domenica 18 luglio 2004

la legge sulla fecondazione: i Ds:
sì ai referendum per la laicità dello Stato

Repubblica, edizione di Firenze 18.7.04
L´INTERVENTO
Un referendum per riaffermare la laicità dello Stato
di MARISA NICCHI e ENRICO ROSSI

Gli autori sono consigliera regionale Ds e assessore regionale alla salute


Da tempo la Regione Toscana si è posta il compito di governare, a tutela del diritto alla salute, l´uso delle tecniche di fecondazione artificiale. A questo fine sono nati il regolamento che prevede i criteri sanitari e il consenso informato per accreditare i centri che operano in questa materia e la stipula di una convenzione con i privati per garantire l´accesso alle tecniche. L´approvazione della legge sulla procreazione assistita ha invece aperto seri problemi. E´iniziato il "turismo procreativo" di tante coppie italiane, e anche toscane, costrette a recarsi all´estero per realizzare il desiderio di avere figli, o per prevenire malattie, dal momento che lì sono ammesse tecniche fecondative qui vietate. Anziché governare, questa legge proibisce. L´esperienza insegna che il divieto, quando non corrisponde ad un convincimento - in questo caso nega aspirazioni sacrosante - è destinato ad essere aggirato, eluso, e rischia di diffondere il mercato clandestino a discapito della salute e del principio di non discriminazione. A questo saranno spinte le coppie a cui questa legge vieta la fecondazione eterologa (cioè la possibilità di ricorrere a un donatore esterno alla coppia stessa), quelle che vorranno ricorrere a tecniche particolari per rimediare a malattie, e quelle donne che non vorranno subire coattivamente interventi inutili e dannosi. La recente legge è inefficace e inapplicabile. Un manifesto che lede la responsabilità femminile nella procreazione e il desiderio di paternità, ostacola la ricerca di nuove cure e la deontologia medica, viola il principio di laicità dello Stato. Non garantisce, come invece hanno fatto i provvedimenti toscani, le condizioni di sicurezza e l´adeguata informazione a sostegno di scelte più consapevoli, ma si spinge piuttosto a sanzionare scelte private per eccellenza, come le relazioni familiari. Non a caso hanno espresso la propria indignazione le tante coppie lese e un´ampia opinione pubblica: medici, giuristi, scienziati, donne e uomini del mondo della cultura. Altro deve essere il modo di regolare questi temi, assicurando il rispetto di responsabilità liberamente assunte e, con il ruolo delle Regioni, il diritto alla salute. In questi giorni si è realizzato un fatto politico importante: la decisione di chiedere al Paese di esprimersi direttamente su questo delicato tema con quattro referendum su punti specifici della legge, che si aggiungono a quello che propone la cancellazione totale della legge. È l´occasione per un approfondito confronto e dialogo tra diverse culture e soggetti, per rispondere alle sofferenze di tante coppie e riaffermare la laicità dello Stato e il diritto alla salute.