giovedì 7 ottobre 2004

un libro

una segnalazione di Paola Franz

Venerdì 15 Ottobre, ore 21,00

Presentazione del libro “Le immagini della mente: per una psicoanalisi del cinema, dell’arte e della letteratura” di Luca Casadio, Franco Angeli Editore.

Intervengono:
Gianni Nebbiosi, psicoanalista, presidente isipSé Roma;
Serafino Murri, regista e critico cinematografico;

La descrizione dei più recenti modelli della mente applicati alla psicoanalisi dell’arte e allo studio delle immagini
La psicoanalisi dell’arte, di moda fino agli anni ’70, segna ora un profondo stallo. Perfino i contributi più recenti si rifanno sempre ai medesimi testi teorici ormai divenuti istituzionali, “sacri”. Ciò appare curioso se pensiamo che negli ultimi decenni la psicoanalisi clinica e teorica ha prodotto molti nuovi modelli della mente, nuovi approcci clinici centrati sulla comunicazione emozionale e sul ruolo delle immagini, e una schiera di “nuovi autori” innovativi e creativi, particolarmente interessanti.
“Le immagini della mente” si propone di aggiornare la psicoanalisi dell’arte, troppo lenta nel conoscere questi nuovi contributi, proponendo una descrizione epistemologica delle teorie attuali e delle possibili “applicazioni” all’arte.
Oltre gli studi “classici” di Freud, Jung e la Klein, nel volume sono discussi gli approcci più recenti come quelli di Bion, Matte Blanco, Bowlby, Langs, dei Baranger, Stern, Benedetti, Ferro, ed altri.
Il taglio epistemologico e multidisciplinare del volume permette di cogliere, superando ogni specialismo, le trame comuni alla psicoanalisi, al mondo dell’arte e alla comunicazione sociale, soprattutto nei suoi aspetti emotivi e relazionali.
Il libro appare così rivolto tanto a psicologi, psicoanalisti, antropologi, filosofi, che esperti d’arte. Per questo motivo il linguaggio usato è volto alla chiarificazione delle teorie, come al loro possibile “utilizzo” nel campo dell’arte. Il cinema, la letteratura, la pittura, le moderne performance rappresentano il regno elettivo della comunicazione emozionale e per immagini, fondamentale anche nel lavoro clinico considerato alla stregua di un “dialogo sociale”.
Le emozioni, tanto nel campo sociale come nel “setting clinico”, trasformano le nostre narrazioni, le immagini guida della nostra identità, e il nostro modo di costruire le rappresentazioni.
La “psicoanalisi moderna” e l’arte condividono così una sensibilità comune per le immagini, nate tanto nel rapporto terapeutico che nel campo dell’arte. Sia l’arte che la psicoanalisi sono considerate così nelle loro caratteristiche “costruttive” e sociali, per la loro capacità di ispirare nuovi significati, nuovi “mondi possibili” e nella loro capacità di trasformare e far evolvere emozioni, vissuti, immagini e narrazioni.


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