domenica 12 dicembre 2004

proprio a Chieti!!!
un convegno sulla "ricerca in psicoterapia"...

www.quaderniradicali.it 12.12.04
“La ricerca in psicoterapia: relazioni, emozioni e salute”
di Danilo Di Matteo

Sabato 11 e domenica 12 dicembre si è svolto a Chieti un convegno internazionale organizzato dall’Ordine degli Psicologi dell’Abruzzo intitolato “La ricerca in psicoterapia: relazioni, emozioni e salute – Guarigione e Qualità della Vita”.
Tanti gli spunti; tante le ipotesi e le proposte. Mi limito allora a qualche cenno.
La psicologa e psicoanalista Tiziana Bastianini ha sottolineato come lo psicoterapeuta, pur nel rigore del metodo e nella chiarezza e coerenza delle prospettive, possa avvalersi dei punti di vista di scuole e autori diversi, in una ricerca personale senza fine capace di conciliare posizioni in sé apparentemente incompatibili.
Ciò fa sì che le teorie non si trasformino in ideologie.
È di notevole interesse, poi, il confronto emerso negli ultimi anni fra psicoanalisi (e psicoterapia in genere) e neuroscienze: l’ambiente, riconoscono i neurobiologi, regola e modula l’espressione genica; il patrimonio genetico e quello culturale non sono fra loro estranei: anzi, “dialogano” sempre; per cui lo psicoterapeuta, al pari di altri fattori esterni, finisce per condizionare persino l’attività del DNA dei neuroni! E’ quella che si definisce la plasticità del sistema nervoso.
Il prof. Filippo Maria Ferro, ordinario di Psichiatria a Chieti, dopo aver evidenziato che la medicina, comprendendo anche la ricerca e l’uso di tecnologie avanzate (si pensi all’affascinante mondo delle “neuro-immagini”), non coincide con la clinica, ha però riproposto l’importanza e la centralità di quest’ultima.
A tal proposito lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Merini si è rammaricato per il fatto che spesso chi fa ricerca, empirica e non, ha scarso contatto con i pazienti, e viceversa.
Quello dello psicoterapeuta, infatti, è soprattutto un “cercare” delle ipotesi; “fare ricerca” significa invece selezionarle. Il rischio della ricerca è quello di prendere in considerazione solo i risultati o le esperienze che avvalorano una determinata ipotesi.
Anche nel rapporto col paziente si rischia di cadere nell’ipocrisia: a differenza di ciò che si scrive negli articoli o si afferma nei convegni, infatti, spesso il terapeuta pensa di sapere già tutto di lui; ciò impedisce, naturalmente, quell’incontro dei due orizzonti, quello dello psicoterapeuta e quello del paziente, in cui dovrebbe consistere la psicoterapia.
Al di là delle tendenze e degli indirizzi, poi, l’obiettivo della psicoterapia dovrebbe essere quello di rendere il paziente adulto e maggiorenne, padre di se stesso anziché eternamente figlio; anche se, ovviamente, ognuno è adulto a suo modo.
Altri interventi hanno sottolineato l’urgenza di superare la concezione secondo la quale semplicemente “mens sana in corpore sano”, in quanto è vero anche che “corpus sanum in mente sana”, e hanno messo in guardia rispetto all’enfasi posta sul benessere: se è vero che ognuno ha diritto a cercare la propria felicità, è vero pure che la vita è fatta anche di sofferenza e dolore; anzi: è l’unica malattia che porta a morte sicura…