Ilmanifesto.it 10 febbraio 2005
In Amazzonia geroglifi come a Nazca
Due studiosi brasiliani hanno scoperto nello stato amazzonico dell'Acre grandi geroglifi che ricordano le figure precolombiane di Nazca, in Perù. Sono oltre sessanta figure geometriche, cerchi, quadrati, ottagoni o fusioni tra gli uni e gli altri, di circa duecento metri di diametro, scavate nel suolo della savana attuale in fossi profondi anche più di tre metri. Come spesso avviene in questo casi, la scoperta è stata casuale. Alceu Ranzi, paleontologo dell'università dell'Acre, lo stato più occidentale dell'Amazonia brasiliana, alla frontiera con Perù e Bolivia, nel 1999 ha avvistato un grande quadrato perfetto dal finestrino di un volo commerciale diretto alla capitale dell'Acre, Rio Branco. Gli abitanti della zona, in gran parte fazendeiros di stanziamento recente, spiegavano le forme scavate per terra più che altro come trincee del tempo della rivolta dell'Acre del 1902-3, quando lo stato si staccò dalla Bolivia e venne comprato dal Brasile. Ma dopo un sopralluogo in loco, a Ranzi apparve chiaro che si trattava di vestigia di una civiltà antica in Amazzonia, capace di conoscenze geometriche e di lavoro organizzato su vasta scala.
corriere.it 11 febbraio 2005-02-11
Coinvolti un milione e mezzo di lavoratori. Le conseguenze: depressione, ansia, crisi di panico. Il dossier oggi in un convegno
«Troppe vittime». E il mobbing diventa reato
Disegno di legge in Senato: pene fino a 4 anni, sarà il datore di lavoro a dover dimostrare la propria innocenza
ROMA - Non sono dei lavativi. Al contrario: persone attaccate al lavoro, talvolta ambiziose, con posizioni ragguardevoli. Funzionari di alto livello, dirigenti in carriera. Un bel giorno diventano bersaglio di angherie diaboliche, finalizzate ad emarginarli. Come se in azienda fosse scattata una congiura silenziosa. Perfino i colleghi, alla fine, sembrano guardarli con espressione derisoria. Si vedono costretti con un ordine di servizio a cambiare ufficio, traslocando da un luminoso ambiente con segretarie e frigobar ad uno sgabuzzino asfittico, ingombro di scrivanie. Anche le loro mansioni vengono mortificate. Da manager a passacarte, scalda-poltrona. E loro soffrono, si macerano dentro. Fino ad ammalarsi e ad aver bisogno di aiuto psicologico. Depressione, ansia, crisi di panico. Mobbizzati. In Italia sono almeno 750 mila, il 4,2% dei dipendenti. Ma è una cifra sottostimata. Sarebbero un milione e mezzo. Per la prima volta il fenomeno è stato studiato dal punto di vista giuridico e scientifico in un dossier che verrà illustrato oggi in un convegno organizzato in Senato dal titolo «Mobbing oggi, dalla riflessione alla legge». Viene presentato il disegno di legge di iniziativa del senatore Luciano Magnalbò, An, avvocato, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, che riunifica i numerosi testi bipartisan depositati in Parlamento. Il mobbing assume la configurazione di reato. Chi lo attua rischia fino a 4 anni di carcere. Tra le novità, una serie di strumenti per la tutela delle vittime. E’ prevista, tra l’altro, l’inversione dell’onere probatorio (ma solo per quanto riguarda la tutela civilistica). Toccherà al datore di lavoro dimostrare di non aver voluto nuocere intenzionalmente. In caso di condanna, saranno annullati tutti gli atti che hanno messo all’angolo il malcapitato. L’articolo 8 chiarisce che le norme valgono anche per i dipendenti dei «partiti politici ed associazioni», gli unici ancora esposti a licenziamenti ingiustificati.
«Il quadro normativo attuale è insufficiente - dice Luciano Tamburro, giuslavorista, da tempo impegnato in questi processi -. Serviva una legge specifica perché siamo di fronte a un fenomeno dilagante. Le grandi aziende ricorrono a questo sistema per sfoltire il personale, specie dopo le fusioni societarie. Anziché licenziarli li convincono ad andarsene». In questo caso si parla di mobbing strategico, distinto da quello di «perversione», perpetrato per il gusto di veder soffrire. C’è chi sa resistere agli assalti ( to mob in inglese significa attaccare, accalcarsi attorno a qualcuno) e chi soccombe. In genere uomini, 50 anni, dirigenti di alto livello in ministeri, Asl e società private, con laute retribuzioni. «A soccombere sono i soggetti più motivati. Gente forte, solida, ma la loro dignità si sgretola sotto i colpi delle angherie - li descrive Francesco Bruno, criminologo -. Gli scansafatiche non si ammalano».
corriere.it 10 febbraio 2005
Un contraccettivo femminile che funziona come un «Viagra» rosa
Un anello per aumentare il piacere della coppia
Due studi, uno finlandese e uno dell'università di Bari, confermano i risultati del nuovo metodo
Un anello aumenta il piacere sessuale della coppia. Ma non si tratta della fede nuziale, bensì di un contraccettivo femminile sbarcato in Italia nell’ottobre 2003. Secondo studi recenti sarebbe il vero “Viagra” rosa. O meglio: il “Viagra” per due. Perché il piacere sarebbe reciproco.
