venerdì 8 ottobre 2004

referendum
su "Avvenimenti" nelle edicole dall'8 ottobre
due interviste

Intervista a Daniele Capezzone segretario dei Radicali italiani
E ora non inventatevi un sarchiapone
Capezzone :"Firme da record, ma secondo round della battaglia sarà durissimo"
di Simona Maggiorelli

"Un risultato straordinario, storico: un milione di firme per abrogare la legge 40 e altre settecentomila su ognuno degli altri quattro quesiti parzialmente abrogativi", dice il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, all’indomani della consegna delle firme, un’interminabile fila di scatoloni e scatoloni, in Cassazione. E dopo aver raggiunto il risultato di più di quattro milioni di firme? Be’ abbiamo vinto il primo tempo della partita, ma ora si prepara un secondo tempo durissimo: quattro o cinque mesi, in cui verrà messo in campo di tutto. Proveranno a cucinare una leggina truffa, a colpire il risultato alla Corte Costituzionale. Dobbiamo tenere alta l’attenzione dell’informazione. Perché se la gente sa, operazioni d’imbroglio non saranno possibili. Se cade il silenzio, ci sarà da aspettarsi di tutto. I tandem Bianconi-Tomassini per il centrodestra, e Giuliano Amato per il centrosinistra, si sono già mossi per tessiture parlamentari. In termini strettamente giuridici hanno poco da inventarsi. Tutte e cinque i quesiti sono validi, non so a che cosa possa aggrapparsi la Corte Costituzionale. E anche l’ipotesi di una leggina parlamentare, mi pare, abbia pochi spazi. Da cosa lo deduce? Basta scorrere i vari punti. Un milione di firme per l’abolizione totale: come fanno ad aggirarle? Dovrebbero fare una leggina che dice è abrogata la legge 40. E che questo parlamento faccia una cosa del genere, mi pare assai difficile. Altrettanto improbabile che accolga la fecondazione eterologa. E meno ancora che consenta la ricerca sulle cellule staminali embrionali o la cancellazione dell’articolo 1 che stabilisce i diritti dell’embrione. Al massimo possono cambiare le parti della legge che riguardano la salute della donna, cancellando l’obbligo d’impianto obbligatorio di embrioni malati. Sarebbe un punto su cinque. Dal punto di vista giuridico, il pesce della truffa naviga in poca acqua. Allora che rischio c’è? È soprattutto nel clima politico: se partono mobilitazioni del Polo, dell’Ulivo, di tutti, cani e gatti, diventa difficile. Da una parte l’ambiguità di alcuni leader del centrosinistra, con Prodi che dice “il referendum spaccherebbe il paese”. Dall’altra un centrodestra che blinda la discussione, con Giovanardi che invoca l’eugenetica e lancia anatemi verso chi fa ricerca. Come legge questa situazione? Il clima sembra quello del ‘73, ‘74, quando il Pci era terrorizzato dal referendum sul divorzio. Gli elettori, sia quelli di centrodestra che quelli di centrosinistra, sono entusiasti, mentre i leader sono terrorizzati. Secodno lei questa classe politica non rappresenta il paese? È certamente molto più indietro. Il paese è molto più maturo dei suoi rappresentanti. In trasmissioni come Porta a Porta saltano fuori esperti dell’ultimora, con tesi del tutto diverse da quelle accettate dalla comunità scientifica. In questi giorni ci si affanna a fare convegni per trovare mediazioni. Diano la parola ai cittadini. È una strana atmosfera: c’è chi si inventa di congelamenti di ootidi (l’ovocita fecondato allo stadio iniziale, ndr), c’è sempre un sarchiapone da inventarsi per tirar fuori dal cilindro chissà quale mediazione avventurosa. Facciano il piacere di dare la parola alla gente, che è matura e può decidere. Se fosse stato per questi politici e, anche per un certo tipo di “esperti”, non avremmo mai votato né sul divorzio, né sull’aborto, perché i cittadini sarebbero dei lunarelli da tenere sempre sotto tutela. La parola ai cittadini. Ma occorrerà monitorare anche il governo? Ci mancherebbe, occhi sempre aperti. Cosa sta facendo il ministro Sirchia? Abbiamo più volte denunciato i suoi comportamenti, le sue menzogne e le sue omissioni sulle possibilità di cura di malattie genetiche attraverso le tecniche di fecondazione assistita. Abbiamo denunciato il suo conflitto d’interessi quando ha assegnato fondi per la conservazione degli embrioni soprannumerari a un istituto a lui vicino. Altre novità vertamente verranno fuori. Prima o poi il ministro Sirchia dovrà risponderne. Abbiamo visto tanti ministri censurabili, ma come lui non se ne riportano. Questo milione di firme è anche una risposta a lui. Ma anche una risposta a chi non vuole uno Stato laico? Dai sondaggi Eurispes e Svg ma anche ai tavoli dove si raccoglievano le firme, è apparso evidente che con un minimo d’informazione, i cattolici firmano. Da quegli stessi sondaggi emergeva che quelli che vanno a messa almeno una volta a settimana, al 70 per cento sono favorevoli al referendum. Perché sanno distinguere fra l’opinione personale e una necessaria laicità delle leggi dello Stato. Del resto i cattolici italiani hanno votato anche per il divorzio. Finì 59 a 41. E sull’aborto, finì 80 a 20. Stavolta finirà 85 a 15, perché un conto è che il cattolico dica, io questa cosa personalmente non la farei, altra cosa è che impedisca ad altri di farla. Nel panorama internazionale della ricerca, l’Italia a che punto sta? Sta messa male, purtroppo. Alcune gravi perdite sono già avvenute nei mesi scorsi a causa dell’opera di Rocco Buttiglione: abbiamo già perso dei fondi europei che erano messi a disposizione degli stati che si impegnassero a fare ricerca sulle staminali. Buttiglione è un commissario contro la ricerca scientifica. L’Italia oggi è il fanalino di coda. Teniamo presente che sulla fecondazione assistita l’Italia era all’avanguardia con molti centri di eccellenza. Siamo già nella situazione in cui in Italia sono crollate le gravidanze; il 25 per cento delle coppie sterili, da quando c’è la legge 40 hanno provato ad andare all’estero dove gli vengono praticati prezzi maggiorati. I trattamenti che prima costavano duemila euro, ora agli italiani vengono messi seimila euro. Tutti gli altri paesi hanno leggi più civili della nostra. Inclusa la cattolicissima Spagna che prima con il centrodestra di Aznar e ora con il centrosinistra di Zapatero ha promosso leggi laiche. È nato un nuovo “turismo” dei diritti? Sì, e solo per chi può permetterselo. Senza contare che è anche difficile avere accesso alle informazioni, sapere dove andare a curarsi all’estero, dal momento che questa legge proibisce ai medici anche di dare consigli ai propri pazienti. Cose da medioevo. Cercasi nonne mamme Legge pasticcio, creerà situazioni assurde

