venerdì 7 maggio 2004

giudici, psichiatri, prigioni

La Stampa 7.5.04
SECONDO I GIUDICI IL RICOVERO NON SERVE
«L’ospedale psichiatrico è inutile per un omicida»
di A.Gaino


«L’ospedale psichiatrico giudiziario è soltanto un luogo di contenimento e non anche di cura. Non si può mandarvi a vivere per 5 anni un imputato di omicidio giudicato totalmente infermo di mente e attualmente ricoverato in una comunità psichiatrica protetta».
La legge, quando si tratti di soggetti socialmente pericolosi come in questo caso, non detta alternative al vecchio manicomio giudiziario. Perciò la prima Corte d’assise ha sollevato un’eccezione di costituzionalità che, se accolta dalla Consulta, potrebbe rivelarsi dirompente per il «sistema custodialistico» degli ospedali psichiatrici giudiziari e la pessima fama che li circonda. Il caso è quello del ventiseienne Davide Santoli che, il 20 ottobre 2002, uccise a coltellate il padre a Cambiano. A conclusione del dibattimento, accusa e difesa hanno concordato che il giovane non può essere punibile e il pm Manuela Pedrotta ne ha chiesto l’internamento in un ospedale psichiatrico giudiziario. I giudici hanno rinviato la sentenza per evitare che le terapie cui è sottoposto Santoli in una comunità psichiatrica protetta (i pazienti sono sorvegliati e non possono venirne via) «siano interrotte con pregiudizio della sua salute e dei piccoli miglioramenti prodotti dal complesso trattamento terapeutico cui è sottoposto».
La Corte ha disposto una perizia (lo psichiatra scelto, Mauro Nannini, ha ribadito la diagnosi per Santoli di «perdurante schizofrenia paranoide») e ascoltato gli specialisti che hanno seguito in precedenza Santoli al «Fatebenefratelli» di San Maurizio Canavese e poi nella nuova «struttura chiusa». E ieri ha emesso l’ordinanza scritta a quattro mani dal presidente Franco Giordana e dal giudice a latere Pier Giorgio Balestretti: «Sia la Corte Costituzionale a pronunciarsi se vada privilegiata la sola esigenza di sicurezza sociale» e «o non si debba piuttosto tener conto sia di questo profilo sia del dovere di curare tutti i cittadini, come la carta costituzionale prevede».