domenica 7 novembre 2004

Cacciari adesso è contro il moderatismo
«recuperare una politica dei valori e dei miti, la razionalità non basta»

Repubblica 7.11.04
L´INTERVISTA
Il filosofo Cacciari: "Il fondamentalismo della nuova destra non va demonizzato, ma combattuto con una battaglia di idee"
"Il moderatismo non serve l´Ulivo riscopra le ideologie"
I valori. Il rapporto etica e scienza, etica e affari, la famiglia: sono temi che spostano milioni di voti e sui quali il centrosinistra è sempre in mezzo al guado
Il centro. È in atto un terremoto viene scombinata la geometria centro-destra-sinistra. La gente vuole una guida che può essere democratica e partecipata o fondata su tv e soldi
GOFFREDO DE MARCHIS

ROMA - Andare all´attacco, scatenare una vera battaglia delle idee, abbandonare il moderatismo che nella visione di Massimo Cacciari fa rima con il centro evocato da alcuni leader del centrosinistra. Poi, prendere sul serio gli avversari. «Che si chiamino Bush, Ferrara o Buttiglione. Io lo faccio sempre. Almeno quando mi capita di perdere perdo da uno bravo e non da uno con la faccia da scemo...». L´Ulivo, o Grande alleanza democratica, recuperi la politica dei «valori, dei miti», dice il filosofo, non lasci tutto alla razionalità, riscopra le ideologie, «quelle in senso buono». «Il centrosinistra ha creduto che la fine del suo mondo coincidesse con la fine assoluta delle ideologie e che l´unica scelta possibile fosse la razionalizzazione dell´agire politico. Beh, è un´utopia, una pia illusione».
Dopo le elezioni Usa, Rutelli e D´Alema evocano il centro come lo spazio politico decisivo per vincere. È giusto?
«Io vedo che il centrosinistra cerca di combattere la destra immaginando posizioni astrattamente moderate nel senso che pensa di moderare gli opposti. Ma come diceva Kant, la via di mezzo non può che sommare i vizi degli estremi. Ecco, questo è il moderatismo. Poteva funzionare con la guerra fredda quando aveva un´autostrada davanti. Oggi, la strada te la devi costruire. Se essere moderati significa avere posizioni di buon senso, siamo tutti d´accordo. Se invece vuol dire compromettere, conciliare, frenare e contenere allora dico che non solo è sbagliato, ma è del tutto inutile. Per una ragione semplicissima: che non interessa più nessuno, non ha referenti sociali e politici».
Certo, dire che l´omosessualità è un peccato, che la fecondazione assistita è una selezione della specie e che la guerra è l´unica risposta al terrorismo è molto più semplice e diretto.
«Il mestiere del centrosinistra è più complicato, non c´è dubbio. Ma contenere, conciliare gli opposti è un´ultrasemplificazione. Dobbiamo capire che la politica non è soltanto tecnica amministrativa, ha bisogno di valori, di miti. Non si tratta di demonizzare il fondamentalismo di questa nuova destra, ma di contrastarlo con una battaglia delle idee, affrontando anche le questioni immateriali. Il rapporto etica e scienza, etica e affari, la famiglia... Sono temi che spostano milioni di voti e sui quali il centrosinistra è sempre in mezzo al guado. Ondeggia tra quella che è ormai una vera fede, un atteggiamento supino alle ragioni scientiste pensando di poter affrontare ogni problema sul piano tecnico e i compromessi al ribasso con la religione. Aborto, staminali, famiglia, neoliberismo sfrenato, globalizzazione. È un terremoto, una rivoluzione. E la sinistra, che fa? Si limita a dire che c´è il terremoto».
O che bisogna conquistare il centro.
«Ma nel terremoto vengono giù le case, cambia la toponomastica delle città. La geometria centro-destra-sinistra viene scombinata, l´eredità del parlamentarismo ottocentesco sparisce. Le domande ormai sono trasversali e la gente vuole essere rassicurata, non basta spiegare all´elettorato che la situazione è complessa. La gente vuole una guida, che può essere democratica e partecipata o fondata sulle televisioni e sui soldi. Ma la domanda c´è, non è un´invenzione di Bush. E la sinistra non ha le risposte. Tanto più questo territorio rimane vuoto, tanto più sarà occupato dai Bush o ancora peggio dai Ferrara e dei Buttiglione».
Se Buttiglione dice che gli omosessuali sono dei peccatori e quindi non potranno mai avere uno status giuridico di coppia, come può rispondere con altrettanta nettezza la sinistra?
«Può rispondere, dal punto di vista etico e religioso, con la formula della responsabilità. Un vero credente è appeso alla sua croce, non assiso sulla sua fede, guarda l´altro in maniera misericordiosa, difende i suoi valori, ma risponde anche degli altri che sono un enigma e tale rimangono. La sinistra può andare all´attacco impugnando la bandiera della responsabilità in senso pieno, con una politica che si fa carico degli altri e non si accontenta esclusivamente di mostrare se stessa. Io capisco la destra: l´esercizio della potenza ha bisogno di un´auctoritas religiosa, la loro politica non può esprimersi se non si carica di un fondamentalismo religioso. Ma la religione è più della politica, noi vogliamo un potere politico secolarizzato, distinguiamo nettamente le due sfere. Diciamo questo e vediamo dove vanno i cattolici, i cristiani».
In America sono andati a destra.
«Perché Kerry si è comportato più o meno come il centrosinistra italiano: ha "moderato" il messaggio forte di Bush, lo ha contenuto, razionalizzato. Il decisionismo deve diventare una parola d´ordine anche nel centrosinistra. In modo contrapposto alla destra, ma è necessario, sia nella formazione delle classi dirigenti, sia nell´elaborazione dei programmi. Guardi invece quello che succede sulle riforme istituzionali. Il dibattito sul federalismo è stata una cosa seria in questi dieci anni, ma il centrosinistra sceglie un ripiegamento autocritico. Adesso vogliono tornare indietro mentre dovremmo andare avanti».