Uno studio finlandese su 600 donne e uno studio italiano, dell’università di Bari, su oltre 100 coppie fisse hanno dato risultati inequivocabili, anche se per il momento spiegabili solo attraverso ipotesi. La novità è che questa potrebbe essere la soluzione a uno dei motivi di crisi di una coppia: per il 50 per cento attribuibili ad una certa “frigidità” della donna e per una percentuale analoga a disturbi maschili legati proprio alla sfera del piacere. E l’uso dei contraccettivi sembra sempre avere agito in modo deleterio sulla percezione del piacere. «A volte per ragioni fisiologiche, più spesso per un effetto inibitorio di natura esclusivamente psicologica», spiega Ulla Agren, la ginecologa che ha condotto lo studio finlandese sui contraccettivi femminili. «Io ho potuto riscontrare questo effetto stimolante dell’anello su oltre 600 pazienti», dice non nascondendo una certa sorpresa.
A Bari, invece, Rosa Sabatini voleva proprio studiare il “rifiuto” della coppia verso i contraccettivi: dal preservativo alla pillola, dalla spirale all’anello, al cerotto. I soggetti della ricerca dovevano essere sposati o conviventi stabili e la ginecologa dell’università di Bari ha arruolato oltre 100 coppie. I risultati? «Dopo averlo sperimentato per 12 mesi – spiega la Sabatini - l’80 per cento dei casi presi in esame ha dichiarato di aver provato un notevole aumento del piacere nel corso dei rapporti». Senza volerlo è stato scoperto quello che molte aziende farmaceutiche ricercano da anni: la soluzione alla frigidità della donna, o meglio della coppia come insieme. Tant’è che l’università di Bari si appresta ad approfondire questi dati ampliando la casistica fino a 300 coppie.
Ma quali sono i fattori che determinerebbero questo aumento del piacere? «Sembrerebbero tre – dice Rosa Sabatini - : un fattore farmacologico per la presenza locale dell’estrogeno (migliora il trofismo della vagina e la sua lubrificazione) e di una minima dose di progestinico (evita il calo della libido); un fattore psicologico (sapere della presenza dell’anello crea un effetto di stimolo) e un fattore meccanico (il contatto dell’anello durante il rapporto potrebbe creare un leggero, impercettibile massaggio sulla superficie del pene e della vagina)».
L’anello ha un diametro di cinque centimetri ed è composto dello stesso polimero anallergico con cui vengono realizzate le lenti a contatto. Va applicato all’interno della vagina il quinto giorno dopo l’inizio del ciclo mestruale e lasciato nella stessa posizione per 21 giorni, durante i quali rilascia lentamente un mix di progestinico ed estrogeno, gli ormoni che inibiscono l’ovulazione. Ovviamente, come tutti gli altri contraccettivi femminili, non protegge dall’Aids o dalle malattie sessualmente trasmesse. Solo il preservativo ha anche questa efficacia. «Mai abbassare la guardia – avverte la Sabatini-. L’anello aumenta il piacere ma aumenta anche i rischi con partner occasionali. Massima precauzione e igiene quindi».
Quali i vantaggi rispetto agli altri metodi anticoncezionali? «Le altre tecniche per evitare la gravidanza possono comportare effetti collaterali, che spesso incidono negativamente sulla qualità della vita di coppia – continua la ginecologa di Bari –. Non è un caso se anche la pillola, il contraccettivo oggi più diffuso, alla lunga viene rifiutata dal 30 percento delle donne». Colpa dell’emicrania, delle perdite premestruali, della tendenza a ingrassare e dello stato di ansia, irritabilità o depressione che il trattamento può provocare. Disturbi praticamente assenti nel caso di utilizzo dell’anello, perché questo entra in circolazione localmente, senza interessare le vie di assorbimento gastro-intestinali, rilasciando una quantità di ormoni decisamente ridotta.
Poco «invasivo» quindi, ma il più percepito (almeno indirettamente) durante i rapporti sessuali. Con effetti, per l’82,4 delle donne e per l’80 percento degli uomini, sorprendentemente positivi. «Normalmente il contraccettivo ideale viene descritto così: “quello che si sente di meno” – conclude la Sabatini –. In questo caso, il paradosso potrebbe invece essere segno di una piccola rivoluzione».
