Corriere della Sera 4.3.04
Il testamento dello «scienziato umanista» scomparso, autore di opere divulgative tradotte in tutto il mondo
Giù le mani da Darwin, signori creazionisti
di EDOARDO BONCINELLI
La teoria dell'evoluzione biologica, originariamente proposta da Darwin più o meno 150 anni fa, gode di ottima salute, nonostante i ripetuti drammatici annunci di una sua fine imminente e si presenta capace di fornire una valida cornice teorica a un'enorme varietà di fenomeni biologici. Negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale la teoria ha raggiunto una formulazione pressoché definitiva, arricchita e affinata dall'apporto delle fondamentali scoperte della genetica dell'epoca. Da allora solo due sono stati i contributi veramente significativi all'edificio. Uno di essi si deve a Stephen Jay Gould, in collaborazione e consonanza con Niles Eldredge. L'anno scorso Gould se ne è andato, ancora relativamente giovane, lasciando un grande vuoto nella comunità scientifica e non solo in quella. La profondità e la ricchezza del suo ingegno lo avevano, infatti, imposto all'attenzione generale come grandissimo divulgatore e appassionato polemista, a volte anche violento ma sempre onesto; un tratto, quest'ultimo, che lo differenzia nettamente da altri polemisti della nostra epoca. Le sue opere divulgative principali sono state tradotte in tutte le lingue e hanno un grande seguito anche nel nostro Paese. Altre stanno uscendo adesso. La più recente è quella intitolata "I fossili di Leonardo e il pony di Sofia" (pp. 448, € 19), edita dal Saggiatore. Si tratta di una raccolta di articoli comparsi negli anni su una rivista internazionale di storia naturale. L'autore vi si definisce un naturalista umanista, lasciando chiaramente intendere che le cose non stiano sempre in questi termini. Del naturalista ha l'amore per i fenomeni della natura e per ogni dettaglio, anche il più minuto, del mondo vivente, nonché il rigore dello scienziato. Dell’umanista ha una premurosa attenzione per gli aspetti umani delle vicende naturali e per la storia delle idee, come pure il puntiglio del filologo per ricostruire documenti e carteggi e ricondurli al loro Zeitgeist, al loro spirito del tempo.
Gould è certamente nel suo centro quando descrive e commenta un fenomeno naturale, girandolo e rigirandolo, per coglierne tutti gli aspetti e comunicarli con rara efficacia al lettore, sia che parli di acquari o di rizocefali, del dodo estinto o del bradipo, del collo della giraffa o di quello dell'avvoltoio, delle pitture rupestri o dei canali di Marte. Ma rivela la stessa passione e lo stesso rigore quando analizza un'enciclica papale o uno scritto seicentesco del grande fisico Robert Boyle. Gould è un appassionato e appassionante difensore della teoria dell'evoluzione, della quale pure ha criticato alcune esagerazioni e un certo manierismo melenso.
E' interessante notare a questo proposito la differenza che corre tra l'opposizione alla teoria stessa nel mondo anglosassone e nel nostro. In questi anni si è assistito al sorgere soprattutto negli Stati Uniti del movimento creazionista, il quale è riuscito a imporre in alcuni Stati che nelle scuole si insegni, oltre alla teoria della evoluzione, l’opposta visione del mondo. I creazionisti rigettano completamente la ricostruzione degli eventi che hanno condotto alle specie attuali sulla base della teoria evoluzionistica e sostengono che tutto è avvenuto, alla lettera, come è scritto nel Vecchio Testamento. La loro argomentazione fondamentale è che, poiché la teoria dell'evoluzione non sa spiegare certe cose, non ha alcun titolo per essere imposta come reale versione dei fatti.
Si tratta, fa notare l’autore, di «un fenomeno locale della storia socioculturale americana», che affonda le sue radici in un certo fondamentalismo protestante. Da noi le cose sono diverse. Al di là della posizione ufficiale della chiesa di Roma, che è giunta a una faticosa accettazione delle affermazioni della teoria evoluzionista, a patto che non si parli di un'origine materiale dell'anima umana, prevale nella gente un atteggiamento di diffidenza e sostanziale ignoranza nei riguardi della teoria, come del resto di quasi tutte le idee della moderna biologia. Molti ne dubitano apertamente, altri se ne dicono convinti assertori e ridicolizzano magari i creazionisti americani, ma mostrano chiaramente di non conoscerla o di non conoscerne le implicazioni. Soprattutto se si tratta della specie umana e della sua storia. Personalmente preferisco chi la avversa a chi la ignora.
Di ben diverso taglio è invece il volume "La struttura della teoria dell’evoluzione" (pp. 1732, € 58, Codice edizioni). Si tratta dell'ultima opera, completata poco prima della morte, una sorta di testamento scientifico. Sentendosi prossimo alla fine, Gould ha voluto consegnare ai posteri una summa della sua visione dei vari aspetti della teoria. Vi si può trovare una brillante esposizione di quelli che sono i punti fondamentali di questa scienza e dei suoi capisaldi, esaminati nei diversi momenti della loro evoluzione concettuale.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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