lunedì 8 marzo 2004

gli Etruschi:
la mostra di Viterbo

Repubblica 5.3.04
PER LA PRIMA VOLTA UNA SERIE DI REPERTI CHE GETTANO NUOVA LUCE SULLA LORO STORIA
Viterbo scopre gli etruschi "Mai visti"
di GIUSEPPE M. DELLA FINA


I magazzini dei musei ospitano reperti di eccezionale interesse storico e artistico, tessere di un mosaico più ampio e, a volte, ricostruibile solo ad anni di distanza dalla prima scoperta. L´affermazione può apparire eccessiva, ma non lo è. Una conferma viene dalla mostra "Scavo nello scavo. Gli Etruschi non visti" allestita a Viterbo, all´interno della Fortezza Giulioli, per volontà della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Etruria Meridionale e di Confarte (sino al 30 giugno).
Lungo il percorso espositivo si trovano materiali ricuperati in occasioni e tempi diversi grazie a campagne di scavo appositamente programmate o a scoperte casuali, ma non entrati a pieno nel circuito della fruizione pubblica. La loro esposizione consente di ripercorrere su basi nuove la storia dell´Etruria, dal periodo di affermazione della civiltà etrusca alla sua piena romanizzazione, quindi per quasi l´intero primo millennio a.C.
I reperti sono articolati in tre sezioni distinte che rinviano a temi di attualità nel dibattito scientifico: le esperienze architettoniche e i sistemi decorativi dell´Etruria meridionale, i costumi e i rituali funerari del medesimo distretto territoriale e le antichità senza provenienza. Nella prima parte spicca il complesso architettonico del II Tempio dello Scasato a Falerii Veteres (Civita Castellana) e l´oikos riportato alla luce sull´altura di Piazza d´Armi a Veio; nella seconda un´attenzione particolare può essere prestata al corredo di una tomba principesca rinvenuta a Veio e databile tra il 750 e il 725 a.C., o a quello di due monumenti funerari della necropoli della Banditaccia a Cerveteri, o ancora della tomba Bruschi di Tarquinia.
Nell´ultima sezione merita di soffermarsi sui reperti riuniti da Eugene Berman e donati nel 1972 allo Stato Italiano. Berman era un pittore e uno scenografo nato a San Pietroburgo nel 1899 che, dopo un´intensa e fortunata carriera, decise di stabilirsi definitivamente a Roma nel 1956. Grande appassionato di antichità, le aveva acquistate nei molti paesi dove aveva soggiornato e la sua attività l´aveva portato. All´interno della raccolta, ricca anche di opere egiziane, mesoamericane e orientali, un posto particolare occupa l´artigianato artistico etrusco, che sembra averlo interessato in modo particolare. La collezione dall´artista russo dovrebbe trovare presto una collocazione definitiva nelle sale del Museo di Villa Giulia a Roma e c´è davvero da augurarselo.