Corriere della Sera 30.3.05
STORIA
Ma Caligola non era pazzo
«Gli imperatori pazzi mettono in imbarazzo gli storici seri», ha scritto Catharine Edwards, storica. E Aloys Winterling, per riscrivere la biografia di Caligola, considerato nell’immaginario collettivo l’emblema dell’imperatore pazzo, è andato a spulciare i resoconti di tutti gli autori che fino ad oggi si sono occupati di lui. Ed è arrivato a questa conclusione: Caligola non era affatto pazzo. Aveva cercato di instaurare apertamente una monarchia assoluta e l’aveva fatto con il consenso dell’aristocrazia e dei massimi esponenti del Senato. Anzi, sostiene Winterling, l’uomo che fu imperatore romano dal 37 al 41 d.C., non avrebbe fatto altro che assecondare l’opportunismo e la mancanza di scrupoli dell’aristocrazia senatoria. La stessa che, alla sua morte, per scaricare su di lui ogni responsabilità, avrebbe costruito il mito della follia. Il primo a parlare di furor e insania è Seneca, il filosofo che ha conosciuto Caligola personalmente e arriva definirlo «una bestia». Filone di Alessandria parla di «mente disturbata». Plinio il Vecchio e Flavio Giuseppe scrivono di un «comportamento folle», Tacito si sofferma sulla sua «mente ottenebrata». Ma, secondo Winterling, il termine follia sarebbe usato da questi autori più come insulto che come diagnosi clinica. Lo storico fa notare che il diritto romano conosceva perfettamente le implicazioni della malattia, tanto che i pazzi venivano giudicati non colpevoli. Come può dunque essere verosimile l’immagine di un imperatore demente a cui tutti, dal Senato ai governatori, obbedivano come se fosse normale? Soltanto un secolo dopo la sua morte si comincia infatti a parlare di vera e propria malattia mentale. Lo fa Svetonio, descrivendo uno svariato corollario di attacchi di epilessia, spossamenti, ansia, insonnia, incubi notturni. E inventando di sana pianta i rapporti incestuosi che l’imperatore avrebbe avuto con le tre sorelle. Da Svetonio in poi, Caligola incarna la mostruosa aberrazione della tirannide: pretende di essere adorato come un dio, tiene un bordello nel proprio palazzo, nomina console il proprio cavallo e commette crudeltà di ogni tipo. Winterling scava nei documenti alla ricerca della verità e la racconta in un libro che avvince anche chi non ha conoscenze specifiche.
CALIGOLA. DIETRO LA FOLLIA, di Aloys Winterling. Editori Laterza, 18 euro.
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