Repubblica 5.3.04
PER LA PRIMA VOLTA UNA SERIE DI REPERTI CHE GETTANO NUOVA LUCE SULLA LORO STORIA
Viterbo scopre gli etruschi "Mai visti"
di GIUSEPPE M. DELLA FINA
I magazzini dei musei ospitano reperti di eccezionale interesse storico e artistico, tessere di un mosaico più ampio e, a volte, ricostruibile solo ad anni di distanza dalla prima scoperta. L´affermazione può apparire eccessiva, ma non lo è. Una conferma viene dalla mostra "Scavo nello scavo. Gli Etruschi non visti" allestita a Viterbo, all´interno della Fortezza Giulioli, per volontà della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell´Etruria Meridionale e di Confarte (sino al 30 giugno).
Lungo il percorso espositivo si trovano materiali ricuperati in occasioni e tempi diversi grazie a campagne di scavo appositamente programmate o a scoperte casuali, ma non entrati a pieno nel circuito della fruizione pubblica. La loro esposizione consente di ripercorrere su basi nuove la storia dell´Etruria, dal periodo di affermazione della civiltà etrusca alla sua piena romanizzazione, quindi per quasi l´intero primo millennio a.C.
I reperti sono articolati in tre sezioni distinte che rinviano a temi di attualità nel dibattito scientifico: le esperienze architettoniche e i sistemi decorativi dell´Etruria meridionale, i costumi e i rituali funerari del medesimo distretto territoriale e le antichità senza provenienza. Nella prima parte spicca il complesso architettonico del II Tempio dello Scasato a Falerii Veteres (Civita Castellana) e l´oikos riportato alla luce sull´altura di Piazza d´Armi a Veio; nella seconda un´attenzione particolare può essere prestata al corredo di una tomba principesca rinvenuta a Veio e databile tra il 750 e il 725 a.C., o a quello di due monumenti funerari della necropoli della Banditaccia a Cerveteri, o ancora della tomba Bruschi di Tarquinia.
Nell´ultima sezione merita di soffermarsi sui reperti riuniti da Eugene Berman e donati nel 1972 allo Stato Italiano. Berman era un pittore e uno scenografo nato a San Pietroburgo nel 1899 che, dopo un´intensa e fortunata carriera, decise di stabilirsi definitivamente a Roma nel 1956. Grande appassionato di antichità, le aveva acquistate nei molti paesi dove aveva soggiornato e la sua attività l´aveva portato. All´interno della raccolta, ricca anche di opere egiziane, mesoamericane e orientali, un posto particolare occupa l´artigianato artistico etrusco, che sembra averlo interessato in modo particolare. La collezione dall´artista russo dovrebbe trovare presto una collocazione definitiva nelle sale del Museo di Villa Giulia a Roma e c´è davvero da augurarselo.
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