mercoledì 9 giugno 2004

la compositrice di Angelopoulos

una segnalazione di Antonella Pozzi

«Ricreo i suoni della Grecia per i film di Angelopoulos»
La compositrice Eleni Karaindrou a Roma
di Valerio Cappelli


ROMA - Eleni Karaindrou è cresciuta in una Grecia arcaica, in un villaggio sperduto tra le montagne, i boschi di querce, il canto delle cicale d' estate, le case in pietra. «Fino a sei anni non sapevo nemmeno cosa fossero l' elettricità, le automobili, la televisione». La pianista e compositrice dei film di Theo Angelopoulos sarà con l' Orchestra di Santa Cecilia giovedì al Parco della Musica per il festival «Mediterraneo» di «Musica per Roma». «Il primo film che ho visto nella mia vita? Sono io la protagonista! Fu il viaggio dal mio paesino verso Atene». La Karaindrou (56 anni) ha scritto sette colonne sonore del celebre regista greco da Viaggio a Citèra a Lo sguardo di Ulisse, fino all' ultimo La sorgente del fiume, intrecciando in maniera istintiva suoni colti e popolari. Lui dice di lei: «La musica di Eleni non accompagna le immagini ma le penetra, si trasforma nella loro anima e alla fine non puoi distinguere l' una dalle altre per quanto sono saldate insieme». Lei dice di lui: «Mi piace il suo modo di narrare, nel nostro sodalizio c' è stata subito un' armonia estetica e ideologica che ha creato una speciale chimica tra noi». Eleni, quali sono i suoi primi ricordi musicali? «I suoni del vento, della pioggia, i canti polifonici delle contadine al lavoro e certe melodie bizantine che ascoltavo in chiesa. Amo l' orchestra classica, specialmente gli archi, ma sono i fiati spesso a ispirarmi. L' arpa fu una delle mie prime scelte, come i colori della tradizione greca, il santouri, la lira o la fisarmonica». Angelopoulos? «Nell' arte ci sono affinità inesplicabili, io entro nei suoi concetti, le mie idee nascono dalle nostre conversazioni, prima delle immagini. Mi lascia completa libertà, mi fa viaggiare nell' interiorità dei personaggi, nel mistico mondo di cose non dette». Cosa rappresenta il Mediterraneo nelle sue note? «Per un greco, la ricchezza di suoni e la magia di ritmi del Mediterraneo è un' ossessione dell' anima. Ho avuto sete di conoscere anche altre tradizioni, dal flamenco spagnolo alla polifonia della Corsica vicina all' Epiro. Il Mediterraneo e il tema del viaggio sono i miei leit motiv». Come fu il suo viaggio verso Atene? «La strada attraversava boschi e cespugli di bacche rosse, io ero con la mia famiglia a dorso dei muli, ricordo le selle coperte da stuoie rosse e da tante ceste; ricordo lo stupore per la prima automobile che vedevo nella mia vita e il primo sguardo al mare. E poi l' arrivo in una Atene nuda, senza alberi, che odorava di benzina, dove le mura dei palazzi erano ferite dai proiettili sparati durante la guerra civile. Noi vivevamo nel seminterrato della scuola dove mio padre insegnava. Ero una bambina che aveva appena scoperto il mondo moderno, lasciandosi alle spalle il paradiso perduto, i ciliegi, le lampade a olio, l' acqua dei torrenti che usavamo in casa». I registi che ama? «In Tarkovski ho scoperto la poesia fusa ai pensieri filosofici più profondi. Antonioni rappresenta una classica presenza di cinema senza tempo. Fellini mi ha affascinato con i suoi viaggi immaginari e Bergman perché è il grande coreografo delle emozioni umane. l futuro? Preparo il primo cd al di fuori del cinema, oltre a un brano che mi ha commissionato l' Orchestra di Monaco di Baviera. Sono ancora alle prime idee, schizzi, nulla di più».