domenica 20 giugno 2004

dagli USA:
nuove terapie per ricchi contro lo stress

In Usa si usa
Contro lo stress il gioco del barbone
di ALESSANDRA FARKAS


NEW YORK - Dopo New York, Montreal, Londra e Parigi, gli organizzatori sono decisi ad esportare la nuova moda per ricchi insoddisfatti in tutte le capitali europee, Roma inclusa. Se ci riusciranno, anche nella "città eterna" politici di grido e manager di successo presto potranno riscattare i propri peccati attraverso lo "Street Retreat", ritiro spirituale (e non solo) sulla strada. Popolarissimo tra i broker di Wall Street che lo praticano nella vicina Bowery, lo street retreat è concepito per mondare lo spirito, non certo il corpo. I partecipanti sono invitati ad indossare stracci e a non lavarsi per una settimana prima di imbarcarsi nel viaggio mistico di tre giorni e due notti tra i topi e la spazzatura dei quartieri più malfamati delle ricche metropoli occidentali.
"Per calarsi nell'esperienza bisogna puzzare, assomigliando a homeless veri - spiega Francisco Lugovina, un monaco buddista del Peacemaker Center di New York, che organizza i ritiri da anni - i partecipanti non possono usare cellulari, orologi, soldi e libri. Sono ammessi solo i sacchi di plastica, per raccogliere cibo dai centri d'accoglienza per poveracci".
Gli effetti del ritiro? "Miracolosi", replica Tom Wolfe, autore del "Falò delle vanità", che ne ha tratto ispirazione per uno dei suoi libri. "E' un'alternativa straordinaria alle costosissime Terme - gli fa eco Robert Dunne, investment bunker - dopo mille diete fallite, è l'unico sistema che mi ha fatto dimagrire".
Ma gli avvocati degli homeless gridano già allo scandalo. "E' un divertimento per ricchi viziati che alla fine del gioco tornano nelle loro ville con piscina e servitù", punta il dito il sociologo Bob Rosen. "Scimmiottare il dramma degli homeless è osceno ed immorale - gli fa eco la psicologa Liz Hase - chi lavora con i senzatetto sa quanto devastante è la vita sulla strada".
La tentazione di scambiarsi i ruoli non è affatto nuova, come testimonia "Il Principe e il Povero" di Mark Twain. "Ma nessun miliardario ha pensato di aprire la propria casa ad un homeless per tre giorni - ribatte Rosen - potrebbe prenderci gusto e rifiutarsi di tornare tra i topi".