E se l’unione di coppia trova nuovi stimoli, c’è sempre un anello di mezzo.
unionesarda.it 10 febbraio 2005
Cagliari. La storia di un soldato mandato nei Balcani e adesso sotto processo
Ho visto troppi cadaveri maciullati. Io diserto
«Ho visto troppi cadaveri maciullati». Dopo cinque missioni nei Balcani, un cagliaritano di 27 anni, Claudio Melis, si è ammalato di depressione. E ha disertato. Per questo stamattina sarà processato davanti al giudice militare. Rischia da sei mesi a due anni. Ma il suo legale, l'avvocato Roberta Cossu, chiederà le attenuanti perché l'orrore della guerra lo ha fatto ammalare. Paralizzato al letto da una malattia subdola e poco considerata, ma non per questo meno grave della Sindrome dei Balcani, che ha ucciso 36 militari mentre 300 combattono contro il cancro. Il padre, un maresciallo dell'esercito in pensione, racconta di un ragazzo che si alza raramente dal letto, che non parla, di una stanza buia e di una serranda che non si apre quasi mai. Ma un militare che non dà più notizie di sé si chiama disertore. E oggi il processo davanti al giudice militare.
farmacia.it 10 febbraio 2005
PSICHIATRIA: DEPRESSIONE, NUOCE A CUORE MODIFICANDO ORMONI
Starebbe in uno scompenso ormonale impercettibile il pericolosissimo legame tra depressione e malattia delle coronarie. Il sospetto arriva da uno studio su scimmie condotto da Carol Shively della Wake Forest University School of Medicine di Winston-Salem in North Carolina e pubblicato sul Journal of Biological Psychology, La depressione potrebbe creare uno scompenso degli ormoni sessuali femminili abbastanza piccolo da non essere rilevato dai medici, ma abbastanza grande da influenzare il sistema cardiocircolatorio. La ricerca, ha inoltre rilevato la Shively, e' la prima in assoluto su femmine di scimmie per indagare la depressione che prende chi riveste un ruolo sociale subordinato, depressione da 'rango sociale' che anche nell'uomo, si e' gia' dimostrata una minaccia per la salute del cuore pur rimanendo un mistero il motivo di questo legame tra salute della psiche e salute del cuore. La scelta di compiere questo studio sulle scimmie non e' casuale, ha aggiunto la Shively, infatti questi animali si prestano poi bene alla sperimentazione di farmaci anti-depressivi. Inoltre la depressione e' il 66% piu' comune tra le donne, ecco perche' le scimmie, in tutto 36 della specie 'Macaca fascicularis', sono state scelte femmine. Le 36 scimmie, divise in nove gruppi, hanno naturalmente sviluppato una struttura sociale gerarchica al loro interno e quelle che sono andate ad occupare il rango piu' basso ben presto sono andate incontro a depressione, manifestatasi con perdita di interesse per l'ambiente e tendenza a rimanere ferme 'a cuccia' nel loro territorio. Alla depressione seguono i primi disturbi del ritmo cardiaco e l'accumulo di grassi nocivi nel sangue, a sua volta un fattore di rischio cardiovascolare ben noto. Inoltre i livelli di ormoni femminili, estrogeni e progesterone, crollano in queste scimmie, segno che la depressione altera pure la funzione ovarica. In passato, ha fatto notare la studiosa, sia nell'uomo che nelle scimmie bassi livelli di estrogeni sono risultati associati a malattie vascolari. Nonostante la riduzione di estrogeni e progesterone, ha concluso la ricercatrice, le scimmie continuano ad avere un ciclo mestruale normale. Sorge dunque il sospetto che squilibri di ormoni quali estrogeni e progesterone, diminuiscano negli individui depressi ma che questo calo ormonale sia tanto impercettibile quanto nocivo per la salute del cuore.
corriere.it 11 febbraio 2005
DA VEDERE
Genesi di un film-verità sul figlio schizofrenico
Evento speciale domani mattina all’Anteo (via Milazzo 9, ore 10.30, ingresso 4 euro) per conoscere la genesi di un film insolito e unico: «Un silenzio particolare», storia vera di una famiglia alle prese con il problema di un figlio affetto da malattia mentale. A parlarne, dopo la proiezione, sarà il padre, lo sceneggiatore Stefano Rulli, questa volta regista e interprete insieme alla moglie, Clara Sereni, di un’odissea della comunicazione e della convivenza, quella che vede protagonista Matteo, il figlio di 26 anni, un io narrante schizofrenico che racconta se stesso affidandosi all’intensità dello sguardo e con una mimica proveniente direttamente dal profondo. L’opera è frutto di tre anni di lavoro ed è stata girata nel casale della fondazione Onlus Città del Sole, un agriturismo nei dintorni di Orvieto che accoglie i portatori di handicap e le loro famiglie. Insieme con Rulli intervengono Virgilio Baccalini dell’associazione Tartavela e Angelo Barbato, primario di Psichiatria a Garbagnate.
«SEGNALAZIONI» è il titolo della testata indipendente di Fulvio Iannaco che - registrata già nel 2001 - ha ormai compiuto il diciottesimo anno della propria continua ricerca e resistenza.
Dal 2007 - poi - alla sua caratteristica originaria di libera espressione del proprio ideatore, «Segnalazioni» ha unito la propria adesione alla «Associazione Amore e Psiche» - della quale fu fra i primissimi fondatori - nella prospettiva storica della realizzazione della «Fondazione Massimo Fagioli»