Corriere della Sera 30.1.05
luoghi CAPITALI
L’ospedale che accoglieva «poveri forestieri e pazzi»
di Angela Groppi
Nel 1725 Benedetto XIII concesse la cinquecentesca Chiesa di S. Maria della Pietà, con gli edifici compresi tra piazza Colonna e piazza di Pietra in cui era ospitato l'Ospedale dei pazzerelli, all'Arciconfraternita dei Bergamaschi costretta a lasciare S. Macuto al Collegio Romano. Questa ne prese possesso nel 1728, consacrandola ai santi Bartolomeo e Alessandro patroni della città di Bergamo. I lavori di trasformazione dell'area si protrassero per circa un decennio. L'Ospedale, istituito a metà '500 dalla Compagnia della Madonna della Pietà per accogliere «poveri forestieri e pazzi dell'alma città di Roma», e poi specializzatosi nella cura dei folli, fu trasferito a via della Lungara, in alcuni padiglioni attigui all'Ospedale di S. Spirito in Sassia. Al momento del trasferimento definitivo, tra la fine del 1728 e i primi mesi del 1729, ospitava 150 ricoverati e 15 persone di servizio. L'abbandono dei vecchi edifici suscitò le polemiche di coloro che ritenevano la centralità dell'ospedale e la sua vicinanza a Montecitorio, fondamentali «affinché si potess'accorrere a tutti quelli accidenti che possono temersi da gente furiosa», come era accaduto quando un pazzo aveva cominciato «ad infuriare contro gli altri del Luogo Pio e se non v'era l'immediato e istantaneo soccorso delli soldati vicini si sarebbe giustamente potuto temere un disordine molto maggiore di quello che seguì». Inoltre la pazzia non era un male contagioso da isolare ai margini della città.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
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