domenica 20 giugno 2004

da Repubblica:
il canale del parto

una segnalato da Rita e da Tonino Scrimenti

Dall’inserto di Repubblica "Salute" del 17 giugno 2004 .
IL NEONATO PER USCIRE DAL CORPO DELLA MAMMA È SOTTOPOSTO A VIOLENTI SFORZI COSI’ IL FETO PRODUCE LIVELLI ELEVATISSIMI DI CATECOLAMINE, ADRENALINA E NORADRENALINA CHE GLI CONSENTONO DI ADATTARSI AL MONDO ESTERNO
di Johann Rossi Mason


Venire al mondo dopo nove mesi in cui si è stati protetti e cullati dal ventre materno è certamente un evento stressante. Tanto che sembra che nella parte più profonda della nostra mente, in particolari momenti, vi sia un desiderio intenso di tornare alla beatitudine del ventre materno. Nascere quindi, e affrontare un mondo completamente nuovo, di luci violente, di suoni non più ovattati, di sensazioni tattili e sensoriali intense, non più mediate dal tiepido liquido amniotico. Un bel impegno per un esserino che viene al mondo completamente dipendente dalle cure materne per sopravvivere. Un vero e proprio stress, direbbero alcuni, in quanto sicuramente la nascita è un evento stressante: l'importante è che dopo il neonato ritrovi la serenità grazie alle amorevoli cure di una madre "sufficientemente buona".
Ma purtroppo non è sempre così, e studi sulla fisiologia dello stress, unitamente alla valutazione del comportamento dei neonati come indicatore di disagio, ci pone il dubbio che questi bambini vengano al mondo un po' più stanchi, un po' più provati e, pertanto, quasi già stressati al primo vagito.
Il neonato durante il travaglio è costretto nel canale del parto per diverse ore: la testa è sottoposta aduna forte pressione, l'ossigeno va e viene a causa delle contrazioni dell'utero. Per nascere il feto produce livelli elevatissimi di catecolamine, adrenalina e noradrenalina, che gli consentiranno di adattarsi all'ambiente esterno. I picchi ormonali servono a liberare i polmoni e a prepararli al primo respiro, grassi e glicogeno vengono messi a disposizione come fonte di energia e per fronteggiare le prime ore in attesa ella prima poppata al seno o al biberon. Dopo questo vero e proprio tour de force, tutto torna alla normalità. E' la quiete dopo la tempesta ormonale. Il neonato è pronto per il primo, magico incontro con la madre e poi riposerà tranquillo, per recuperare le forze.
Diverso è il caso in cui, al contrario, il neonato è sottoposto a stimoli stressanti da periodi prolungati precedenti al parto e rimane sottoposto all'azione degli stressor ambientali anche nelle settimane dopo la nascita sino al compimento del primo anno di vita. Tuttavia tale condizione è una risposta adattiva rispetto a stimoli esterni che tendono a turbare l'equilibrio del nostro organismo. Un esempio lo fornisce il professor Andrea Sgoifo, capo del Laboratorio di Fisiologia dello Stress all'Università di Parma: «Immaginiamo di camminare, di notte, in una zona della città che ci è familiare. Tutto è tranquillo, siamo rilassati. Ad un certo punto percepiamo un rumore improvviso, che innesca una serie di reazioni fisiologiche: il cuore accelera, la pressione sanguigna aumenta, il sangue affluisce ai muscoli. Le pupille si dilatano per favorire la vista al buio, intanto gli zuccheri depositati nel fegato vengono riversati nel sangue in modo di mettere a disposizione un carburante di pronto utilizzo nel caso di fuga o di lotta. Magari cominciamo a sudare, per dissipare il calore in eccesso e mettere i muscoli in condizione di lavorare alle condizioni ottimali. Si attiva un insieme di meccanismi nervosi e ormonali che immettono in circolo le famose catecolamine o più semplicemente gli 'ormoni dello stress' in particolare adrenalina e noradrenalina».
Può accadere che lo stimolo di allerta resti alterato nel tempo e ciò indica una situazione continua in cui alcuni valori sono alterati. Aggiunge Sgoifo: «Nello stress cronico rimangono stabilmente modificati alcuni neurotrasmettitori (come la serotonina), ormoni (come il cortisolo) finanche alcuni parametri fisiologici (come la pressione sanguigna): questa situazione può rappresentare un fattore di rischio anche per l'insorgenza di patologie o peggiorarne lo stato».

**Tonino**