di Miró alta quasi 5 metri e pesante oltre 4 quintali, si tratta di «Personaggio» del 1974 proveniente dalla Caixa di Barcellona.
E a Palazzo Volpi l’arte primitiva dei popoli Sepik
Dalla Nuova Guinea il piccolo tesoro che un’esploratrice ha raccolto nei suoi viaggi
COMO - Il Sepik è un fiume che si snoda tra le pianure della Nuova Guinea per oltre mille chilometri. Lungo il suo corso si sono sviluppate nei secoli alcune tra le culture più interessanti e raffinate del pianeta. Ora un po' di quel mondo lontano è arrivato sulle placide rive del lago di Como grazie al tesoro che una esploratrice, una vera Indiana Jones in gonnella, ha raccolto durante i suoi viaggi in Oceania a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. La collezione dell'antropologa lariana d'adozione Margarete Anne Schäfer (1916-2000) è la più significativa a livello nazionale; dopo essere stata acquistata un paio d'anni fa dalla Regione Lombardia è ora esposta ai Musei Civici di Como. La mostra «La valle degli spiriti - L'arte dei popoli del Sepik-Nuova Guinea», riunisce le 74 opere dall'esploratrice e collezionista con in più materiali provenienti da collezioni pubbliche e private. Ornamenti, monili, maschere, sculture, armi e scudi raccontano leggende, rituali, tradizioni e abitudini di vita quotidiana di società «primitive» che si fondavano sulla dialettica uomo-donna, su una profonda spiritualità e su uno stretto rapporto con la natura e con le sue forze. La «sovrapposizione» della mostra etnografica con quella di Miró non è casuale ma voluta. Nel cosiddetto Primitivismo delle opere dell'artista catalano non solo è rintracciabile in generale quel fascino per le culture lontane che ha caratterizzato e influenzato non poco l'arte del Novecento (da Picasso a Modigliani a Man Ray), ma anche un'influenza diretta dell'arte e della cultura dei Sepik. (s.col.)
Ingresso 3 euro
Biglietto cumulativo con la mostra di Miró a 10 euro