giovedì 21 ottobre 2004

Saddam Hussein

Repubblica 21.10.04
Nel carcere superprotetto la visita del ministro iracheno Amin
"Saddam è depresso e vede lo psichiatra"
DAL NOSTRO INVIATO

AMMAN - Saddam Hussein è depresso, cupo e soffre di insonnia. Le ultime notizie sull´ex dittatore iracheno arrivano dal ministro per i Diritti umani, Bekhtiar Mohammad Amin. Lo ha incontrato nel carcere superprotetto, allestito dagli americani vicino all´aeroporto internazionale di Bagdad. Una visita breve, poco più di mezz´ora che, stando alle dichiarazioni riportate dalla stampa irachena, avrebbe colpito lo stesso ministro. «L´ho trovato molto depresso», ha riferito Amin, «giù di morale e non riesce a dormire la notte. Ho saputo che Saddam viene visitato due volte al giorno da un medico e che ogni due settimane riceve la visita di una psichiatra».
Vigilato 24 ore su 24, rinchiuso in un luogo tenuto segretissimo, l´ex raìs può usufruire di tre ore d´aria al giorno, consuma tre pasti regolari, ottiene tutte le medicine di cui ha bisogno. Ma, stando al ministro dei Diritti umani, non si abitua all´idea di aver chiuso con la storia. Essere prigioniero non è certo una condizione esaltante. Ma quello che pesa di più sul morale dell´ex dittatore sono l´assenza di notizie dall´esterno e l´incertezza sul suo futuro. Sa bene che presto verrà processato e teme di essere condannato a morte; ha paura di trovarsi, per una volta, dall´altra parte dello scranno e di fare la fine che lui stesso, spesso con grande disinvoltura e una ferocia unica, decretava per altri.
Le notizie sullo stato d´animo di Saddam Hussein sono piuttosto ricorrenti in Iraq. Fanno parte delle leggende che si rincorrono da un capo all´altro del paese. Lo stesso premier Iyad Allawi, tre mesi fa, disse di averlo trovato depresso, tremante, ossessionato dall´idea di essere giudicato e condannato a morte. Svelò di aver ricevuto almeno cinque richieste di grazia dallo stesso Saddam. Eppure, quando l´ex dittatore approdò nell´aula del giudice che gli comunicò i capi d´imputazione del suo processo, tutto il mondo ebbe una sensazione ben diversa. Il raìs tirò fuori la sua classica grinta, si mostrò combattivo, tenne testa al magistrato, si dichiarò ancora presidente dell´Iraq e rifiutò di apporre qualsiasi firma sui documenti che considerava illegittimi. Un gioco delle parti. Con un Saddam depresso e cupo, ogni due settimane dallo psichiatra, nella solitudine della sua cella. E un Saddam che lancia il suo sguardo di terrore davanti alle tv irachene e del mondo.
(d. m.)