Corriere della Sera 30.3.05
Como, per il gup era incapace di intendere e di volere e non può essere processata
Accoltellò la figlioletta in chiesa, mamma libera
COMO - Accoltellò la figlia di soli 2 anni sull'altare, riducendo la piccola in fin di vita. A poco più di un anno da quell'episodio la donna, una giovane mamma di 34 anni, è stata prosciolta da ogni accusa perché incapace di intendere e volere. Non solo: quanto prima la donna potrà incontrare nuovamente la bimba, che non vede da 13 mesi. Non ci saranno ripercussioni penali per la donna comasca arrestata dai carabinieri il 24 febbraio 2004, dopo essere stata sorpresa a sferrare tre coltellate contro la figlia. L'episodio avvenne nella chiesa di Lurate Caccivio. La donna, che da alcuni giorni si comportava in modo strano, era uscita di casa con la piccola e, una volta in chiesa, l'aveva accoltellata. Quindi si era ferita a sua volta. La piccola, immediatamente soccorsa, restò in rianimazione per un mese prima di essere dichiarata salva. Ieri mattina il gup Anghileri ha emesso due importanti sentenze su quel tentato omicidio. Decisioni legate alle conclusioni del perito, lo psichiatra Paolo Bianchi, secondo il quale l'accoltellamento fu provocato da un episodio psicotico acuto dovuto a una forte depressione. «Si trattò di un raptus isolato»: la donna, questa è la convinzione del perito, non è socialmente pericolosa. Da qui la decisione, inevitabile, del giudice di dichiarare la non imputabilità della donna perché incapace di intendere e di volere.
La donna presto, potrà lasciare l'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova) e incontrare la figlia che, negli ultimi mesi, ha chiesto più volte della sua mamma.
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