sabato 2 aprile 2005

i media e il cervello dei bambini

Corriere della Sera 2.4.05
Si adatterebbero al multitasking senza sviluppare il ragionamento
I media cambiano il cervello dei bambini
Ricerca Usa: l'esposizione a tv, radio, web, musica, videogiochi, chat rischia di far sparire il pensiero critico nei più giovani
Alessandra Farkas

NEW YORK (USA) – I bambini americani sono esposti, tutti i giorni, ad una media di 8 ore e mezzo tra televisione, video giochi, musica sugli i-pod, radio, chat room di Internet, tutti fruiti allo spesso tempo, spesso mentre fanno i compiti. Lo rivela uno studio realizzato dalla Kaiser Family Foundation sugli effetti del cosiddetto “multitasking”, il bombardamento multimediale che, secondo gli addetti ai lavori, minaccia gli individui, soprattutto giovani, che compiono più mansioni, contemporaneamente. I dati sono preoccupanti specialmente per quanto riguarda l’abilità di concentramento dei teen-ager.
“Molti psicologi si chiedono se i cervelli dei giovani, ancora in fase di sviluppo, si stiano adattando, riplasmandosi al multi-tasking, - scrive Usa Today, - invece di imparare a pensare in modo critico e ragionato, essenziale in una democrazia”. “La cosa più preoccupante è che non sappiamo con precisione l’effetto che i media hanno sul futuro dei bambini”, mette in guardia David Walsh, psicologo del National Institute on Media and the Family, un’organizzazione senza scopi di lucro di Minneapolis. Gli studi svolti fino ad oggi su campioni di popolazione adulta dimostrano che il cervello lavora meglio se si concentra su un solo compito alla volta, invece che su varie funzioni. “Se un problema richiede molta attenzione, la sua esecuzione mentale diventa particolarmente lenta e difficile se si fa multi-tasking”, spiega Walsh, che propone di realizzare al più presto uno studio per misurare l’effetto del multitasking anche tra i giovanissimi. Secondo gli esperti americani, le troppe attività svolte oggi dai giovani, e gli incessanti stimoli dei mass media, hanno influito sulla crescita nel numero di bambini affetti da ADD, la sindrome della deficienza all’attenzione. “Le diagnosi di ADD sono aumentate in modo spropositato”, mette in guardia la psicologa Susan Ratteree, “molti professori sono convinti che la colpa sia del bombardamento multimediale”.
Ma secondo altri esperti i cervelli dei bambini stanno già cambiando, per permettere loro di compiere più funzioni allo stesso tempo, rendendoli, di fatto, più efficienti di quelli adulti per quanto riguarda la concentrazione. “I punteggi dei test d’intelligenza sono migliorati costantemente dal 1940”, afferma Sam Goldstein, professore di neuro-psicologia all’università di Utah, “questa metamorfosi graduale ha reso le nuove generazioni più intelligenti delle precedenti”. Un altro studio, sempre della Kaiser Family Foundation, dimostra inoltre che l’uso dei computer e la televisione non influiscono negativamente sul profitto scolastico. Ma l’ultima parola su questo tema che interessa tutti i genitori, non solo americani, potrebbe venire dal Congresso Usa. Che il mese scorso ha introdotto una legislazione bipartisan che assegna un totale di 100 milioni di dollari, durante un periodo di sei anni, alle ricerche per esplorare gli effetti dei media sullo sviluppo mentale, psicologico e sociale dei bambini.