I moli sottomarini degli antichi romani
La tecnologia del cemento idraulico era già sviluppata nell'antichità
Alcuni ricercatori hanno seguito un testo scritto da un antico architetto romano e hanno costruito un molo sottomarino di cemento con la stessa tecnica usata per le stupefacenti costruzioni idrauliche in cemento del porto di Caesarea, nell'odierna Israele, e di altri approdi nel mar Mediterraneo, oltre 2000 anni or sono. Secondo il docente di storia Robert Hohlfelder, celebre archeologo sottomarino dell'Università del Colorado di Boulder, gli esperti si erano sempre meravigliati delle capacità ingegneristiche degli antichi Romani per la costruzione dei loro porti.
Hohlfelder, che ha effettuato l'esperimento in collaborazione con l'architetto britannico Christopher Brandon e lo studioso di storia greco-romana John Peter Oleson dell'Università di Victoria, in Canada, spiega che il punto di partenza è stato fornito dagli scritti di Marco Vitruvio Pollione, il quale ha pubblicato 10 libri di architettura attorno al 25 a.C., descrivendo i metodi di ingegneria praticati all'epoca, compresi quelli per la costruzione dei porti.
"Vitruvio espone molte delle tecniche usate dagli antichi Romani", afferma Hohlfelder. "Ma lascia alcuni dubbi sull'uso pratico del cemento idraulico, e ci siamo resi conto che l'unico modo per rispondere a queste questioni era quello di cercare di costruire il nostro progetto basandoci sulle tecniche e sui materiali usati nell'antichità".
Dopo aver raccolto e analizzato campioni di cemento idraulico da antiche strutture romane nella regione del Mediterraneo, i tre ricercatori si sono messi all'opera nel porto di Brindisi per costruire un molo di cemento, o "pila", alto e largo due metri. Per il cemento gli scienziati hanno usato la ricetta di Vitruvio, che comprendeva acqua di mare, calce, sabbia e roccia vulcanica proveniente dalla baia di Napoli.
© 1999 - 2004 Le Scienze S.p.A.