EMEA - Agenzia Europea per i Medicinali
AIFA - Agenzia Italiana per il Farmaco
Comunicati del 25 Aprile 2005
Antidepressivi nei bambini e negli adolescenti
Il 21 Aprile 2005 l'EMEA ha concluso la valutazione sull'utilizzo nei bambini e negli adolescenti degli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI).
La rivalutazione riguarda le specialità medicinali autorizzate in Italia, contenenti i seguenti principi attivi:
- CitalopramÈ stato concluso che il comportamento correlato al suicidio (tentativo di suicidio e ideazione suicidaria) e l'ostilita' (prevalentemente comportamento aggressivo, comportamento oppositivo e rabbia) sono stati osservati nelle sperimentazioni cliniche più frequentemente in bambini e adolescenti trattati con tali antidepressivi, rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo.
- Duloxetina
- Escitalopram
- Fluoxetina
- Fluvoxamina
- Mianserina
- Mirtazapina
- Paroxetina
- Reboxetina
- Sertralina
- Venlafaxina
Pertanto tali medicinali NON devono essere utilizzati nei bambini e negli adolescenti, tranne che per le indicazioni espressamente approvate in tali fasce di età.
Per scaricare il documento ufficiale in italiano ed inglese clikkate qui: http://pdf.giofil.it/circopdf/anem00.pdf
Postato da archimede il 27.04.05 10:52
Il Pensiero Scientifico Editore martedì 26 aprile 2005
Attenzione agli antidepressivi per bambini
Attenzione alle prescrizioni di farmaci antidepressivi per bambini: in una nota successiva ad un convegno conclusosi lo scorso 21 aprile, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) presenta dei dati che chiariscono come alcuni tipi di antidepressivi che sono stati pensati per gli adulti vengano utilizzati, con troppa leggerezza, anche nei bambini con conseguenze estremamente gravi.
I farmaci in questione sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI); nel documento dell'EMEA si legge chiaramente che questi farmaci non devono essere somministrati in età pediatrica perché aumentano drammaticamente il rischio di potenziale comportamento suicidario.
Secondo l’EMEA, infatti, dagli studi di controllo portati avanti dall’agenzia è emerso chiaramente come in bambini e in adolescenti trattati con questi specifici antidepressivi il rischio di comportamenti legati al suicidio o di un comportamento aggressivo, oppositivo e rabbioso sia maggiore.
In realtà ci sono dei casi, seppur rari, in cui questo tipo di prescrizione si rende necessaria. Di fronte a questa eccezionalità il Comitato scientifico per i Prodotti Medicinali per Uso Umano consiglia ai medici di seguire accuratamente i piccoli pazienti soprattutto nelle fasi iniziali della terapia per rilevare l’eventuale insorgenza di comportamenti a rischio. Nel caso, però, ci siano bambini in cura non bisogna interrompere il trattamento senza aver prima ricevuto una consulenza da parte del medico curante. L'interruzione brusca del trattamento può causare sintomi da sospensione, talvolta anche gravi, tra i quali capogiro, disturbi del sonno e ansia. Non è mai raccomandabile un’interruzione brusca del trattamento ma piuttosto una diminuzione graduale della dose nel corso di varie settimane o mesi.
Il Comitato scientifico per i Prodotti Medicinali per Uso Umano dell’EMEA ha dunque lanciato l’allarme rivolgendosi esplicitamente ai genitori e ai medici: non prescrivere e non somministrare ai bambini questi prodotti tranne che in casi particolari e preferire sempre i farmaci che siano stati testati, in fase di approvazione, su pazienti in età pediatrica. I farmaci oggetto del contendere sono diffusi e approvati in tutta l’Unione Europea ma per il trattamento della depressione e dell’ansia negli adulti; ben diverso è il discorso quando si parla di pazienti pediatrici. Nessun organo di controllo, nè tanto meno l’EMEA, ha mai avallato l’utilizzo di questi medicinali nei bambini, eppure per un gravissimo caso di malcostume si è cominciato a prescrivere questi farmaci a bambini che dimostravano disturbo da deficit dell’attenzione o disturbo ossessivo-compulsivo.
Attenzione agli antidepressivi per bambini
Attenzione alle prescrizioni di farmaci antidepressivi per bambini: in una nota successiva ad un convegno conclusosi lo scorso 21 aprile, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) presenta dei dati che chiariscono come alcuni tipi di antidepressivi che sono stati pensati per gli adulti vengano utilizzati, con troppa leggerezza, anche nei bambini con conseguenze estremamente gravi.
I farmaci in questione sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI); nel documento dell'EMEA si legge chiaramente che questi farmaci non devono essere somministrati in età pediatrica perché aumentano drammaticamente il rischio di potenziale comportamento suicidario.
Secondo l’EMEA, infatti, dagli studi di controllo portati avanti dall’agenzia è emerso chiaramente come in bambini e in adolescenti trattati con questi specifici antidepressivi il rischio di comportamenti legati al suicidio o di un comportamento aggressivo, oppositivo e rabbioso sia maggiore.
In realtà ci sono dei casi, seppur rari, in cui questo tipo di prescrizione si rende necessaria. Di fronte a questa eccezionalità il Comitato scientifico per i Prodotti Medicinali per Uso Umano consiglia ai medici di seguire accuratamente i piccoli pazienti soprattutto nelle fasi iniziali della terapia per rilevare l’eventuale insorgenza di comportamenti a rischio. Nel caso, però, ci siano bambini in cura non bisogna interrompere il trattamento senza aver prima ricevuto una consulenza da parte del medico curante. L'interruzione brusca del trattamento può causare sintomi da sospensione, talvolta anche gravi, tra i quali capogiro, disturbi del sonno e ansia. Non è mai raccomandabile un’interruzione brusca del trattamento ma piuttosto una diminuzione graduale della dose nel corso di varie settimane o mesi.
Il Comitato scientifico per i Prodotti Medicinali per Uso Umano dell’EMEA ha dunque lanciato l’allarme rivolgendosi esplicitamente ai genitori e ai medici: non prescrivere e non somministrare ai bambini questi prodotti tranne che in casi particolari e preferire sempre i farmaci che siano stati testati, in fase di approvazione, su pazienti in età pediatrica. I farmaci oggetto del contendere sono diffusi e approvati in tutta l’Unione Europea ma per il trattamento della depressione e dell’ansia negli adulti; ben diverso è il discorso quando si parla di pazienti pediatrici. Nessun organo di controllo, nè tanto meno l’EMEA, ha mai avallato l’utilizzo di questi medicinali nei bambini, eppure per un gravissimo caso di malcostume si è cominciato a prescrivere questi farmaci a bambini che dimostravano disturbo da deficit dell’attenzione o disturbo ossessivo-compulsivo.