Semiologia/ Congresso a Spoleto su malattia e linguaggio
La salute? Basta la parola
di PIETRO M. TRIVELLI
«QUALUNQUE sforzo di darci la salute è vano»: dice Zeno Cosini, controfigura di Italo Svevo. E così si mette la coscienza a posto, nel rovello della doppia malattia, fisica e psichica, scoprendo la vera cura nella scrittura.
Un altro che si curava con le parole era Gesualdo Bufalino. Da quando da giovane si ammalò di tisi, percepiva la malattia quasi come l’incombente presenza - non sempre scomoda - della fine del proprio corpo. «La vita: un menabò della morte»: ecco uno dei suoi più caustici aforismi.
Anche i nomi di Svevo e Bufalino sono stati “parole d’ordine” al XXXII congresso dell’Associazione italiana di Studi semiotici, organizzato nel medievale complesso spoletino di San Nicolò. Accanto ai semiologi, in quattro giorni di dibattito, vi si sono avvicendati antropologi, filosofi, sociologi, psicologi e studiosi di altre scienze umane (con Gianfranco Marrone, presidente dell’Associazione, fra gli altri relatori Alberto Abruzzese, Omar Calabrese, Pino Donghi, Paolo Fabbri, Tullio Seppilli e Ugo Volli).
Filo conduttore del congresso “Il discorso della salute”, fra testi, pratiche e culture: per indagare, appunto, sui meccanismi della comunicazione - parole scritte o dette - che alimentano, ad esempio, il sentimento della paura o del rischio. Laddove proprio le parole, non meno dei gesti, dei “segni”, si prestano a diverse interpretazioni: a cominciare dal significato ambilavente di “farmaco”, che nel termine di origine greca vuol dire medicinale o filtro magico, ma pure veleno. Ambivalenza che, dal punto di vista semiologico, investe lo stesso concetto di salute, intesa come assenza di malattia oppure stato di benessere. E’ quella che Paolo Fabbri chiama “lotta delle definizioni”.
Lo aveva scoperto anche Italo Calvino, nel significato di linguaggio come contagio. «A volte mi sembra che un’epidemia pestilenziale - scriveva Calvino, nelle Lezioni americane - abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola: una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza». Con una speranza: «La letteratura (e forse solo la letteratura) - si consolava Calvino - può creare degli anticorpi che contrastino l’espandersi della peste del linguaggio».
«La malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione», dice ancora Zeno-Svevo, nella sua coscienza. Meno sconfortato di Céline che (citato al congresso dal francese Jacques Fontanille), da medico oltre che scrittore, vedeva alla fine della notte, in una scheggia di luce, come non si sia «nemmeno capaci di pensare la morte che siamo».
la convocazione, com'era:
Il XXXII Congresso dell'Associazione Italiana di Studi Semiotici, dedicato a "Il discorso della salute si terrà a Spoleto (Perugia), presso il Chiostro San Nicolò, dal 29 ottobre all'1 novembre 2004. L'incontro sarà a forte carattere interdisciplinare
Ottobre 2004 - Lo studio dei segni incontra la medicina. E non solo. Anche l'antropologia, la filosofia, la sociologia, l'etnometodologia e la psichiatria sono chiamate in causa per il XXXII Congresso dell'Associazione Italiana di Studi Semiotici, dedicato a "Il discorso della salute. Testi, pratiche, culture". L'incontro, a forte carattere interdisciplinare, avrà luogo a Spoleto (Perugia), presso il Chiostro San Nicolò, dal 29 ottobre all'1 novembre 2004.
Tra i relatori Alberto Abruzzese, Omar Calabrese, Lucia Corrain, Paolo Fabbri, Isabella Pezzini e Ugo Volli. Non mancheranno ospiti d'oltralpe. Dalla Francia arriveranno Jacques Fontanille, Bruno Remaury, François Jullien, Claudine Herzlich; da Londra Christian Heath e da Zurigo Nunzio La Fauci.
Il Congresso è organizzato in collaborazione con la Fondazione SigmaTau. Ha ottenuto il patrocinio e un contributo della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune di Spoleto, delle Università di Palermo e Perugia, nonché un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e della Credito e Servizi di Spoleto. Hanno inoltre contribuito all'organizzazione la Società italiana di Antropologia della medicina e la Fondazione Angelo Celli.