sabato 10 luglio 2004

un inedito di Joyce

Repubblica 10.7.04
Scritta nel 1909 alla moglie, è stata venduta a Londra per 350.000 euro
la lettera più erotica di James Joyce

Ma gli eredi dello scrittore si oppongono alla divulgazione
di ENRICO FRANCESCHINI


LONDRA. L´hanno descritta come «l´anello mancante nella più scandalosa corrispondenza erotica della letteratura moderna» e «l´equivalente del sesso telefonico all´inizio del ventesimo secolo». Ora si può aggiungere una terza definizione: la lettera più pagata di tutti i tempi. Questa settimana, a Londra, il martello di Sotheby´s ha aggiudicato a un anonimo acquirente una missiva scritta da James Joyce alla moglie Nora per la cifra record di 240 mila sterline, circa 365 mila euro. La celebre casa d´aste aveva attributo al «lotto numero 201» di una vendita di manoscritti del grande scrittore un prezzo di partenza assai più basso, 50-60 mila sterline; ma l´interesse tra le quattrocento persone presenti in sala e il pubblico che inviava offerte per telefono ha superato ogni aspettativa. Considerato che si tratta di appena tre paginette vergate a mano, chi se ne è impossessato ha pagato per ogni parola molto più di colui che mezz´ora più tardi ha acquistato una copia della prima edizione de L´Ulisse, regalata da Joyce al fratello Stanislaus, con dedica dell´autore.
La corrispondenza «erotica» risale al periodo in cui Joyce e la moglie furono separati: lui a Dublino, lei a Trieste, dove era rimasta insieme ai due figli della coppia. Nora gli scriveva, sostengono i biografi, per «tenerlo lontano dalle prostitute»; lui riversava sulla moglie la passione sessuale che avrebbe poi trasferito sulle pagine di Ulisse nel personaggio, ispirato a Nora, di Molly Bloom. Ma dalla fitta corrispondenza mancava un tassello: la lettera datata primo dicembre 1909, una risposta di Joyce a precedenti «seduzioni» di Nora. Era rimasta infilata dentro un libro nella biblioteca di Stanislaus Joyce, è stata ritrovata recentemente e così è finita all´asta, probabilmente per volere dei discendenti di Stanislaus, la cui vedova, Nelly Joyce, aveva venduto gran parte della corrispondenza alla Cornell University nel 1957.
L´operazione ha tuttavia suscitato le proteste degli eredi legali di Joyce, il nipote Stephen e la moglie Solange, che hanno minacciato di fare causa e costretto Sotheby a rivelare soltanto qualche frase della lettera. Il misterioso acquirente, non si sa se un collezionista privato o un museo, dovrà osservare analoghe restrizioni e non potrà mostrarne il contenuto in pubblico. «Siamo dispiaciuti, e lo sarebbe anche Joyce», afferma Solange. «Queste sono lettere private, e tali dovrebbero restare. Quello che Joyce voleva rendere di dominio pubblico erano i suoi romanzi e racconti. Tutto il resto non deve venire divulgato. E secondo la legge siamo noi ad avere il copyright su qualunque cosa abbia scritto, fosse anche una lista della spesa»

stessa pagina
COME SI RIVOLGE ALLA CONSORTE CHE L'AVEVA INIZIATO AI GIOCHI SESSUALI
Cara Nora, sei la mia puttana
E. F.


LONDRA - «Signora Joyce, via Vincenzo Scuussa 8, Trieste (Austria)», si legge sulla busta. Il timbro è «Dublino», la data «2 december 1909». Joyce comincia chiamando Nora «la mia puttana dagli occhi strani» e finisce, tre pagine e quattrocento parole più avanti, firmandosi «che il cielo perdoni la mia pazzia, Jim». E´ un´ode alla più sfrenata passione erotica, in cui lo scrittore riconosce «l´ingovernabile lussuria» che sente per la moglie. In uno dei passaggi rivelati da Sotheby´s, Joyce afferma l´intenzione di soddisfare il proprio desiderio sessuale e quello di Nora «in una varietà di accoppiamenti, di posizioni e di circostanze», ciascuno dei quali riflette «gusti, predilezioni e ossessioni». In seguito lo scrittore si sofferma sulle parti del corpo di Nora e sul suo abbigliamento, esprime la convizione che, «essendo diventati partner nell´amore spirituale», ora debbano condividere fino in fondo anche una «complicità onanistica». Il senso e lo scopo della corrispondenza: eccitarsi a vicenda, portarsi vicendevolmente a un orgasmo, nonostante la distanza.
Come nella vita, anche nelle lettere è Nora che prende l´iniziativa, rivela Brenda Maddox, autrice di una biografia della moglie dello scrittore. «Fu lei a infilargli la mano nei calzoni il 16 giugno 1904», nel loro primo incontro, in cui come Joyce annotò più tardi «mi hai reso un uomo». Fu lei a sussurrargli «le prime oscenità, pochi mesi dopo, quando fuggirono insieme a Trieste», e ancora lei a introdurre un elemento erotico nelle loro lettere. Joyce, secondo gli eredi legali dei diritti d´autore, chiese a Nora di distruggere le lettere, ma lei non lo fece.