una intervista a Cinzia Dato
di Simona Maggiorelli


"Un bel risultato. È importante che questo risveglio del paese si sia avuto nel caso di una legge così improponibile e che può essere sostenuta solo per una sorta di bendata codardia", dice la senatrice della Margherita Cinzia Dato del comitato promotore del Referendum. "Spero - aggiunge - che ora si apra un discorso vero e franco nel paese e che questo civilissimo movimento di massa della raccolta firme serva di lezione a una maggioranza che ha conculcato il dibattito, mortificato il ruolo del parlamento come confronto". Rischio di inciuci per evitare il referendum? Secondo la deputata ds Barbara Pollastrini "il paese dopo questo risultato non accetterebbe una mediazione al ribasso. A questo punto il referendum deve fare il suo percorso". "Anche perché - aggiunge Dato - fra i sostenitori di questa legge non ne trovi uno che non ammetta che va cambiata". Già, perché tutta la vicenda di questa brutta legge 40, nata paventando il cosiddetto far west delle nonne mamme (peraltro mai documentato) avrebbe davvero del grottesco se non fossero drammatiche le conseguenze per lo stop alla ricerca, per i diritti negati dei malati, e di chi, secondo Costituzione, chiede di poter fare figli sani. Una legge sghemba, una costruzione degna del più intricato Gadda, piena zeppa di contraddizioni, di assurdi. Basta passare in rassegna alcuni punti. Si dice che la legge serva ad arginare il supposto boom di nonne mamme. Bene, dal momento che ci sono più di 30mila embrioni congelati e la legge impone di restituirli se richiesti, cosa farebbe il ministro se, per esempio, tra 30 anni una signora settantacinquenne si presentasse da lui chiedendoli indietro? E poi: se si dice no alle nonne mamme, "per equità, allora, sterilizziamo tutti i signori che abbiano passato la sessantina perché non facciano più figli", propone ironicamente la senatrice Dato. E ancora: è proibita la fecondazione eterologa a chi è portatore di malattie genetiche? Non importa a questa maggioranza che con il ricorso alla eterologa si potrebbero debellare malattie genetiche? "Bene - provoca la senatrice della Margherita - allora se per essere genitori ci vuole la certezza della paternità biologica dovremmo sottoporci tutti quanti ai test per vedere se i nostri figli corrispondono davvero ai nostri mariti. Discorsi che non stanno né in cielo né il terra". E si potrebbe andare ancora avanti con la caccia all’assurdo. Basterebbe toccare il tema dell’aborto. Si dice che la legge 40 nasca come primo passo contro la 194. Così ammettono candidamente Sirchia e Andreotti. Del tutto incuranti delle opinioni del paese, ma anche senza contare che obbligando la donna a ricevere embrioni malati, nei fatti la spingono ad abortire. Racconta il ginecologo e docente dell’Università bolognese Carlo Flamigni: "Chiamato a consulto come componente del comitato di Bioteca, mi hanno spiegato che le linee guida promulgate a luglio non puniscono la donna che trasgredisce all’impianto. Secondo il ministro e la sua commissione sarebbe stato come dare un consiglio, fare una raccomandazione. Come se uno passasse col rosso e non gli venisse fatta una multa ma gli fosse solo detto di stare attento". Una storia, quella delle linee guida, tirata fuori dal ministro Sirchia per dare l’illusione di un’attenuazione dei divieti contenuti nella legge. E su cui resta ancora molto da raccontare, oltre alle clamorose dimissioni del presidente di commissione Cuccurullo, rettore dell’università di Chieti e ex consulente della Moratti di cui abbiamo detto nelle settimane scorse. "Il ministro Sirchia - racconta ancora Flamigni –ha chiamato nella commissione anche persone che poco o nulla avevano a che fare con la materia. Come due docenti di diritto romano: una signora che si fa vedere spesso al fianco del Papa nei suoi viaggi e un docente impegnato per la beatificazione dell’ex sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. Ci domandavamo cosa stessero a fare in commissione - continua il professore - anche perché rallentavano il lavoro con continue obiezioni, spesso lo bloccavano".Come è andata a finire poi, è storia nota: le linee guida sono uscite con robusti rafforzativi ai divieti della legge ribadendo, il divieto di diagnosi genetiche preimpianto. " Uno dei punti più feroci e crudeli della legge", secondo Pollastrini. "perché colpisce il diritto alla salute dei cittadini che lo Stato avrebbe, invece, l’obbligo di difendere".